L’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato, nella giornata di sabato 18 marzo, di aspettarsi un possibile arresto, la prossima settimana, a seguito delle indagini avviate dal procuratore distrettuale di Manhattan. Ha deciso, perciò, di chiedere ai sostenitori di protestare e le forze dell’ordine si stanno già preparando per eventuali disordini.
Il tycoon ha riferito in prima persona, sui social, del possibile esito che potrebbe emergere martedì, quando verrà emessa la sentenza a suo carico. Oltre a ciò ha invitato nuovamente le proteste chiedendo esplicitamente: “protesta riprenditi la nostra nazione”.
Le notizie emerse sul possibile arresto di Trump
Sembra che per tutta la settimana sia stata progettata una strategia da attuare nel caso in cui avvenga l’incriminazione e il fermento è palpabile, dato che l’impatto politico nel caso di arresto sarebbe notevole ma, anche, la paura di reazioni violente da parte della popolazione è elevata.
L’ex capo di Stato Usa Trump ha una lunga storia di contenziosi civili, sia precedenti alla carica di presidente che successivi, ma una condanna penale aggrava una situazione già controversa e complicata. Tutto ciò accade proprio mentre il repubblicano corre nuovamente per la carica presidenziale.
Si tratta di un evento che segna un precedente riguardo a un candidato che punta alla Casa Bianca e, nonostante la figura dell’ex capo di Stato Usa sia sempre stata molto discussa, questo porta la questione a un altro livello.
Nonostante sia stato lo stesso leader a mettersi avanti e a scrivere pubblicamente sui social che: “il principale candidato repubblicano ed ex presidente degli Stati Uniti sarà arrestato martedì della prossima settimana” si denota una certa tensione attorno alla questione, anche all’interno del suo entourage.
Non sono state fornite informazioni in più in merito alla possibile motivazione che porterebbe all’incriminazione, ma sembra che il team legale di Trump abbia anticipato che la possibilità è molto concreta.
Il leader dei Maga ha dichiarato che farà un discorso dopo che si sarà presentato a Manhattan. Un funzionario vicino a Trump ha rivelato che non è stata ricevuta nessuna notifica dall’ex presidente che evidenzi un potenziale atto d’accusa dall’ufficio del procuratore, precisando inoltre che scrivendo il post voleva preventivamente esprimere la sua innocenza. L’ufficio distrettuale del procuratore non ha rilasciato informazioni in merito.
La reazione dell’ex presidente e dei collaboratori
La CNN riporta che una fonte, che conosce personalmente il leader, ha riferito che la sua opinione in merito al fatto di essere condannato, deriva dalla convinzione che il procuratore distrettuale di Manhattan Bragg provi odio nei suoi confronti.
La richiesta fatta ai sostenitori di protestare ha, inevitabilmente, riportato alla mente l’incitamento che fece nel 2020 nei confronti dei repubblicani e che portò, poi, all’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 per contestare la vittoria del presidente Biden.
Sembra, sempre dalle informazioni emerse dai media locali, che alcuni consiglieri vicini a Trump abbiano sconsigliato di invitare i sostenitori a manifestare, per evitare che si verifichino disordini tra le strade di Manhattan. Questo per non perdere il controllo sulla situazione e evitare una guerriglia urbana.
Sono sorte molte domande e la principale questione ruota attorno a come verrà gestita un’ipotetica accusa penale da parte del gran giurì della contea di New York. Si tratterebbe del primo arresto di un ex presidente degli Stati Uniti e l’attenzione mediatica verso un evento senza precedenti è altissima.
La polizia di New York non ha rilasciato dichiarazioni in merito ma dopo le esternazioni del leader repubblicano hanno dichiarato alcuni particolari in più.
La giuria ha ascoltato diversi testimoni tra i quali l’avvocato Cohen, il quale ha dichiarato di aver effettuato pagamenti nel 2016 a due donne per non rivelare dettagli su incontri sessuali che sarebbero avvenuti tra Trump e due donne negli anni precedenti.
L’ex presidente ha spiegato che di non aver fatto nulla di male e che si tratta di una caccia alle streghe, discostandosi dalle accuse.
Sono stati ascoltati dai pubblici ministeri anche diversi ex aiutati del leader, il consigliere Conway e l’ex portavoce Hicks.
In determinati casi è consentito a un imputato possa decidere di arrendersi volontariamente dopo il processo di arresto e, così, si presenzia direttamente davanti a un giudice a processo e, con questa formula, Trump potrebbe venire rilasciato dopo la sua stessa ammissione. Si tratta ovviamente di ipotesi e supposizioni emerse dai media e dai legali statunitensi che stanno seguendo la vicenda e stanno vagliando ogni ipotesi ed eventualità.
Le forze dell’ordine hanno riferito di aver appreso delle discussioni in atto e hanno sottolineato che nel processo di pianificazione attuato, sono state discusse diverse possibili problematiche come eventuali proteste ma anche la sicurezza del tribunale stesso. L’allerta è alta sia per i sostenitori di Trump, che potrebbero attuare azioni violente ma, anche, riguardo gli oppositori dell’ex presidente che potrebbero intervenire causando scontri.
Susan Necheles, che segue legalmente Trump, ha dichiarato ai media che il post condiviso era: “basato su resoconto dei media”.a
Ha precisato inoltre che: “Poiché si tratta di un procedimento politico, l’ufficio del procuratore distrettuale si è impegnato a far trapelare tutto alla stampa, piuttosto che comunicare con gli avvocati del presidente Trump come si farebbe in un caso normale”.
Il presidente della camera degli Stati Uniti McCarthy ha criticato l’indagine e ha detto in merito che si tratta di: “un oltraggioso abuso di potere da parte di un procuratore distrettuale radicale”.
Oltre a ciò ha promesso che indagherà sul denaro federale e sul capire se venga o meno utilizzato per interferire nelle elezioni utilizzando procedimenti giudiziari che sono motivati politicamente.
Una situazione nella quale non è chiaro quali siano i capi d’accusa e nemmeno la possibile strategia attuata da Trump in previsione del possibile arresto. L’opinione pubblica statunitense rivela una netta spaccatura, tra chi sostiene il leader e chi ritiene che la sua stessa esternazione della possibile incriminazione rispecchi la gravità delle accuse mosse nelle indagini e, soprattutto, denoterebbe la colpevolezza di Trump.