L’elezione di uno dei fondatori di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, a presidente del Senato mostra già le spaccature della maggioranza di centrodestra: Forza Italia si astiene e l’ex esponente missino assurge a seconda carica dello stato grazie alla preferenza di 17 franchi tiratori dell’opposizione.
Di seguito il primo discorso del neo presidente del Senato Ignazio La Russa, eletto alla prima votazione con 116 voti a favore (quorum a 104) su 186 votanti.
Esordio traballante per la nuova maggioranza di centrodestra: Ignazio La Russa (FdI) è eletto, come da copione, presidente del Senato, ma la trama si sviluppa in modo burrascoso con Forza Italia che vota scheda bianca (tranne Silvio Berlusconi) e l’opposizione che inaspettatamente fornisce 17 franchi tiratori che mandano comunque in porto l’operazione della destra.
È lo stesso La Russa, nel prologo al suo discorso di insediamento, a ringraziare tanto chi lo ha votato, quanto chi non lo ha fatto e soprattutto coloro che, pur non rientrando nella maggioranza di governo, hanno in ogni caso deciso di appoggiare la sua candidatura.
Il neo-presidente ha poi proseguito con i ringraziamenti di rito verso il presidente della Repubblica Mattarella, alla presidente reggente del Senato Liliana Segre, di cui dice di aver apprezzato ogni passaggio del discorso di apertura della mattina, e verso Papa Francesco.
Riportando poi alla mente l’esperienza di governo come ministro della Difesa dell’esecutivo Berlusconi IV (2008-2011), archetipo di uno dei momenti più toccanti della sua storia di servizio nelle istituzioni, La Russa dedica un pensiero a chi sta vivendo oggi i drammi del conflitto armato, cioè quel popolo ucraino, quei “patrioti ucraini” come li definisce, che soffrono dolori e privazioni per difendere la propria nazione in attesa di pace e giustizia.
Poi ribadisce l’imparzialità che il ruolo assegnatogli richiede e che lui è pronto a manifestare, come del resto avrebbe sempre fatto nell’assolvere un compito istituzionale, prosegue. Per tale ragione, per il profondo rispetto nutrito per le istituzioni repubblicane, egli si prodigherà a strenuo difensore dei diritti di tutti, di maggioranza e opposizione.
Nel prosieguo dell’intervento il co-fondatore di Fratelli d’Italia rievoca in parte la propria storia personale, oggetto di polemiche per la lunga vicinanza ideologica e di militanza con il fascismo e i suoi sviluppi post-fascisti in epoca repubblicana, ma proprio per tale ragione è usata: a motivo della natura super partes dell’incarico appena ricevuto, che impegna il neo presidente La Russa ad essere un uomo delle istituzioni e non di partito.
La Russa ricorda il padre, prima segretario locale del Partito Nazionale Fascista e poi senatore del Movimento Sociale Italia, e di come egli stesso si sia impegnato fin da giovanissimo nelle battaglie della destra, militando fin da giovane nelle organizzazioni giovanili di riferimento dell’MSI.
Rievoca i periodi duri delle contestazioni dei decenni 60 e 70, gli anni di piombo, le stragi (di qualunque segno politico) e una frase del defunto presidente-partigiano Sandro Pertini che lo avrebbe sostenuto nei suoi anni di militanza ricordandogli il valore della lotta per le proprie convinzioni al di là delle effettive possibilità di uscire vincitori da queste battaglie.
Il senso di unità e collaborazione in seno al parlamento, sulla falsariga di quanto auspicato da Liliana Segre, viene riproposto costantemente durante l’intervento, anche quale unico antidoto alla grave situazione economico-sociale italiana, afflitta dal caro energia e dall’inflazione.
Anche l’ambiente chiede risposte condivise le quali però non devono cadere in proposte estremiste, poiché parte dell’ambiente, e quindi da salvaguardare al pari, è anche l’uomo, le sue relazioni e tradizioni.
Il nuovo presidente del senato enuclea brevemente i vari problemi sociali che il nuovo Parlamento è chiamato ad affrontare e risolvere: la violenza sulle donne e i minori, la tutela della natalità, il rispetto delle diverse forme di disabilità, la lotta senza quartiere a mafia e terrorismo, la piaga delle morti sul lavoro e l’assenza di opportunità per giovani e Mezzogiorno.
Breve accenno anche alla pandemia da Covid-19: al cordoglio per i tanti morti dovuti al morbo si unisce la vigilanza affinché non ci si faccia trovare impreparati da una possibile recrudescenza del virus.
Infine la parte forse più spinosa dell’intervento di La Russa: in risposta al discorso di Liliana Segre sul significato che giorni come il 25 aprile, il primo maggio o il 2 giugno rivestono per una coalizione come l’attuale Centrodestra, l’ex avvocato missino afferma la necessità di celebrare questi eventi che sono patrimonio comune di tutti gli italiani, sebbene poi continui indicando l’esigenza di aggiungere a queste date fondamentali del percorso repubblicano della Penisola anche la giornata coincidente con la nascita del Regno d’Italia, non esattamente un periodo esemplare di democrazia e forse richiamo, per i più, a quella monarchia che si prostrò proprio di fronte al regime fascista pur di mantenere saldo prestigio e potere.
A maggior ragione, dopo una difesa fervente della Costituzione da parte di Segre che La Russa afferma di condividere in ogni sua parte, ancora più incisivo è il passaggio in cui si affronta la necessità di una revisione della Costituzione.
Questa dovrebbe essere emendata nella seconda parte al fine di renderla più efficiente e rapida nel dare soluzioni ai cittadini (sembra profilarsi un richiamo ad una riforma presidenzialista della forma di governo voluta soprattutto da Fratelli d’Italia). In quale modo procedere per la modifica sarà poi la legislatura a stabilirlo, ma la cosa fondamentale è la volontà politica di compiere questa trasformazione.
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