La Lega ha proposto in Parlamento una proposta di legge che introduce un bonus matrimonio che arriva fino a 20.000 euro soltanto però per chi decide di sposarsi n chiesa con rito religioso. Il ddl è stato presentato ufficialmente alla Camera dei deputati.
Una proposta che delinea la filosofia di pensiero del partito in merito all’ideale di famiglia e restringe addirittura il bonus soltanto a chi contrarrà il matrimonio con rito religioso in chiesa. Dalle ultime ricerche Istat è emerso che i matrimoni celebrati con rito civile hanno subito un incremento dello 0,7% mentre per quanto riguarda il matrimonio celebrato in chiesa i dati riportano un calo che resta costante. L’idea della Lega è quella di rendere nuovamente radicata nei giovani l’unione solida e storica celebrata davanti a Dio. Una manovra che sicuramente attirerà commenti e disappunto e che restringe obiettivamente chi fa parte, per la destra, della famiglia ideale. Poi la retromarcia: “Va bene per tutti“.
Lega bonus matrimonio solo per chi si sposa in chiesa
La proposta della Lega è firmata da numerosi parlamentari come il vice-capogruppo a Montecitorio, Domenico Furgiuele, poi il presidente della commissione Attività Produttive e Turismo, Alberto Gusmeroli, i parlamentari Simone Billi, Ingrid Bisa e Umberto Pretto. L’idea a cui hanno pensato è quella di introdurre questa norma per riuscire a riequilibrare il divario tra unioni civili e religiose.
L’ideale di famiglia perfetta della destra è delineato è chiaro da molto tempo e, secondo loro, come riportano nella nota introduttiva del ddl, le ricerche effettuate dall’Istat in merito ai matrimoni evidenziano una tendenza in crescita soltanto nelle unioni civili e ciò ha spronato il partito a promuovere questo bonus.
Secondo il deputato del Carroccio le cause: “Che allontanano le giovani coppie dall’altare e che le portano a prendere in considerazione solo ed esclusivamente il matrimonio civile sarebbero principalmente di natura economica” sostenendo che: “il matrimonio civile è di per sé una celebrazione meno onerosa rispetto al matrimonio religioso”.
Secondo il deputato della Lega il peso non va soltanto alla ragione economica perché “molte coppie sono dubbiose sui corsi prematrimoniali, i quali hanno una finalità ben precisa e spesso sottovalutata: cercare di far capire alla coppia se si è realmente pronti nel prendere la decisione di sposarsi”. Questo ha fatto maturare l’idea di un incentivo che andasse a consolidare una tradizione che ha perso un po’ le radici e che secondo la Lega è il fondamento di una vera famiglia.
Cosa prevede il bonus
Il bonus matrimonio proposto dalla Lega si riferisce unicamente ai matrimoni religiosi che avvengono in chiesa. Nessun bonus previsto per i matrimoni civili. Un modo per differenziare le unioni che certamente farà discutere l’opposizione.
Si tratta di un bonus che prevede un rimborso IRPEF pari al 20% delle spese sostenute per il rito religioso fino ad un massimo di 20.000 euro. Non un reale sussidio ma l’elenco delle spese, che si possono introdurre nella richiesta per ricevere la detrazione, è davvero ampio.
Comprende ogni spesa legata al matrimonio dagli ornamenti alla parrucchiera e estetista per la sposa arrivando fino al ristorante. Il bonus prevede che l’ammontare spettante alla coppia venga suddiviso in 5 rate e si potrà favorire della detrazione quindi in cinque anni dato che ne verrà corrisposta una all’anno.
I vincoli per poter accedere al bonus matrimonio della Lega oltre ovviamente al rito in chiesta sono: avere la cittadinanza in Italia da almeno dieci anni, non superare un reddito familiare di 23mila euro o di 11.500 euro a persona. Una manovra che se dovesse passare sarà molto cara per le casse dello Stato dato che prevede che vengano stanziati 716 milioni di euro.
Poi la retromarcia, direttamente da uno dei proponenti. “La proposta di legge a mia prima firma, volta a incentivare il settore del wedding, che per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no“. ha annunciato Furgiuele.