L’escalation di violenza che è scaturita dopo le azioni intraprese da Israele all’interno della moschea di Al-Aqsa, attuate per due sere consecutive, hanno provocato inevitabilmente la risposta islamica che visto lanci di razzi provenienti dalla Striscia di Gaza e dal Libano entrambi ad attribuiti ad Hamas, che ovviamente hanno ricevuto a loro volta la contro offensiva israeliana.
La comunità internazionale è molto preoccupata in merito alla situazione, che si sta avverando verificando in Medio Oriente e i maggiori esponenti politici hanno espresso il loro dissenso verso ciò che le Forze di Sicurezza israeliana hanno attuato all’interno di un luogo sacro e hanno messo in guardia il governo di Netanyahu in merito a una possibile escalation, che porterebbe a una guerra reale e distruttiva.
I video emersi sul web rivelano chiaramente la polizia israeliana che svuota con forza la moschea dai fedeli che erano radunati per le preghiere del mese sacro del Ramadan.
La reazione islamica della comunità islamica dopo gli attacchi ad Al Aqsa
Mercoledì e giovedì notte sono state complicate e hanno mostrato le Forze di Sicurezza israeliane entrare all’interno del complesso sacro proprio durante il mese del Ramadan e rastrellare e svuotare dai fedeli musulmani presenti Al Aqsa con una ferocia inaudita, che che ha generato preoccupazione internazionale, ma ovviamente anche la furia della comunità islamica che non può accettare che i fedeli musulmani vengano attaccati in preghiera e senza una reale motivazione sconsacrato un momento ed un luogo sacro.
Le truppe israeliane hanno lanciato attacchi verso il Libano meridionale sulla Striscia di Gaza a seguito di un’ondata di missili segnalati in arrivo dai due paesi.
Le forze dell’ordine israeliane hanno sparato all’interno dell’edificio religioso granate stordenti attaccato i palestinesi in preghiera e molti di loro sono rimasti nuovamente feriti.
Le stesse autorità israeliane hanno dichiarato che stavano colpendo il Libano alle 04:07 di venerdì mah specificano che il gruppo terroristico preso di mira è Hamas.
Mentre da ora lanciava raid su Gaza, assediata e controllata dal gruppo di Hamas, non sono emerse per ora notizie di morti a causa degli attacchi reciproci, ma la tensione ai massimi livelli, nonostante stia pian piano tornando tutto alla normalità.
Tutto ciò è stato causato dalla presa di posizione israeliana verso i musulmani e i palestinesi presenti alla moschea mercoledì. Oltretutto giovedì le forze dell’ordine hanno preso d’assalto di nuovo Al Aqsa In tenuta antisommossa per liberare l’edificio, nonostante alcune specifiche preghiere dei musulmani siano da attuare, nel mese sacro, prevedono di restare all’interno della moschea che si sceglie per qualche giorno.
Il luogo sacro è il terzo più importante all’interno della religione islamica è l’aver colpito persone in preghiera all’interno ha raccolto lo sdegno internazionale che si è riversato su israele come un fiume in piena.
La paura è quella che si riaccendano, come nel 2021, accesi scontri che hanno portato a guerre che hanno generato moltissimi morti tra Hamas e Israele.
Le reazioni internazionali ai raid di Israele
Najib Mikati, primo ministro provvisorio in Libano, ha condannato duramente i lanci di razzi avvenuti dal proprio territorio.
Al Jazeera ha anche affermato che le Forze di pace delle Nazioni Unite stanno indagando su chi è realmente dietro ai lanci cercando di trovare gli autori concreti.
Il governo del Libano ha precisato che: “respinge categoricamente qualsiasi escalation militare.
La forza ad interim delle Nazioni Unite in Libano ovvero Unifil, la missione di mantenimento della pace delle nazioni unite nel paese ha chiesto categoricamente moderazione per evitare una guerra.
La dichiarazione emersa in merito riporta che: “Entrambe le parti (Libano e Israele) hanno detto che non vogliono una guerra”.
Il capo della missione Unifil ha deciso di discutere della cosa seriamente e stanno parlando con le autorità su entrambi i confini libanesi punto hanno aggiunto che: “Le azioni dell’ultimo giorno sono pericolose e rischiano una grave escalation”.
Anche Hamas ha voluto rilasciare una dichiarazione in merito agli attacchi lanciati da Israele verso il Libano e ha precisato che: “Condanniamo fermamente la palese aggressione sionista contro il Libano nelle vicinanze di Tiro all’alba di oggi”.
Secondo i media locali però gli obiettivi colpiti da Israele nella zona più a sud del Libano, sono spazi aperti che potrebbero suggerire la volontà israeliana di evitare un’escalation ma mostrano l’intento di mettere comunque in chiaro la posizione nazionale nei confronti delle milizie islamiche ribelli.
Emerge che un villaggio identificato come quello da cui sono partiti i razzi di giovedì 6 aprile, è lo stesso lasciato in essere non distrutto prendendo per l’appunto come sopracitato di mira spazi aperti.
Israele ha precisato che si stava concentrando nella distruzione di obiettivi appartenenti al gruppo terroristico di Hamas nel raid effettuato venerdì 7 Aprile.
Non va tra lasciato che Hezbollah, additato inizialmente come autore, ha stretti legami con Hamas e entrambi hanno il sostegno dell’Iran.
Un militante di Hamas ha spiegato rivelato che “nessun posto dove nascondersi e il lancio di razzi è stato un modo per l’enclave di difendersi da Israele.”
Basem Naim ha detto da Gaza che i residenti erano impauriti senza sapere dove andare.
Ha sottolineato che: “Non abbiamo un posto dove nasconderci o ripararci. Stiamo solo difendendo noi stessi. È sempre stata una risposta alla continua aggressione israeliana quotidiana”.
All’interno del territorio molto ristretto della Striscia di Gaza sono presenti due milioni di palestinesi ed è passata sotto l’occupazione israeliana insieme alla Cisgiordania e a Gerusalemme est dopo la guerra arabo-israeliana del 1967.
Le autorità israeliane hanno attuato un blocco nei confronti dei cittadini di Gaza sia aereo che marittimo da parte di Israele.
Le autorità israeliane con gli attacchi rivolti verso il Libano potrebbero alimentare l’inserimento del gruppo terroristico di Hezbollah all’interno del conflitto attuale tra palestinesi, Hamas e Israele creando un pericoloso meccanismo che può portare a una guerra in Medio Oriente.
Da tempo il malcontento tra Israele e Hezbollah, che per molto tempo ha sostenuto un conflitto culminato in parità nel 2016, si era appianato ma rischia ora di riemergere più forte che mai.
Le Forze israeliane di difesa hanno precisato che non permetteranno al gruppo armato palestinese della Striscia di Gaza di compiere attacchi dal territorio del Libano.
In merito è stato precisato dalle autorità stesse che: “L’IDF non consentirà all’organizzazione terroristica di Hamas di operare dall’interno del Libano”.
Nonostante la tensione crescente un portavoce militare israeliano ha precisato che ora l’operazione in atto è conclusa. Ha sottolineato ai giornalisti che: “Nessuno vuole un’escalation in questo momento. Al silenzio si risponderà con il silenzio, in questa fase credo, almeno nelle prossime ore”.
Nonostante Israele abbia confermato la colpevolezza di Hamas anche per gli attacchi provenienti dal Libano dato che sono avvenuti mentre Ismail Haniyeh si trovava in visita proprio sul territorio libanese, gli esperti di sicurezza hanno riferito che, nonostante non sia stato l’artefice dell’attacco, è altamente improbabile che Hezbollah non fosse al corrente dell’operazione attuata da Hamas.
Kamir Hayman, ex capo dell’intelligence militare israeliana, ha precisato che a suo avviso: “Non è Hezbollah che spara, ma è difficile credere che Hezbollah non lo sapesse”.
Emerge che l’esercito libanese ha localizzato vicino alla città di Marjayoun un lanciarazzi e lo ha smantellato dato che si trova nel sud del Libano ed è a 6 km dalla città israeliana di mentula.
Le Forze militari libanesi hanno dichiarato ufficialmente su Twitter che stanno lavorando per smantellare il lanciatore dei missili che ne conteneva addirittura alcuni non lanciati.
Un reportage emerso da Al Jazeera ha spiegato che gli attacchi israeliani su Gaza hanno preso di mira l’intera zona ma si sono concentrati sui: “campi militari e campi di addestramento appartenenti ad Hamas” così come su terreni agricoli.”
Nonostante ciò è emerso che i bambini sono rimasti molto spaventati dall’accaduto e che sono stati necessari moltissimi interventi per riferiti emersi dopo gli attacchi.
Sono state danneggiate abitazioni e le schegge cadute sono vicini all’ ospedale Al-Durra nella parte più a est di Gaza.
Si apprende ora che la situazione tra Israele e Palestina si è Libano si è appianata e attualmente la situazione è tornata sotto controllo.
Khodr ha precisato che: “L’esercito israeliano si è fermato prima di dichiarare che la sua risposta alla raffica di razzi di giovedì è terminata. Ma dalle 4 del mattino – quando sono avvenuti i primi attacchi aerei – non ci sono stati ulteriori attacchi. Sembra che la risposta di Israele sia stata misurata. Finora, i segnali mostrano che questa sarà una risposta limitata e che la situazione si è ora diffusa”.
Quanto riguarda invece l’esponente di Al Jazeera a Gerusalemme ha rivelato che: “L’aspettativa generale tra i funzionari israeliani è che si tratti di un approccio di misurazione. La ragione di ciò è che Israele ha recentemente assistito a massicce manifestazioni e la società israeliana è profondamente divisa sulla riforma giudiziaria proposta dal governo di Netanyahu”.
Sottolineando inoltre che: “Qualsiasi ulteriore escalation qui destabilizzerà il Paese. Ecco perché i membri del gabinetto di sicurezza stanno rilasciando dichiarazioni misurate e l’aspettativa è che non ci sarà un’ulteriore escalation”.
La paura emersa tra la popolazione della Striscia di Gaza era che l’escalation portasse aveva una guerra immediata.
L’attivista palestinese Issam Adwan ha riferito ad Al Jazeera che: “È la sensazione che ci si possa aspettare che le bombe siano nelle vicinanze o che tu possa essere l’obiettivo di uno degli attacchi aerei israeliani”.
Precisando anche: “Questa sensazione non è limitata solo a questo particolare ciclo di escalation, ma anche alla mentalità della nuova amministrazione israeliana che brutalizza i civili palestinesi. È una sensazione di tensione, rabbia e paura di poter perdere la vita in qualsiasi momento o luogo”
Un portavoce dell’esercito israeliano ha riferito ai residenti vicino alle zone di Gaza che non sono più obbligati a stare nei rifugi ma hanno confermato che sta tornando tutto alla normalità e si può riprendere il corso abituale della vita quotidiana.
Il ministro degli Esteri britannico James Cleverly ha sottolineato a tutte le parti in questione di ridurre la tensione per evitare un’escalation che si trasformi in una guerra.
Cleverly ha spiegato: “Ora è il momento per tutte le parti in tutta la regione di allentare le tensioni”.