Il conflitto tra Russia e Ucraina sta proseguendo senza tregua al fronte, ma le notizie che sono state trafugate dal Pentagono e poi condivise hanno inevitabilmente portato alla luce informazioni sensibili e riservate, che rivelano particolari sia sulle truppe russe che sull’esercito ucraino, che hanno sollevato preoccupazione e soprattutto timore in merito a come verranno utilizzate e da chi. Zelensky nel frattempo ha chiesto alla Nato di supportare Kiev nella difesa del Mar Nero, mentre Medvedev, dopo le parole delle autorità polacche, ha avvertito che, nel caso in cui la Nato diventi parte del conflitto, la Polonia verrà spazzata via.
La tensione che si è creata nelle ultime settimane ha generato attriti nei rapporti diplomatici internazionali e la divisione tra nazioni occidentali e orientali è sempre più netta. Mentre Mosca si avvicina sempre più a Pechino e Teheran, Kiev invece riceve sempre più aiuti e supporto dagli alleati occidenti che, però, temono la Cina che si è imposta come mediatrice in Asia e Medio Oriente e sembra volersi contrapporre agli Stati Uniti, che sono sempre stati un punto focale nella diplomazia globale.
La fuga di notizie dal Pentagono ha divulgato documenti top secret, che hanno generato malcontento tra le amministrazioni di Kiev e Mosca.
La fuga di notizie che sembra stata attuata dal 21enne statunitense, che si trova attualmente in stato di fermo negli Usa, ha generato un caos globale rendendo pubbliche informazioni che rischiano di mettere in difficoltà le forze militari ucraine ma, allo stesso tempo, anche quelle russe.
Stando a quanto rivelato dalle autorità Usa, la documentazione è autentica ma è stata modificata in alcune parti. Sono presenti rapporti quotidiani che mettono in risalto la strategie delle truppe di Kiev, ma anche la tempistica dei rifornimenti e le carenze belliche riscontrate dai servizi segreti di Washington.
Sono state però svelate anche informazioni riguardanti il Cremlino e la capacità di infiltrazione statunitense all’interno delle istituzioni russ,e ma anche nel gruppo Wagner, è diventata pubblica e ciò potrebbe mettere sensibilmente in pericolo le fonti.
Anche gli alleati di entrambe le fazioni sono state coinvolti nelle indagini statunitensi ed è noto che l’intelligence Usa spia nello stesso modo amici e nemici, ma ciò che è capitato non può essere ignorato e le autorità prese in causa chiedono spiegazioni.
Secondo le informazioni contenute nei rapporti condivisi, il conflitto in Ucraina ha messo a dura prova le forze speciali di Mosca a causa del dispiegamento che ha visto schierate in prima linea numerose squadre, che hanno subito perdite ingenti in base alle analisi emerse dall’intelligence Usa.
Sembra che la decisione di impiegare, già dai primi giorni dopo l’invasione, unità speciali Spetsnaz abbia segnato una sensibile perdita all’interno delle forze speciali. Le truppe sono state utilizzate dal Comando centrale per prendere slancio durante le fasi iniziali della guerra, stando all’analisi dei documenti fatta dal Washington Post. Sembra che le perdite siano state tenute nascoste e non sono riportate nei rapporti ufficiali del Cremlino.
Secondo i funzionari Usa le immagini satellitari mostrano chiaramente che: “tutte tranne una delle cinque Brigate Spetsnaz separate russe che sono tornate dalle operazioni di combattimento in Ucraina alla fine dell’estate 2022 hanno subito perdite significative”.
Nonostante non sia specificato nei rapporti il numero ufficiale dei deceduti durante il conflitto, emergono però intercettazioni statunitensi che sembrano indicare che un’interna brigata di Mosca abbia attualmente soltanto 125 membri attivi rispetto ai 900 schierati inizialmente.
I funzionari di Washington hanno stimato che la Russia impiegherà circa un decennio per riuscire a ricostruire le sue forze speciali.
Sono state condivise immagini che mostrano i primi giorni del conflitto in Ucraina, dove si notato i soldati Spetsnaz arrivare a Kharkiv, Mariupol e anche nella zona del Donbass, dopo essere intervenuti a seguito delle difficoltà riscontrate dalle altre truppe russe.
Le perdite subite da Mosca, secondo i documenti Usa trapelati, hanno compromesso in maniera importante le forze speciali e assieme ad esse anche la capacità di addestramento di nuovi gruppi che: “che la Russia ha utilizzato per portare avanti i propri interessi all’estero”.
Oltre a ciò è anche riportato all’interno dei documenti statunitensi che, tramite un’intercettazione, gli Usa hanno appreso che l’intelligence russa aveva ricevuto la conferma da parte della Cina per avere una fornitura di aiuti letali e aveva pianificato di eludere i divieti descrivendo in materiale come civile.
In un riassunto dei servizi segreti Usa, che si riferisce a febbraio 2023 è riportato che, tramite le informazioni raccolte dalle intercettazioni all’intelligence di Mosca, che la Commissione militare cinese avrebbe: “ approvato la fornitura incrementale” di armi ma anche che era fondamentale tenere la questione segreta.
In un altro documento top secret denominato The Watch Report è presente un report su Pechino che spazia in vari ambiti e sembra mostrare rapporti ambigui tra autorità cinesi e russe.
Le informazioni rubate e condivise hanno innescato un meccanismo che rischia di vedere lesi sensibilmente i rapporti diplomatici degli Stati Uniti anche con gli alleati storici.
Mosca ritiene che si tratti di una bufala, ma ha precisato che sta andando a fondo alla questione. Anche il fatto che sia stato svelato quanto i servizi segreti di Washington siano riusciti a infiltrarsi all’interno di ambiti istituzionali russi, genererà presumibilmente una difficoltà maggiore nel riuscire a estrapolare informazioni utili.
Nella giornata di giovedì 13 aprile è emersa la notizia che il presidente dell’ucraina Zelensky ha chiesto agli alleati della Nato di supportarlo nella difesa del Mar Nero. Un argomento delicato, dato che Mosca ha tentato di conquistare le zone portuali del territorio ucraino in maniera decisa, ma la sua conquista si è frenata a 130 km circa da Odessa.
La richiesta di ampliare la sicurezza, secondo il capo di stato ucraino, è dettata dalla differenza tra la potenza navale russa e quella ucraina, che non è neanche paragonabile.
Oggi, venerdì 14 aprile, il vice presidente del Consiglio di sicurezza della Russia Medvedev ha voluto fare una dura precisazione nei confronti del governo polacco e ha riportato su Twitter queste parole: “Uno stupido di nome Mateusz Morawiecki ha detto che l’Ucraina ha il diritto di colpire la Russia e che non è preoccupato per una guerra della Nato contro la Russia, perché quest’ultima la perderebbe in fretta.”
Precisando poi: “Non so chi vincerà o perderà una guerra del genere, ma considerando il ruolo della Polonia come avamposto della Nato in Europa, questo Paese è destinato a scomparire insieme al suo stupido primo ministro”.
L’astio russo nei confronti della Polonia nasce dal fatto che è sempre stata in prima linea nel sostenere la difesa del territorio ucraino e nel spingere le nazioni occidentali a fornire più aiuti possibili alle truppe di Kiev.
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