Proteste in Siria, i manifestanti accusano il Presidente, in carica, Bashar al Assad per la crisi economica che sta vivendo la nazione. Scontri con la polizia e ci sono stati due morti.
Sweida, in Siria, una delle città ancora sotto il controllo dello Stato è stata il centro di una manifestazione da parte dei cittadini contro il caro prezzi e il peggioramento delle condizioni economiche nella nazione.
I manifestanti accusano il Presidente Bashar al Assad delle condizioni attuali della Siria, la manifestazione violenta ha visto l’intervento della polizia, con scontri tra manifestanti e forze dell’ordine molto violenti. Per sedare la protesta la polizia ha sparato contro alcuni manifestanti, ci sono stati due morti e sette persone ferite.
La rivolta in Sweida
La città di Sweida, situata in Siria, è una delle città ancora in mano allo Stato. Da quando è iniziata la guerra in Siria 11 anni fa, la nazione è divisa in zona controllate alcune dallo Stato, e altre da diversi gruppi che sono in ostilità tra di loro.
La scorsa domenica questa città è stata la protagonista di una delle manifestazioni più violente degli ultimi tempi. I cittadini sono scesi in piazza ed in particolare hanno assaltato l’ufficio del governatore provinciale presente a Sweida per protestare contro il Presidente Bashar al Assad.
I manifestanti accusano il Presidente, attualmente in carica, di essere la causa del rincaro dei prezzi e del peggioramento delle condizioni economiche nella nazione. La manifestazione è stata molto violenta e ha visto l’intervento delle forze dell’ordine che per bloccare i manifestanti hanno sparato su alcuni di loro.
Ci sono state due vittime, un manifestante e anche un poliziotto mentre altre sette persone sono rimaste ferite. Oltre ad essere particolarmente insolita, come manifestazione, per la sua violenza è anche insolito che in questa zona del Paese si siano verificate proteste.
Infatti la città è particolarmente abitata dai drusi che dall’inizio del conflitto fino ad oggi si sono sempre tenuti lontano dalla guerra, rifiutandosi anche di autorizzare i loro seguaci all’arruolamento nell’esercito.
I drusi sono dei seguaci di una specifica minoranza religiosa con una dottrina monoteista che deriva dalla religione mussulmana sciita.
Cosa è successo nella città di Sweida
Domenica scorsa un centinaio di manifestanti si è radunato nel centro cittadino intorno al palazzo del governo nella provincia di cui Sweida è il capoluogo. Inizialmente i manifestanti hanno intonato dei cori con cui chiedevano il rovesciamento dell’attuale presidente Assad e di tutto il suo governo.
In un secondo momento sono invece entrati nel palazzo con la forza ed hanno saccheggiato e incendiato alcune parti del palazzo. Hanno poi realizzato un rogo davanti all’entrata del palazzo con alcune cose recuperate all’interno.
Diversi sono stati i video circolati in rete in cui i manifestanti calpestavano e bruciavano quadri riportanti la figura di Assad. Secondo quanto riportato dall’agenzia AFP, su dichiarazione di Rami Abdel il capo dell’associazione chiamata Syrian Observatory for Human Rights è in questo momento che la polizia ha sparato contro alcuni manifestanti uccidendone uno.
Le manifestazioni non sono finite qui, perché mentre avveniva tutto questo, in altre zone della città, secondo quanto riportato dal Ministro dell’Interno Siriano, alcuni manifestanti hanno invece cercato di assaltare alcuni commissariati di polizia. Ed è stato in un uno di questi scontri che è morto un poliziotto.
La repressione della manifestazione da parte della polizia, è stata molto imponente, e secondo quanto mostrano i video mostrati nella TV locale Suwayda 24, le forze dell’ordine per sedare le proteste hanno sparato contro i manifestanti in fuga.