Le regole del rugby possono sembrare complicate e spesso quando si guarda una partita si fa fatica a carpire alcune fasi di gioco e soprattutto le decisioni arbitrali che avvengono durante il match possono risultare poco chiare. Eppure lo scopo del rugby è semplice. Riuscire ad appoggiare la palla ovale oltre la linea di fondo campo avversaria, facendo come da regolamento “meta”. Oltre agli avversari, a rendere tutto più difficile c’è l’impossibilità di effettuare passaggi in avanti. Il pallone ovale può essere trascinato in avanti solo a terra, con le mani facendolo rotolare, oppure calciandolo con il piede. Esistono i passaggi, così come le mischie e i placcaggi. E’ una disciplina maschia, decisamente. Dove gli scontri sono parte stessa del gioco. Vediamo dunque di elencare le regole principali del rugby.
Il campo e il tempo di gioco
Il campo da rugby è rettangolare, simile a quello del calcio. E’ però diviso in modo diverso. Le principali linee sono cinque: la linea di metà campo, le due linee di meta e le due linee dei 22 metri. Ci sono poi due porte, con pali alti da quattro metri a una lunghezza da considerarsi infinita. Distano tra loro 5,64 metri e sono uniti da una barra orizzontale il cui filo superiore è a 3 metri dal terreno. Le dimensioni del campo: minimo 66 x 119 metri (di cui 100 senza contare le aree di meta), massimo 69 x 144. Una partita di rugby dura 80 minuti, divisa in due tempi da 40′ ciascuno. Ma si calcola il gioco effettivo, contrariamente al calcio. Il termine di entrambi i tempi viene decretato dall’uscita del pallone, da una meta o da una mischia. Tra un tempo e l’altro ci sono dieci minuti di sosta.
I ruoli
Esiste il rugby a 15, il più diffuso in Europa e anche quello che si gioca nella Coppa del mondo. I titolari indossano magliette che vanno dal numero 1 al numero 15, come accadeva tempo fa nel calcio (1-8 per il pacchetto di mischia, 9-10 per i mediani, 11-14 per i tre quarti, 15 l’estremo). Il 10 è il mediano d’apertura, il 9 il mediano di mischia (ha visione di gioco ed è particolarmente abile a passare la palla); il 10 deve avere estro e creatività ed è di solito quello che calcia le punizioni. I sostituti a disposizione sono otto.
I placcaggi
I giocatori possono dunque correre in avanti con il pallone in mano, mentre gli avversari possono provare a placcare chi ha la palla in mano, ma non chi ne è sprovvisto. Placcare vuol dire cercare di far cadere a terra, ma è vietato farlo dal collo in su. Quando un giocatore viene placcato e va a terra, deve lasciare la palla o passarla a un compagno prima di andare a terra. Insomma, deve rendere di nuovo giocabile il pallone. L’alternativa è che la squadra avversaria, effettuato il placcaggio, riesca a recuperare la palla.
I falli
Dopo un fallo, l’arbitro permette alla squadra che l’ha subito di ricominciare l’azione successiva in una condizione di vantaggio. Può calciare la palla tra i pali, calciare in touche, fare una mischia ordinata e ripartire con azione alla mano. Quest’ultima permette di ripartire in modo normale, ossia un giocatore può correre con la palla tra le mani o passarla ai compagni.
Calcio, mischia ordinata e touche
E’ solitamente il numero 10 che posiziona a terra la palla nel punto in cui è avvenuto il fallo per calciarla, cercando di farla entrare tra i due pali della porta. La touche è invece una rimessa laterale (spesso alcuni giocatori sollevano un compagno per permettergli di prendere palla, evitando che siano gli avversari a farlo). La palla viene rimessa in campo da un giocatore che sta fuori, il lancio deve essere dritto, esattamente a metà tra i compagni e gli avversari.
La mischia ordinata è la situazione in cui 16 giocatori, otto per parte, spingono gli uni contro gli altri per conquistare il pallone che sta al centro. La squadra che riesce ad avanzare lo fa passare sotto le proprie gambe, riuscendo così a prenderlo e a cominciare l’azione.
Gli altri calci
Abbiamo i ‘grubber’, gli ‘up and under’ e i ‘drop’. Il grubber è una calcio rasoterra per mettere in difficoltà la difesa avversaria. L’up and under è un calcio a campanile. Il drop è un calcio il cui obiettivo è centrare i pali e lo si può fare in qualunque momento.
Il punteggio
Un drop vale tre punti, una meta cinque, un calcio di punizione tre. Dopo ogni meta, la squadra che l’ha realizzata ha diritto a tentare il calcio di trasformazione, un tiro con i piedi. Il punto da cui viene tirato è perpendicolare a quello da cui è stata fatta la meta e la distanza dai pali ha a che fare con il modo in cui è nata l’azione che ha portato alla meta. I calci di trasformazione valgono due punti.
Fuorigioco
Anche nel rugby esiste il fuorigioco, ma è diverso dal calcio. Si considera in fuorigioco ogni giocatore che si trovi davanti al compagno che porta il pallone o davanti al compagno che ha giocato per ultimo il pallone. Un giocatore può tornare in gioco sia tramite l’azione di un compagno sia tramite quella di un avversario: quando cioè si ritrovi dietro la linea di palla per effetto dell’avanzamento di un compagno o dell’arretramento di un avversario.
Il fuorigioco viene sanzionato quando un giocatore interferisce nell’azione dal punto in cui si trova, se si muove in avanti o verso il pallone invece di arretrare, se, in caso di pallone calciato in avanti da un compagno, non si posizioni 10 metri dietro al punto in cui il pallone atterra o viene raccolto.
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