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Le reazioni dei parenti dei soldati Usa uccisi a Kabul alla morte del capo dell’Isis

Il leader dell’ISIL (ISIS) è stato colpito dai combattenti talebani nelle ultime operazioni effettuate contro le milizie islamiche. Nonostante attualmente non si sappia esattamente la sua identità, è stato rivelato che si tratta dell’organizzatore dell’attentato suicida che ha avuto luogo fuori dall’aeroporto di Kabul nell’agosto 2021. Questa notizia è stata confermata dal padre di un marine degli Stati Uniti, che è stato informato dai funzionari militari in data martedì. Il leader del gruppo dell’ISIS responsabile dell’attentato è stato ucciso dalla fazione talebana durante un’operazione militare.

Ucciso membro dell’Isis dai talebani

La notizia dell’eliminazione del capo dell’ISIS è stata accolta con sollievo dalle autorità statunitensi e da altri membri della coalizione internazionale che operano in hanno operato in Afghanistan.

Durante il fine settimana trascorso l’esercito statunitense ha avvisato dell’operazione militare, attuata dai talebani, che ha portato all’uccisione del leader dell’isis che provocò la morte degli 11 marines, del marinaio e del soldato nell’attacco attuato dalle milizie islamiche del 2021. Sono stati poi gli stessi membri della famiglia a condividere la notizia all’interno di una chat di messaggistica, appartenente a un gruppo privato, e successivamente la notizia è stata confermata anche dalle autorità Usa competenti.

L’attentato di Kabul ha generato malcontento e rammarico internazionale che si è trasformato, poi, in profonda solidarietà verso le famiglie dei deceduti e di chi è rimasto gravemente ferito che non ha mai visto mancare il sostegno dell’autorità di Washington.

I talebani hanno ucciso il capo dell’Isis responsabile dell’attacco a Kabul

La notizia dell’uccisione del leader dell’isis ha cominciato a circolare durante lo scorso weekend quando le autorità statunitensi hanno avvisato le famiglie dei deceduti americani a seguito dell’attacco all’aeroporto di Kabul.  La madre di un soldato ha rivelato che un’altra donna ha condiviso su una chat di messaggistica di gruppo, ma comunque a numero limitato, la notizia esprimendo gioia e sollievo. Dopodiché l’informazione ha cominciato a diventare di dominio pubblico e anche le autorità statunitensi hanno confermato la veridicità di questa notizia.

I dati riportati dalle famiglie sono stati verificati da fonti confidenziali tra cui tre funzionari del Governo degli Stati Uniti e un alto assistente del Congresso. Questi hanno richiesto di mantenere l’anonimato per proteggere la riservatezza delle informazioni che non erano ancora state rese pubbliche. La descrizione del resoconto delle famiglie riportata dall’agenzia di stampa  Associated Press è stata confermata da tutte le quattro fonti.

Nemmeno le milizie talebane erano a conoscenza inizialmente dell’identità del deceduto ma successivamente è emerso che si trattava del leader dell’ISIL (ISIS) nella regione. Questa notizia è stata  confermata poi anche da altre fonti, ma l’identità precisa del leader islamico non è stata ancora rivelata.

L’uccisione è avvenuta durante una serie di operazioni dei talebani, e i combattenti non erano a conoscenza dell’identità della vittima al momento dell’uccisione. L’ISIS ha avuto una presenza sempre più forte in Afghanistan negli anni recenti, ma ha subito anche forti contrattacchi dalle forze afghane.

La morte del loro leader rappresenta un duro colpo per il gruppo terroristico, anche se non si sa ancora chi sarà il suo successore. I talebani, nel frattempo, continuano a combattere contro le forze di sicurezza afghane e cercano di ottenere un’ulteriore presa sul paese.

Le dichiarazioni dei familiari dei militari Usa deceduti durante l’attacco della Jihad islamica

Il padre del sergente maggiore Darin Taylor Hoover ha spiegato che le autorità militari statunitensi hanno fornito soltanto informazioni limitate e non è stato fornito nessun elemento in merito alle circostanze della morte del capo della milizia o le sue generalità ma le informazioni pervenute sono state basilari.

Hoover ha anche espresso preoccupazione per la sicurezza delle truppe americane all’estero, affermando che è necessario che i soldati possano operare in modo sicuro e senza ulteriori perdite. Ha dichiarato che la sua famiglia è orgogliosa del servizio e del sacrificio del figlio. Darin Hoover ha anche detto che le autorità militari gli hanno promesso che indagheranno accuratamente sull’accaduto e che forniranno tutte le informazioni possibili. Ha ringraziato il pubblico per le molte espressioni di supporto che ha ricevuto.

Il sergente maggiore Darin Taylor Hoover è stato tra i militari americani uccisi in un attacco terroristico all’aeroporto di Kabul il 26 agosto 2021. La sua morte ha scosso profondamente la comunità militare e ha rinnovato la discussione sul coinvolgimento degli Stati Uniti in Afghanistan.

Hoover ora fa parte di un gruppo chiamato Gold Star che racchiude dodici famiglie che hanno perso qualcuno che stava prestando servizio nelle forze armate degli Stati Uniti d’America.

I parenti hanno deciso di tenersi in contatto dopo l’attentato del 2021 per sostenersi e prestare solidarietà quando è necessario, ma anche per scambiarsi informazioni attraverso la chat.

Cheryl Rex, madre del caporale dei marine Dylan Merola deceduto nell’esplosione a Kabul attuata dell’Isis, ha creato la chat di messaggistica dove è stato poi condivisa l’informazione dell’uccisione del capo dell’Isis, che ha ideato l’attacco dove sono morti i l’attacco dove sono morti i soldati Usa.

L’iniziativa di Cheryl Rex ha permesso alle dodici famiglie di rimanere in contatto, supportarsi a vicenda e soprattutto condividere informazioni utili attraverso la chat di messaggistica.

Questo legame si è creato in seguito all’attentato grazie a Cheryl Rex che ha dato così l’opportunità per le famiglie di rimanere in contatto. Hoover e gli altri membri del Gold Star continuano a sostenersi a vicenda e a ricordare i propri cari, in un processo di guarigione costante.

Rex ha anche espresso la sua preoccupazione per la gestione della situazione, sottolineando la necessità di una risposta decisa e tempestiva da parte delle autorità competenti. Ha rivelato di essere stata informata dell’omicidio tramite il gruppo di chat e ha aggiunto che i funzionari militari statunitensi avrebbero dovuto fornire una conferma ufficiale prima che la notizia fosse diffusa al pubblico.

Ha espresso inoltre spesso il suo disaccordo in merito alla gestione del ritiro dall’Afghanistan da parte dell’amministrazione Biden e ha dichiarato di essere disillusa dall’operato dei funzionari governativi.

Hoover ha anche sottolineato che la politica estera degli Stati Uniti dovrebbe essere rivista per evitare situazioni come quella che ha portato alla morte del sergente del Corpo dei Marines. Ha spiegato che le decisioni prese dalle autorità americane in passato hanno portato a instabilità in diverse parti del mondo, e che la gestione del ritiro dalle forze americane dall’Afghanistan, dopo anni di conflitto, ha causato ulteriore turbolenza nella regione.

Truppe Usa a Kabul nel 2021 – Nanopress.it

Hoover ha quindi espresso la sua delusione per il modo in cui l’amministrazione Biden ha affrontato la situazione, affermando che la responsabilità per le conseguenze del ritiro deve essere assunta. La morte del membro ISIL, ha concluso Hoover, non cambia la realtà dell’impatto negativo che la gestione del ritiro ha avuto sulla vita di molte persone, tra cui lui e la madre del figlio di Kelly.

L’uomo ha dichiarato in merito che: “”Qualunque cosa accada, non riporterà indietro Taylor e lo capisco. L’unica cosa che sua madre e io possiamo fare ora è essere un suo sostenitore. Tutto ciò che vogliamo è la verità. E non lo capiamo. Questa è la parte frustrante.”

Il 26 agosto 2021 lo scenario che mostrava inizialmente un affollamento straordinario tra gli afghani che volevano imbarcarsi, per fuggire dall’Afghanistan dopo il ritorno dei talebani al potere, si è trasformato in uno scenario di morte dove 170 persone sono deceduti a causa di due attacchi bomba. Attacco rivendicato dalle milizie dell’isis ha radicate all’interno del territorio afghano.

La tragedia di Abbey Gate è stata solo una delle tante tragedie che hanno segnato gli ultimi giorni dell’evacuazione guidata dagli Stati Uniti dall’Afghanistan. Migliaia di afgani che avevano lavorato per le forze occidentali o che temevano per le loro vite sotto il regime dei talebani ad ammassarsi all’aeroporto di Kabul, nella speranza di trovare un volo che li portasse in salvo. Nonostante l’aumento delle minacce e dei rischi, molti non hanno voluto rinunciare alla possibilità di fuggire dalla violenza e dall’incertezza del futuro sotto il governo talebano. Purtroppo, l’attentato suicida dell’ISIS ha tragicamente confermato i timori degli ufficiali, portando alla morte di diverse persone, tra cui molti afgani in cerca di aiuto. Questa terribile vicenda ha evidenziato ancora una volta l’urgente necessità di trovare soluzioni durature per affrontare la situazione in Afghanistan e di continuare a proteggere quelli che rischiano la vita per cercare una vita migliore.

 

L’isil è il gruppo che fa capo all’isis, che è stanziato in Afghanistan,  si presume possa avere circa 4000 membri attivi ed è il nemico numero uno del governo dei talebani e la principale minaccia afghana, che successivamente alla presa di potere dei talebani ha cominciato ad attuare attacchi ripetuti soprattutto vicino alle zone dove sono collocate le istituzioni, cercando di introdursi all’interno di una situazione governativa delicata che ha visto una grave crisi economica e sociale ma soprattutto una spaccatura politica netta dopo il ritiro delle truppe Usa.

Nonostante l’accordo fosse stato raggiunto da Trump nel 2020 assieme ai talebani, nel 2021 è stata l’amministrazione Biden a concludere l’evacuazione delle truppe Usa, ma la speranza era quella che i talebani si attenessero al rispetto dei diritti umani soprattutto nei confronti delle donne per poter accedere a benefici economici essenziali così da riuscire a mantenere vivo il Paese, nonostante il cambio di gestione governativa che ha generato una crisi profondissima.

Attento a Kabul nel 2021 – Nanopress.it

Siccome il quadro reale ha mostrato esattamente l’opposto le autorità statunitensi hanno raffreddato notevolmente i rapporti coi talebani soprattutto dopo che alle donne è stato vietato di lavorare per le Ong comprese le organizzazioni collegate all’ONU, ma anche di poter compiere percorsi di studio e pertanto la situazione è complicata e i talebani hanno ricevuto a causa di queste scelte che hanno riportato nel periodo più buio le donne afghane critica e condanne internazionali.

Un segnale positivo che, nonostante le difficoltà e i contrasti, permane è quello che le parti coinvolte mantengono comunque canali di comunicazione aperti per raggiungere una soluzione pacifica alla crisi in Afghanistan nonostante la tensione attuale. Tuttavia, i contatti con l’ala più ideologica dei talebani rimangono un’area di preoccupazione e incertezza.

La mancanza di un dialogo diretto con questa ala potrebbe limitare l’efficacia dei negoziati e delle attività diplomatiche. Ad ogni modo, l’impegno dell’inviato West e degli altri attori coinvolti nell’affrontare questa difficile situazione rimane fondamentale per la pace e la stabilità dell’intera regione. Si spera che, con un maggiore impegno e con il tempo, si possa stabilire anche un dialogo diretto con l’ala più estremista dei talebani.

L’omicidio di Kabul ha dimostrato l’estrema instabilità della situazione in Afghanistan e ha reso evidente la difficoltà e le complessità che il paese deve affrontare. Nel frattempo, la versione pubblicata della recensione dell’amministrazione Biden sul ritiro del 2021 ha attribuito gran parte delle responsabilità al presidente Donald Trump per il caos che lo ha caratterizzato, tra cui l’attentato suicida all’Abbey Gate. Queste informazioni giungono nel giorno in cui Biden ha annunciato la sua candidatura per un secondo mandato da presidente, offrendo una riflessione sulle sfide che il paese deve ancora affrontare.

 

Letizia De Rosa

Mi chiamo Letizia De Rosa, ho 35 anni e per molto tempo ho lavorato nell'ambito della mediazione finanziaria e immobiliare. Amo la natura e il suo potere rigenerante. Sono curiosa e ho, da sempre, fame di conoscenza e proprio per questo approfondisco minuziosamente ogni argomento negli ambiti più disparati. Imparare e conoscere è un punto focale della mia vita e ho sfruttato, così, un momento di difficoltà personale per dare finalmente un ruolo concerto alla mia più grande passione ovvero la scrittura, creando un connubio perfetto tra la penna e tematiche che mi appassionano come la geopolitica e i rapporti internazionali e diplomatici. Questo mi ha permesso, con grande orgoglio e dopo aver acquisito anni di esperienza, di occuparmi su Nanopress.it proprio di ciò che amo di più ovvero di news e dinamiche estere, comprese le relazioni tra Stati.

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