Il caro bollette si fa sentire un po’ per tutti. Non solo per i privati cittadini e per le loro case, ma anche per gli uffici pubblici e le scuole. E sono proprio i luoghi dell’istruzione a soffrirne maggiormente, tanto che si sta pensando a come arginare il problema.
Un liceo della provincia di Monza e Brianza ha deciso di sopperire, in questo modo. Ma sono anche altre le scuole d’Italia a comportarsi nella stessa maniera.
L’energia, ormai, ha i costi alle stelle. E non solo a causa della guerra in atto fra Russia ed Ucraina. Il trasporto, il passaggio dalle centrali fin nelle nostre case e nei nostri uffici e scuole: purtroppo, anche quello ha un costo. Ed allora, come fare per ovviare a tutto questo e cercare di risparmiare?
Nelle nostre abitazioni private, possiamo mettere in atto una serie di accorgimenti, per i quali è possibile risparmiare, ad esempio, in certe fasce orarie, o usando determinati elettrodomestici sono ed esclusivamente quado serve e non di più. Ma negli uffici pubblici?
E, ancora più grave, nelle scuole? Il Governo ha decretato che, anche per quel che riguarda la questione gas ed economizzare (quasi al millesimo) le forniture, proprio in tutti gli uffici pubblici, scuole comprese, i termosifoni e caloriferi vari, dovranno avere una temperatura inferiore di 1°, rispetto a quella solitamente utilizzata.
La situazione nelle scuole, forse, è quella più complessa. Il caro bollette, specialmente negli istituti superiori, sta diventando una spesa quasi insostenibile e sono molte le scuole che, preferiscono, anche se con un pizzico di rammarico, attuare la cosiddetta “settimana corta”, non andando a scuola per le lezioni, il sabato.
Il risparmio c’è, ma di quanto? Al liceo scientifico “Banfi” di Vimercate, cittadina in provincia di Monza – Brianza, la scelta di attuare la settimana scolastica dal lunedì al venerdì, non andando il sabato, non è stata facile.
Una decisione “sofferta, difficile e non definitiva”, come fanno sapere dal Consiglio d’Istituto della scuola stessa. Ma il tutto per iniziare ad arginare proprio il costo dell’energia e del gas che, per la struttura scolastica, sta diventando davvero troppo esoso.
Rimodulare e riorganizzare la didattica con una giornata in meno, di certo, non è facile. ma c’è anche un altro motivo per cui, questa scuola, ha preso questa drastica decisione. Trattandosi di un polo scolastico omnicomprensivo (ovvero, insieme al liceo “Banfi”, ci sono altri tre istituti) la decisione è stata necessaria. L’intera struttura ha un impianto di riscaldamento centralizzato e, vista anche la mole di spazi da riscaldare e i tanti studenti che sono presenti al suo interno, ogni giorno lavora a pieno regime.
Ne consegue, quindi, un uso ed un dispendio di energia notevole e anche i costi sono diventati davvero eccessivi. Infatti, secondo i calcoli fatti, la spesa energetica per l’intero polo scolastico, con tutti i rincari che ci sono stati, passerebbe da 4 milioni a 10 milioni di euro l’anno.
Tantissimo per una scuola che, per questo, ha deciso di attuare questo cambio didattico che, precisano, però, non è definitivo. Ma non è soltanto la scuola lombarda ad averlo pensato: in tutta Italia sono tante le strutture scolastiche che stanno attuando questa sorta di “riduzione e rimodulazione” degli orari scolastici, causa proprio l’eccessivo costo dell’energia all’interno delle strutture.
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