Le condizioni di Silvio Berlusconi si sono aggravate a causa di un attacco acuto di carattere cardiocircolatorio nella notte di ieri. Il Cavaliere, malato di leucemia, era stato ricoverato lo scorso venerdì per alcuni esami di routine
Ieri, 12 giugno, l’ex 4 volte Premier Silvio Berlusconi si è spento all’età di 86 anni dopo aver affrontato, e sconfitto, nell’ultimo trentennio numerose malattie.
L’ultima della lista, la leucemia mielomonocitica cronica, diagnosticata oltre due anni fa ma tenuta in gran segreto sino allo scorso 6 aprile quando le sue condizioni sono precipitate vertiginosamente tanto da rendere necessario il ricovero per 45 giorni, di cui 12 in terapia intensiva, all’ospedale San Raffaele di Milano.
Il Cavaliere era stato ricoverato all’ospedale San Raffaele lo scorso venerdì, appena 3 settimane dopo essere stato dimesso.
I valori dei globuli bianchi, tenuti sotto controllo anche nella sua villa ad Arcore, non rispettando più i parametri, hanno indotto la sua equipe medica, composta dal Professor Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale, Cardio-Toraco-Vascolare e dell’Area Unica di Terapia Intensiva Cardiologica e Cardiochirurgica, il dott. Fabio Ciceri ed il dott. Giulio Melisurgo, ad anticipare “controlli già programmati“.
All’arrivo in ospedale le condizioni del fondatore di Forza Italia erano già delicate, ma non così gravi. Sono peggiorate alle prime luci di lunedì per poi precipitare velocemente. I figli ed il fratello Paolo sono accorsi in ospedale, giusto in tempo per un ultimo saluto.
Negli ultimi istanti di vita, insieme a lui, come sempre negli ultimi mesi, la compagna Marta Fascina che secondo quanto riferito da chi ha avuto modo di incrociarla è apparsa “disperata”.
L’ex Premier, che a fine settembre avrebbe compiuto 87 anni, nell’ultimo trentennio ha affrontato diverse malattie: un tumore alla prostata, diverse disfunzioni del cuore, che nel 2006, l’hanno costretto a sorvolare l’oceano per farsi impiantare negli Stati Uniti un impianto dispositivo antibradicardico (cd. pacemaker). Dieci anni più tardi quelli stessi problemi cardiologici lo hanno portato ad affrontare un intervento chirurgico a cuore aperto. Il delicato intervento è stato eseguito all’ospedale San Raffaele. Lo stesso nosocomio che lo ha curato nel 2009, quando, al termine di un comizio per il tesseramento del partito Il Popolo delle Libertà, Massimo Tartaglia lo aggredì colpendolo al volto con una statuetta.
Nel 2020 è stata la volta del Covid, e ancora una volta è stato il Cavaliere ad avere la meglio.
Nel corso dell’anno successivo si sono susseguiti una serie di lunghi ricoveri, probabilmente proprio a seguito dell’insorgere della leucemia.
Il Gruppo San Donato, uno dei più grandi gruppi di ospedali privati in Italia, dal 2012 proprietario anche dell’ospedale San Raffaele di Milano, ha ringraziato la fiducia dimostrata dal Cavaliere nei confronti della struttura scrivendo: “Nella memoria del nostro gruppo e dell’ospedale non sbiadirà il ricordo di quest’uomo straordinario che ci ha sempre onorato della sua fiducia”.
Il medico personale, e amico, il dott. Alberto Zangrillo, ha invece espresso il suo dolore twittando: “Caro Presidente, Le chiedo scusa ma non trovo le parole. Io e Lei ci siamo capiti”.
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