Si arricchisce di nuovi particolari la vita segreta del boss Matteo Messina Denaro, ora spuntato due amanti.
Secondo le indagini dei Carabinieri, sembra che il super latitante si intrattenesse nei suoi covi con almeno due donne, che ora verranno ascoltate dagli inquirenti.
Il primo luogo che è stato perquisito dopo l’arresto del boss Matteo Messina Denaro è stato il suo covo di vicolo Verdi, a Campobello di Mazara e proprio lì i Carabinieri trovarono non solo taccuini con numeri di telefono e conti spese, ma anche diverse pillole di Viagra e profilattici.
Questo è stato il punto di inizio che ha indirizzato le indagini anche verso un altro aspetto della sua vita, ovvero quello amoroso. Come confermato dai alcuni vicini in effetti, Messina Denaro si incontrava con delle donne durante il periodo della sua latitanza, in particolare con due.
Non è chiaro se altre persone frequentassero la casa del boss ma quel che sembra certo, è che nonostante tutto, non aveva intenzione di abbandonare l’attività sessuale.
Questa ipotesi è stata confermata anche dal ritrovamento di abiti femminili e una parrucca, elementi che gli inquirenti hanno analizzato escludendo subito che fossero usati dallo stesso per travestirsi.
Tra diceria e indiscrezioni varie, è certo che Messina Denaro avesse in tasca i numeri di almeno due donne e i Carabinieri sono riusciti a rintracciarle in queste ore, raggiungendole nelle loro case per procedere con la perquisizione delle abitazioni, come sta avvenendo da giorni in tutte quelle delle persone coinvolte in qualche modo con la vita del criminale negli ultimi 30 anni.
Gli investigatori stanno raccogliendo elementi che potrebbero essere utili ai fini delle indagini, poiché verranno confrontati con quelli trovati nel primo covo.
Abbiamo capito tramite gli spaccati di vita che escono fuori giorno per giorno in merito al boss di Cosa Nostra, che Matteo Messina Denaro è sempre stato un amante delle donne e del lusso.
Durante le perquisizioni nei diversi nascondigli sono usciti fuori non solo importanti documenti che ora sono al vaglio delle forze dell’ordine ma anche pietre preziose.
Al primo covo gli inquirenti sono arrivati grazie a un’analisi condotta grazie a un sistema di intelligenza artificiale effettuato sulla chiave di un’Alfa Romeo 164, trovata in tasca del boss. Da queste verifiche è emersa la posizione dell’auto ma anche i suoi ultimi spostamenti.
Il ritrovamento del primo covo è stato fondamentale perché molti pentiti hanno affermato che il padrino trapanese era custode del tesoro di Totò Riina, costituito da documenti top secret.
In questo luogo sono stati ritrovati anche abiti di lusso e come dicevamo, pillole per potenziare le prestazioni sessuali, nonché un’agenda personale dove veniva citata una certa Lorenza ma forse non c’entra nulla con le donne in questione, infatti nella vita del boss ci sono diverse persone con questo nome, fra cui la madre, la figlia e la nipote, nonché suo avvocato.
In seguito sono stati scoperti altri nascondigli ma se guardiamo all’aspetto privato della sua vita in questi anni, scopriamo un uomo che ama condurre una vita normale, che ha l’abitudine di andare a prendere il caffè al bar e che si reca come ogni altra persona, a fare spesa nel vicino supermercato di zona.
Ogni tanto incontrava delle donne e dai primi dettagli emergono che queste amanti sarebbero di mezza età, entrambe con un lavoro.
Una di loro ha i capelli lunghi e neri, l’altra al contrario, li ha corti e biondi. Come ha affermato il giornalista Fabrizio Caccia sulle pagine del Corriere, non sono state contente di essere raggiunte sotto casa per chiarire la vicenda.
Anche loro come il boss vivono nel lusso, si pensi che una delle donne possiede un’auto da 70mila euro parcheggiata sotto casa. Alle domande dei giornalisti, che ipotizzavano che i beni di lusso posseduti dalle due fossero dei regali di Messina Denaro, hanno risposto infuriate e alcuni familiari le hanno difese.
Le indagini si stanno concentrando in particolare sulla donna mora, piccola imprenditrice che ha già fornito alcuni chiarimenti presso la caserma dei Carabinieri di viale Risorgimento.
Al momento le loro posizioni nono sono compromesse, gli agenti infatti intendono solo ascoltarne le versioni per capire quali elementi utili alle indagini possano fornire. Per ora stanno solo ricostruendo gli ultimi movimenti ma si attendono aggiornamenti anche su questo fronte della vita di Messina Denaro, una vita passata all’ombra, o quasi, negli ultimi 30 anni.
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