L’ex Segretario di Stato americano Henry Kissinger, artefice del disgelo tra USA e Cina ai tempi di Nixon, è stato ricevuto martedì a Pechino dal ministro della Difesa Li Shangfu, sanzionato da Washington. Lo rende noto il ministero della Difesa cinese. Il Dipartimento di Stato USA ha precisato però che Kissinger era in Cina a titolo personale.
Mercoledì l’ex diplomatico ha incontrato anche Wang Yi, massimo responsabile cinese per la politica estera.
Kissinger incontra i vertici in Cina
La visita giunge in un momento di forti tensioni tra le due superpotenze, nonostante gli sforzi di stabilizzazione dei rapporti intrapresi dall’amministrazione Biden con l’invio di alti funzionari a Pechino nell’ultimo mese.
La Cina infatti continua a respingere proposte di dialogo militare di alto livello con gli Stati Uniti. Le divergenze strategiche, nonostante gli appelli al disgelo di figure storiche come Kissinger, restano quindi difficili da ricomporre.
Pechino ha finora respinto le proposte degli Stati Uniti di avviare un dialogo militare ad alto livello. Pechino ha rifiutato un incontro tra il ministro Li e il segretario alla Difesa americano Austin al summit Shangri-La di quest’anno, nonostante un breve colloquio tra i due a Singapore.
Stando alle autorità cinesi, nel suo incontro a Pechino Kissinger si è definito “amico della Cina” affermando che Washington e Pechino dovrebbero “eliminare i malintesi, coesistere pacificamente ed evitare il confronto“.
Parole che al momento non sembrano aver ammorbidito la posizione di Pechino, ancora diffidente verso le aperture degli Stati Uniti sul fronte militare.
Secondo le autorità cinesi, nell’incontro Kissinger avrebbe sottolineato che né USA né Cina possono permettersi di considerare l’altro un avversario, come dimostrato dalla storia e dalla pratica.
Da parte sua, il ministro Li ha criticato il fatto che alcuni negli Stati Uniti non abbiano incontrato la Cina a metà strada, portando i rapporti bilaterali punto più basso dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche. Li ha quindi esortato Washington a fare le giuste valutazioni strategiche, auspicando che i due paesi possano ancora cooperare per uno sviluppo sano e stabile delle relazioni.
Anche Wang, nel suo incontro con Kissinger, ha ribadito le preoccupazioni di Pechino sulla politica americana, affermando che è impossibile trasformare o contenere la Cina.
I colloqui sembrano confermare le distanze tra le due pottenze, con la Cina che lamenta un approccio ostile da parte degli USA. Nonostante gli appelli di Kissinger, una normalizzazione appare ancora lontana.
Secondo le autorità cinesi, nell’incontro con Kissinger il diplomatico Wang avrebbe anche espresso malinconia per lo stato attuale delle relazioni, affermando che la politica americana verso la Cina richiede la saggezza e il coraggio di figure storiche come Kissinger e Nixon.
Il portavoce del Dipartimento di Stato Miller ha rivelato che il Segretario Blinken era a conoscenza del viaggio di Kissinger in Cina, essendone stato informato nella sua recente visita a Pechino. L’ex diplomatico si è recato in Cina come privato cittadino, come già fatto in passato.
Miller ha detto di non essere a conoscenza di conversazioni pianificate con Kissinger, ma di non essere sorpreso se questi riferisse poi ai funzionari americani i contenuti dei suoi incontri a Pechino, come spesso accaduto nei decenni.
Circa l’incontro con il ministro sanzionato Li, Miller ha affermato che una simile conversazione non viola le sanzioni americane.
Il portavoce Miller ha specificato che gli Stati Uniti ritengono appropriato che il loro Segretario alla Difesa possa incontrare il ministro cinese Li, nonostante le sanzioni.
Va ricordato che Pechino ha interrotto le comunicazioni militari di alto livello con Washington nell’agosto 2022, in risposta alla visita a Taiwan della Speaker della Camera Pelosi.
Ripristinare tale dialogo è stato uno degli obiettivi principali di Blinken nel suo recente viaggio in Cina, dove però non è riuscito ad ottenere aperture in tal senso.
Pechino pone come precondizione la rimozione delle “sanzioni unilaterali” americane, tra cui quelle inflitte al ministro Li nel 2018 per acquisti di armamenti russi.
Nonostante le aspettative createsi con la visita di Kissinger, appare quindi ancora lontana una normalizzazione dei rapporti militari tra le due superpotenze.
Wang ha elogiato Kissinger per i contributi storici al disgelo tra Cina e Stati Uniti, definendolo: “ fondamentale nel migliorare la comprensione reciproca. La Cina, ha detto, apprezza l’amicizia con vecchi amici.”
Ribadendo i principi cardine di Pechino di rispetto, coesistenza pacifica e cooperazione, Wang ha affermato che questi sono fondamentali per un corretto rapporto tra le due Potenze.
Ha poi sottolineato come sia impossibile trasformare o contenere la Cina, il cui sviluppo ha forti motivazioni interne e storiche.
Sulla questione Taiwan, Wang ha rimarcato che l’indipendenza dell’isola è incompatibile con la pace nello Stretto e il principio della Cina unica. Gli Usa ha detto, dovrebbero opporsi chiaramente al separatismo taiwanese.
Da parte sua Kissinger ha affermato che buone relazioni tra Cina e Stati Uniti sono cruciali per la pace e la stabilità globali. I due Paesi, ha concluso, dovrebbero trattarsi da pari ed evitare l’isolamento reciproco.
Nel frattempo anche il funzionario statunitense per il clima Kerry ha trascorso diversi giorni a Pechino e, oltre che impegnarsi per la lotta al cambiamento climatico, ha cercato un riavvicinamento con le autorità cinesi.
Anche il presidente Xi Jinping ha parlato dell’argomento clima ma non si è sbilanciato sulla questione diplomatica.
Le parole del presidente cinese Xi Jinping
Mentre l’inviato speciale americano Kerry era a Pechino per riprendere i colloqui sul clima, il presidente cinese Xi ha ribadito che gli obiettivi di riduzione delle emissioni della Cina sono “incrollabili”. Ha comunque precisato successivamente che tempi e modi per raggiungerli saranno determinati autonomamente da Pechino e non subiranno influenze esterne.
Nei meeting con il premier Li e il diplomatico Wang, Kerry ha esortato la Cina a decarbonizzare il settore energetico, ridurre le emissioni di metano e contrastare la deforestazione. Ha inoltre sollecitato Pechino ad: “aumentare le proprie ambizioni climatiche per evitare gli impatti peggiori della crisi climatica globale.”
La Cina ha fatto grandi investimenti in energia pulita negli ultimi anni, divenendo leader mondiale in capacità solare ed eolica. Ma le dichiarazioni di Xi segnalano che, nonostante la ripresa del dialogo, difficilmente Pechino cederà alle pressioni Usa sui suoi target ambientali, rivendicando invece piena autonomia decisionale.
Le relazioni tra Stati Uniti e Cina sono ai minimi storici, con attriti su questioni geopolitiche, commerciali e tecnologiche. Gli USA vorrebbero tenere separata la cooperazione climatica da altre controversie, ma Pechino la pensa diversamente.
L’anno scorso, dopo la visita della Speaker Pelosi a Taiwan, la Cina aveva interrotto i colloqui sul clima con Washington, oltre a sospendere la cooperazione militare e di polizia.
Anche nell’incontro con Kerry, il diplomatico Wang ha dichiarato che la collaborazione climatica non può essere disgiunta dal contesto generale delle relazioni. Wang ha esortato gli USA ad adottare una politica “razionale e pragmatica” verso Pechino e a gestire con attenzione la questione di Taiwan.
Le posizioni di Pechino confermano che, nonostante la ripresa dei colloqui, difficilmente coopererà pienamente sul clima finché permarranno le altre tensioni con Washington, utilizzando questo dossier come leva negoziale.
Le relazioni tra Stati Uniti e Cina versano in una fase di forte criticità, con attriti su molteplici fronti strategici, commerciali e tecnologici. L’amministrazione Biden vorrebbe isolare il dossier climatico da tali tensioni, ma Pechino appare irremovibile nel legare i due piani.
Dopo la visita di Pelosi a Taiwan, la Cina ha congelato i colloqui sul clima con Washington oltre ad aver sospeso cooperazioni in campo militare e di polizia. Anche nel recente incontro con Kerry, il ministro Wang ha ribadito che la collaborazione ambientale non può prescindere dal contesto generale delle relazioni bilaterali.
L’esortazione cinese agli Stati Uniti è di adottare un approccio differente altrimenti non sarà possibile proseguire come fatto fino ad ora. Segnali che delineano una cooperazione climatica ostaggio delle più ampie tensioni strategiche.