Rimanere vedove rende le donne più forti. Almeno è questa la conclusione a cui è giunto uno studio italiano, condotto dal dipartimento di Geriatria dell’Università di Padova, in collaborazione con l’Istituto di neuroscienze del Cnr, e pubblicato sul Journal of Women Health. La differenza è evidente non solo tra vedove e donne sposate, ma anche con gli uomini rimasti soli: i motivi sono da ricercare in un insieme di fattori che riguardano benessere fisico e fattori sociali. In pratica, come riporta La Stampa, le vedove hanno meno incombenze di tipo familiare: in una società che tende ad addossare alle mogli la cura della famiglia, anche in tarda età, la scomparsa del compagno può rappresentare un sollievo da compiti a volte gravosi.
Gli studiosi hanno dimostrato che la vita delle donne sposate è ancora dura, specie in una situazione un po’ datata, come quella monitorata dagli esperti, composta da persone over 65, maschi e femmine, monitorati per quattro anni e mezzo all’interno di una struttura sociale tradizionale, dove l’uomo non svolge alcuna mansione casalinga.
Pregiudizio o meno, la realtà è che le donne pagano il loro “ruolo secondario” nella società, come lo definisce lo studio, con una maggior presenza in ambito familiare che, in età avanzata, garantisce maggiori possibilità di non essere sole. I legami affettivi con gli altri membri della famiglia, costruiti in anni di dedizione alla cura e al benessere degli altri, vengono ripagati con una maggior capacità di vivere la vecchiaia. Le donne, rispetto agli uomini sono “più attrezzate contro debolezza e depressione” e, rispetto alle donne ancora sposate, hanno meno preoccupazioni e incombenze, cosa che le porta a vivere una vita più lunga e meno stressata.