Nella giornata di venerdì 14 aprile si è tenuta una manifestazione in Iran, che in realtà viene celebrata annualmente e si contrappone a Israele. Sono state rilasciate diverse dichiarazioni da parte dei sostenitori della Palestina e sono stati intonati cori e minacce contro le autorità israeliane. La tensione è molto alta dopo gli avvenimenti delle ultime settimane, che hanno mostrato attacchi reciproci tra milizie islamiche filo iraniane e forze israeliane, che hanno preoccupato moltissimo le autorità internazionali, che temono scaturisca una guerra.
Venerdì la Repubblica islamica ha tenuto la sua parata annuale anti-israeliana, ribadendo le minacce contro i paesi della regione che hanno attuato una sorta di normalizzazione dei legami con Israele, che prima erano in uno stato di stallo. La vicinanza degli altri stati mette di cattivo umore il capo di Stato iraniano, che vuole sostanzialmente isolare e attaccare il suo nemico.
La parata iraniana è organizzata e sponsorizzata dal regime e nonostante sia rescritta come una manifestazione in difesa dei diritti della Palestina, in realtà, celebra le operazioni messe a segno dalla sezione delle Guardie Rivoluzionarie iraniane chiamata Quds, che sono responsabili delle operazioni militari attuate all’estero.
La propaganda del regime di Raisi contro Israele è qualcosa di consueto che avviene spesso per coltivare l’astio e creare malcontento, ma nello stesso tempo è anche un modo per rafforzare il legame del popolo islamico e incitarlo a contrapporsi all’Occidente e ai suoi alleati.
Mentre emergono nuovi casi di avvelenamento nelle scuole, le proteste si sono riaccese in maniera repentina il governo non ha rinunciato alla parata.
Oggi in Iran si è tenuta una parata organizzata dalle stesse autorità che è nata per contrapporsi a Israele e per manifestare a sostegno dei diritti dei cittadini palestinesi.
La giornata di Al-Quds è stata istituita il 7 agosto 1979 dal fondatore della Repubblica islamica Khomeini. Il regime iraniano ha incitato i musulmani di tutto il mondo a unirsi contro Israele e a sostenere i palestinesi. È stato anche sottolineato che è a favore della liberazione di Gerusalemme.
Per la giornata sono stati organizzati programmi come ad esempio il rogo delle bandiere di Israele, Stati Uniti, Regno Unito assieme a quelle degli altri stati due il regime in Iran ritiene ostili.
Sono stati riprodotte anche le sagome di alcuni funzionari occidentali incatenati e si tratta di una delle maggiori attrazioni di questa festa.
La presenza dei funzionari del regime iraniano è obbligatoria e viene interpretata come una dimostrazione di fedeltà e alleanza, che si tramuta in una questione di politica estera e di fedeltà nella causa islamica, che è fondamentale per le autorità iraniane. La parola d’ordine è distruggere Israele.
Ovviamente non poteva mancare il presidente con i ministri e membri del parlamento, politici di spicco e i loro team e tutti i funzionari interni al regime che sono sempre presenti durante le manifestazioni governative.
Nonostante la perseveranza del regime iraniano che sponsorizza l’evento, i cittadini comuni solitamente evitano di partecipare e così Raisi assolda anche le milizie paramilitari Basij e i loro seguaci, provenienti dai piccoli centri per ottenere una grande folla che possa mostrare al mondo il sostegno di massa e tutto ciò per cercare di mostrare un’immagine popolare unita.
Il presidente dell’Iran Raisi ha camminato insieme a un seguito numeroso che intonava slogan come “morte all’America” e “morte a Israele”.
Raisi si è anche confrontato con i giornalisti presenti e ha voluto sottolineare: “il crollo del regime sionista è molto vicino”.
Frase che ha ripetuto moltissime volte e che è recepita quasi come un avvertimento da parte del leader e dei suoi sostenitori. Ha sottolineato in maniera ironica che Israele sta per celebrare i 75° anniversario e secondo la profezia della Guida Suprema Khamenei rimangono 17 anni prima che sopraggiunga la sua fine.
Il capo di stato dell’iran Raisi ha sottolineato che la liberazione di Quds ovvero di Gerusalemme è: “Più vicino di quanto si possa immaginare. La normalizzazione delle relazioni con gli stati regionali [come gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein] non ha portato e non porterà sicurezza al regime sionista”.
Mohammad Bagher Ghalibaf, presidente del parlamento, ha tenuto il discorso finale nella piazza della rivoluzione con migliaia di persone che sono state fatte defluire all’interno della capitale Teheran tramite diversi percorsi pre stabiliti.
Il politico ha precisato che: “la resistenza è l’unico modo per raggiungere il successo e la vittoria finale su Israele. Come previsto, ha sottolineato che la resistenza è l’unico modo per raggiungere il successo e la vittoria finale su Israele.”
Per il regime iraniano è molto importante questa giornata e il Quds day e viene utilizzato per mostrare con decisione la posizione dell’iran e sei suoi alleati contro Israele.
Ghalibaf ha reso omaggio ai recenti attacchi missilistici attuati attuato dalle milizie sostenute dall’Iran che hanno attaccato da Gaza, Siria e Libano.
Ha anche dichiarato: “Quds Day indica che il successo e la vittoria possono essere raggiunti solo attraverso la resistenza”.
Ha poi precisato che: “tutti i gruppi palestinesi hanno serrato i ranghi per liberare al-Quds (Gerusalemme), che ha descritto come la capitale del mondo musulmano.”
La Repubblica islamica iraniana è fortemente motivata nel sostenere la resistenza che vede schierate le sue forze e le milizie affiliate in quella che definisce “l’asse della resistenza”.
Si tratta di un organizzazione che fa capo alle Guardie della Rivoluzione che si distinguono nell’unita Quds.
Anche l’attuale comandante dell’IRGC era presente alla manifestazione e durante la giornata sono stati fatti molti elogi anche al suo predecessore Soleimani che è stato ucciso nel 2020 dagli Usa in un attacco a Bagdad.
Il comandante ha sottolineato che: “Israele è sull’orlo della distruzione e che non può impedire l’armamento dei palestinesi in Cisgiordania” facendo riferimento ai gruppi come Hamas: “che ammettono apertamente finanziamenti e affiliazioni all’Iran.Ci sono operazioni in Cisgiordania e Tel Aviv, e il regime che si circonda come una caserma e ha i sistemi di sicurezza più forti e moderni non può impedire l’armamento della Cisgiordania e le operazioni delle forze palestinesi”.
Le autorità iraniane dopo la conclusione di quello che è stato ribattezzato Quds Day Resolution hanno rilasciato una dichiarazione dove hanno minacciato chi ha ripreso i contatti con Israele. Un commento probabilmente mirato all’Arabia Saudita e ai suoi alleati che hanno ripreso i legami con le autorità israeliane.
Teheran ha attuato di recente un riavvicinamento a Riyadh ma le persone presenti nel giorno di Quds hanno comunque gridato slogan contro Al Saud, slogan che erano presenti durante le edizioni avvenute nel corso degli anni precedenti.
Tutto questo accade in un momento molto particolare per il regime in Iran che affronta la pressione globale causata sia dalle azioni interne intraprese come ad esempio la rivoluzione popolare che ha ricevuto una durissima repressione governativa, ma anche per la violenza riacutizzata nei confronti dei paesi occidentali e verso Israele.
Le autorità hanno dichiarato in merito alla questione del velo che: “l’hijab è una delle necessità dell’Islam, e non rispettando è un haram religioso e politico e farà indebolire le fondamenta delle famiglie”.
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