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Spettacoli

Le voci di una reunion degli Oasis sono fondate?

Gli Oasis stanno davvero per tornare? Gira voce da qualche ora che sia pronta una reunion della band, ma ecco cosa c’è di vero.

Oasis – Nanopress.it

Gli Oasis hanno scritto la storia della musica mondiale, ammettiamolo. Sono stati loro (alcuni dei) pionieri del Britpop, hanno immesso sul mercato discografico successi immortali (Wonderwall già basta e avanza, non abbiamo bisogno di citarne altri e già questo la dice lunga). Poi, proprio quando erano sulla cresta dell’onda, l’addio, arrivato come un fulmine a ciel sereno nell’estate del 2009. Da allora sono passati quasi 14 anni e pare che qualcosa si stia finalmente muovendo. Ecco cosa sappiamo al riguardo.

La storia degli Oasis, dal successo allo scioglimento

Parenti serpenti, si dice, ma in effetti la storia degli Oasis non ci aveva fatto ben sperare nel per sempre almeno tra fratelli. Vogliamo ricordarla? Facciamolo, ma con un pensiero in mente: a breve dovrebbero – lasciamo il condizionale per adesso, che è meglio – tornare. Almeno, a quanto sappiamo oggi, tra non molto si dovrebbero incontrare per decidere cosa farne di una band che ha solo collezionato successi su successi in tutto in mondo (ma che sarà mai di fronte a qualche bega familiare?). Ma procediamo per gradi.

Sono gli anni ’80. In Gran Bretagna stanno prendendo piede band come i Duran Duran, i The Clash e poi ci sono gli ormai già (quasi) veterani come i Led Zeppelin. Il rock è vivissimo, ma non solo, perché è affiancato anche dalla new wave – nata da pochissimo in realtà – dal synth pop – idem con patate – ma non basta neanche questo. Non credete mancasse qualcosa? Sì, certo che mancava qualcosa.

Proprio allora sbarcano nel mare magnum delle band inglesi – ma non solo – i The Rain, nati in un quartiere di Manchester, Burnage (a poco più di sei km dal centro). No, non erano né Liam né Noel Gallagher i protagonisti di questo gruppo nascente: c’erano Paul Bonehead Arthurs alla chitarra, Tony McCarroll alla batteria, Paul Guigsy McGuigan al basso e Chris Hutton alla voce. Non vi dicono nulla questi nomi (tranne l’ultimo)? Se siete appassionati di musica e avete amato (e amate ancora) gli Oasis, dovreste averli sentiti nominare più e più volte: proprio loro – al netto di Hutton e con l’aggiunta dei fratelli – daranno vita alla famosissima band.

Quello che ci fu nel mezzo – in quegli anni ’80 infiammati da chitarre elettriche potentissime e da riff indimenticabili (chi non ricorda Sweet Child O’ Mine, dell’87?) – non tutti lo conoscono.

Andando in ordine puramente cronologico, scavando a fondo in quegli anni, troviamo dapprima l’arrivo di Liam – che fu chiamato da Bonehead dopo l’addio di Hutton – la scarsità (non troviamo altri termini per dirlo) delle prime demo, lontanissime dai successi che sarebbero arrivati dopo, che lo stesso Gallagher junior era solito definire mediocri, l’arrivo di Noel, che risollevò in un certo senso le sorti della band (ma forse il fratello lo ha dimenticato poi). Parliamo un po’ di lui: non molto tempo prima, aveva mollato tutto – ma soprattutto sua mamma Peggy – per partire insieme agli Inspiral Carpets. Noel prese parte al loro tour, sì, ma in qualità di roadie, (cioè semplicemente tecnico di tournée).

Nel frattempo gli anni ’80 erano finiti: erano arrivati gli anni ’90 – era il ’91 precisamente – e i The Rain di strada ne avevano fatta ben poca. La fama, quella vera, era ancora lontanissima: i loro pezzi erano deboli, non vi era nulla di memorabile in quello che suonavano – né negli arrangiamenti né nei testi, sia chiaro – e poi risultavano troppo Stone Roses dipendenti e questo li rendeva ancora meno originali. 

Per Noel il punto di forza era il fratellino minore Liam (che allora non era neanche ventenne). A quel punto avanzò una proposta: lui sarebbe stato The Chief (letteralmente il capo, com’è ricordato ancora oggi) e quindi lui avrebbe deciso cosa fare dal punto di vista artistico: sarebbero spettate a lui, cioè, tutte le decisioni su melodie e parole e nessuno avrebbe potuto obiettare. La leggenda narra che all’epoca Noel avesse nel suo cassetto circa 50 brani già su cui lavorare. Da lì, nacquero gli Oasis (nome scelto da Liam, per inciso) come li conosciamo oggi.

A quel punto la band era servita: risale al ’92 il loro primissimo concerto, a Boardwalk e da quel momento il loro nome iniziò a girare praticamente ovunque, raggiungendo ogni parte del globo. Da lì, il contratto con la Sony, i successi, gli album – che iniziarono poi a registrare numeri incredibili – le luci della ribalta. Ma, si sa, queste possono essere accecanti e arrivare a modificare anche visivamente la realtà.

E infatti arriviamo al 2009. Sono passati ormai quasi vent’anni dal (vero) esordio della band sulle scene. Era precisamente il 28 agosto, l’estate stava finendo e gli Oasis stavano per esibirsi nel festival francese Rock En Seine, che alla fine si tramutò nell’arco di pochissimo tempo nel palco dell’ennesima lite tra Liam e Noel, quello decisivo però, che pose fine ad un’era, nel vero senso della parola.

Ma cosa successe esattamente? Oggi lo sappiamo tutti ormai. Si dice che, mentre erano nel backstage ed erano intenti a prepararsi per la loro esibizione, i fratelli iniziarono a discutere. La miccia ormai era accesa, ma l’incendio doveva ancora divampare: le fiamme iniziarono a diventare sempre più rosse e cocenti, ma esplosero totalmente solo nel momento in cui Liam distrusse la Gibson ES 355 rossa di Noel.

Quest’ultimo, a quel punto, non ebbe altra scelta (forse sì, ma in quel giorno di quasi 14 anni fa pensò che fosse quella l’unica strada da seguire): decise di lasciare sia quel festival, che la band. Il resto è storia: l’annuncio da parte dei Bloc Party – che erano saliti sul palco immediatamente prima degli Oasis e si stavano esibendo – che di fatto i loro “colleghi” non li avrebbero mai raggiunti. poi quello (ufficiale) da parte di Noel che, sul loro sito, scrisse questo: “È con grande dolore e grande sollievo che annuncio la mia uscita dal gruppo. Mi dispiace per i fan e per tutte le persone che ci apprezzano e che hanno comprato i biglietti per le date di Parigi, Costanza e Milano, ma non potrei continuare a lavorare con Liam nemmeno per altre 24 ore”.

Ecco, la colpa quindi era del fratellino minore che, a quanto pare, non prese benissimo la sua decisione. A testimoniarlo, le sue parole in un’intervista rilasciata anni dopo al Corriere della sera, in cui presentò il suo nuovo album C’Mon You Know, ma parlò anche senza mezzi termini dello scioglimento della band, dicendo: “Non ci saremmo mai dovuti sciogliere. Non doveva accadere. Avevamo lavorato molto per arrivare dove eravamo, ma non siamo mai stati grandissimi. Lo eravamo in Inghilterra, ma non altrove. Non eravamo la più grande rock’n’roll band del mondo. C’era ancora molto da fare”.

Oasis – Nanopress.it

Come abbiamo anticipato, sono passati ormai quasi 14 anni da quel fatidico 28 agosto del 2009 e pare che gli Oasis possano tornare.

La verità sulla reunion

Non è la prima volta che si dice che gli Oasis potrebbero tornare. Circa quattro anni fa, a dieci anni esatti dal loro addio al mondo discografico, già iniziò a girare una voce analoga. Tutto partì da un tweet: in quel periodo girava la voce che Rory Stewart e Michael Gove, i candidati alla successione di Theresa May, avessero fatto in passato uso di droghe. A quel punto Liam scrisse sul suo account personale: “Il mio nome è Liam Gallagher. Ho quattro bellissimi figli, mi sono divertito con le droghe negli anni e ho avuto molti numero 1 in classifica. Adesso mandatemi le chiavi del numero 10 (riferimento al 10 di Downing Street, sede del governo britannico, ndr) che sistemerò questo mucchio di m***a. Perché io? Perché no?”. Fu a quel punto che un suo fan gli chiese quale sarebbe stata la sua primissima mossa qualora fosse diventato Premier. La sua risposta spiazzò letteralmente tutti: “Il ritorno degli Oasis sarà legge”.

A quel punto i fan avevano iniziato a sognare: era chiaro che Liam avesse voglia e intenzione di riunire la band, ma qualcuno si spinse più in là con la fantasia e ipotizzò addirittura che in realtà Gallagher junior avesse saputo qualcosa e quello fosse un modo per annunciarlo in maniera semi-ufficiale. Non era così ovviamente, adesso lo sappiamo.

Nel frattempo sono passati altri quattro anni e nulla si è smosso da allora in pratica. Pare, però, che adesso qualcosa stia davvero per cambiare (finalmente dovremmo dire): si dice, infatti, che tra i due fratelli i rapporti negli ultimi tempi siano migliorati, che si stiano sentendo spesso e che a breve dovrebbero incontrarsi per parlare di un’ipotetica reunion. Ipotetica, appunto, ma ci piace sognare, anche perché conosciamo anche già la (presunta) location in cui Liam e Noel dovrebbero vedersi (e anche l’opzione b): pare che l’incontro avverrà a Londra, nei dintorni delle loro case ad Hampstead Heath, oppure, in alternativa, nello stadio del Manchester City.

Già questa è un’ottima notizia per tutti i fan della band, soprattutto considerando che negli ultimi anni i due si sono mandati – a distanza ovviamente – stoccate su stoccate, Noel ha accusato Liam più volte di aver sfruttato le canzoni che lui stesso aveva composto per gli Oasis e sembrava che comunque non volesse proprio saperne di tornare sui suoi passi.

Adesso l’unica certezza che abbiamo è che quantomeno qualcosa si è mossa. Come ha chiaramente affermato una fonte alla stampa inglese, infatti: “C’è molto tempo perso da recuperare. (…) Hanno bisogno di mettere una toppa al loro legame fraterno prima ancora di pensare di tornare in studio per una reunion degli Oasis: ma le ruote sono in movimento”. E speriamo che portino di nuovo alla strada del successo.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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