Le radiazioni fanno male? L’associazione Amica promuove una petizione per la difesa della salute dagli effetti nocivi causati dalla radiofrequenza. La diffusione su ampia scala dei dispositivi per le telecomunicazioni ha causato una sovrabbondanza di radiazioni i cui effetti sulla salute sono oggetto di studio già da tempo. Le onde emesse da cellulari, pc, tablet, wireless, Wi.Max, ripetitori e antenne GSM, UMTS e LTE, ci seguono ormai dappertutto ma questa onnipresenza di radiazioni può comportare seri danni all’uomo. In particolare, sono messi a repentaglio la capacità riproduttiva, quella neuro cognitiva e la conservazione del genoma.
Radiazioni: fanno male?
Che le radiazioni possano causare il tumore non è una paura irrazionale di pochi esaltati. Nel corso dell’ultimo decennio, la comunità scientifica ha moltiplicato gli appelli finalizzati a sensibilizzare verso una valutazione più restrittiva del rischio delle radiazioni. Attualmente, si considerano solo gli effetti del riscaldamento prodotto dai campi elettromagnetici ma altri, importantissimi, di natura biologica, avvengono per esposizioni a campi deboli, quindi a livelli non termici. Ad esempio, la radiofrequenza del Wi-Fi promuove lo stress ossidativo e interferisce con la vitalità cellulare. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato nel 2011 la radiofrequenza come “possibile cancerogeno per l’Uomo” in Classe 2B. Nel 2014, nuove pubblicazioni scientifiche consigliano di assegnare un grado maggiore di pericolosità. Nello specifico, uno studio italiano suggerisce di considerare la radiofrequenza “probabile cancerogeno”. Ancora qualche dubbio? In Francia e in Svezia, due studi differenti propongono la dicitura di sicuro cancerogeno per l’Uomo.
Progresso: a quale costo?
C’è da chiedersi a quale costo si vuole sostenere lo sviluppo tecnologico, tenendo conto che una maggiore consapevolezza sui rischi per la salute rappresentati dalle radiazioni non comporta necessariamente uno stop al progresso: la soluzione consisterebbe nella sostituzione della attuali connessioni con quelle via cavo, più sostenibili. Dell’importanza della questione si è fatto carico anche il Movimento Cinque Stelle che a Reggio Emilia ha chiesto, recentemente, di eliminare il wi-fi dalle scuole ma la proposta è stata bocciata in consiglio comunale.
Petizione
L’Associazione Amica che si occupa dei malati di sensibilità chimica multipla, spesso correlata a problemi di elettrosensibilità, promuove una lettera aperta al Presidente della Repubblica e una petizione con la quale si chiede di non abbassare i livelli di protezione della popolazione italiana dai campi elettromagnetici di radiofrequenza e microonde. Si chiede, inoltre, l’attuazione di altre misure urgenti. Tra queste: abrogazione dell’Art. 14, comma 8, del “Decreto Sviluppo bis”, al fine di riportare la misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 6 minuti anziché di 24 ore; revisione dei limiti di esposizione per tutte le radiofrequenze e le microonde a 0,6 V/m per i luoghi ove si permanga per più di 4 ore e di 0,2 V/m come obiettivo di qualità, come promosso dalla Risoluzione 1815 del maggio 2011 dall’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa (punto 8.2.1); promozione di investimenti pubblici e detassazione per la connettività in fibra ottica e via cavo che è la tecnologia più efficiente e completamente sicura per la salute; divieto di installazione di reti Wi-Fi negli asili e nelle scuole, nei luoghi di cura e negli ospedali. Per firmare la petizione cartacea, basta consultare la pagina dedicata del sito dell’associazione Amica, scaricare il modulo e inviarlo entro il 7 aprile.