Giulia Tramontano è stata uccisa nella serata di sabato scorso, quando – dopo aver avuto un confronto con l’amante del suo compagno – ha discusso animatamente con il fidanzato, una lite culminata con l’omicidio della 29enne.
Alessandro Impagnatiello ha nascosto il cadavere di Giulia nella sua auto, prima di disfarsene, gettandolo in una stradina a poche centinaia di metri dall’abitazione in cui viveva con la futura madre di suo figlio. La sua amante è stata la prima ad accorgersi che era successo qualcosa alla fidanzata di Impagnatiello, perché – dopo averla incontrata – non era più riuscita a mettersi in contatto con lei. La ragazza – collega del 30enne – aveva voluto incontrare Giulia, perché stanca delle bugie del giovane, che le aveva anche fornito un test di paternità falso, negando che il bambino che Giulia portava in grembo fosse suo figlio. Un castello di bugie che si è sbriciolato sotto i suoi occhi e che Impagnatiello non è più riuscito a rimettere in piedi.
Le ultime ore di Giulia Tramontano
Ha nascosto il cadavere di Giulia per almeno un giorno intero nella sua auto e ha inviato un messaggio al cellulare della ragazza, quando lei era già morta, per allontanare da sé i sospetti e continuare la recita che aveva orchestrato con i genitori della 29enne.
”Prima in casa continuavo a guardare la foto della nostra vacanza a Ibiza. So che non sono stato un fidanzato ideale nell’ultimo periodo, facci solo sapere che stai bene”, è il testo del messaggio inviato al cellulare di Giulia. Quando è crollato di fronte ai carabinieri ha raccontato di aver aiutato la ragazza a uccidersi.
«Si era fatta dei tagli. L’ho aiutata spingendole il coltello nel collo». Quando i genitori di Giulia sono arrivati a Senago, c’è stata una violenta discussione. Nel frattempo Impagnatiello ha chiamato la sua ex compagna, da cui ha avuto un bambino, che ora ha otto anni, chiedendole di vederlo, ma lei gli ha negato l’incontro. «Ma sei pazzo? Stanno cercando il corpo di Giulia e tu vuoi che ti porti nostro figlio?» gli avrebbe risposto la sua ex.
Il trasporto del corpo
Lunedì 29 maggio Impagnatiello sporge denuncia di scomparsa ai carabinieri, raccontando che la sua fidanzata è scomparsa, portando con sé 400 euro e il passaporto. Racconta che domenica l’aveva lasciata a letto per andare a lavoro. Da allora non aveva avuto più nessuna notizia di lei.
Le telecamere di sorveglianza però registrano i suoi movimenti. Impagnatiello viene ripreso mentre esce di casa pochi minuti dopo la mezzanotte di sabato e rientra alle 3:15. Dopo 7 minuti esatti lascia nuovamente la casa, questa volta con un lenzuolo arrotolato, che porta nella sua auto. Mercoledì mattina viene eseguito il test del luminol, che rileva tracce della vittima a bordo dell’auto e sulle scale esterne all’abitazione.
Si cerca un complice
Il corpo di Giulia resta in macchina fino alla notte di mercoledì, quando il fidanzato decide di gettarlo in un’area verde dietro alcuni box a poche centinaia di metri da casa. Gli inquirenti stanno cercando di capire se Impagnatiello abbia agito da solo o sia stato aiutato da un complice. Il 30enne ha raccontato di aver fatto tutto da solo, ma su questo punto sembrano esserci ancora dubbi.
Quel che è certo per ora è che l’amante aveva iniziato ad avere paura di lui, tanto che – dopo l’omicidio – Impagnatiello le aveva chiesto di entrare a casa sua, ma la ragazza non glielo aveva concesso. Quando ha visto dei guanti in lattice nel suo zaino, ha iniziato a temere il peggio per Giulia. Ha provato a mettersi in contatto con lei, senza riuscirci, perché Giulia e il piccolo Thiago erano già morti.
