Un sistema di rating per valutare lo stato di salute dei club di Lega Pro, è questa la proposta di Gabriele Gravina per dare nuovo slancio al calcio, puntare sulla qualità e ridare fiducia e credibilità al sistema, evitando un eccessivo numero dei club iscritti al campionato senza avere sufficienti requisiti qualitativi. La ‘Tripla A per il calcio italiano‘ è prevista dal prossimo campionato (2017/2018). La valutazione delle squadre si baserà sulla salute economico finanziaria dei club, sulla qualità e la proprietà degli stadi, sull’organizzazione, sulla valorizzazione dei giovani e legame con il territorio. Scopriamone i dettagli.
Standard minimi e buone pratiche per attribuire un rating ai club, premiare i più virtuosi e spingere i meno virtuosi a cambiare, riformando il calcio professionistico. Questo l’obiettivo con il quale nasce ‘il sistema di rating di Lega Pro‘, iniziativa portata avanti dal presidente Gabriele Gravina con l’obiettivo di adottarla nella sua Lega con la speranza che possa essere ritenuta di interesse anche dagli altri vertici del calcio e delle altre federazioni.
Ma come funziona in pratica? Ogni squadra dovrà raggiungere dei punteggi minimi per potersi iscrivere al campionato e per ricevere maggiori risorse dai contributi di Lega. Il sistema di rating non si sostituirà e non si sovrapporrà al sistema delle licenze che rimarrà la base per l’ammissione al Campionato.
La Lega Pro, da sempre proiettata alla formazione dei giovani e della classe arbitrale e pioniera nella sperimentazione di nuove regole, istituirà quindi un’apposita Commissione chiamata a valutare e verificare ogni anno, successivamente alla trasmissione dei bilanci, i dati forniti dai singoli club determinando i singoli punteggi e attribuendo il conseguente rating.
Il sistema il riconoscimento di crediti derivanti da Standard Minimi (SM) e crediti derivanti da Buone Pratiche (BP) individuati a seconda delle priorità attuali della Lega Pro, prevede la necessità di ottenere complessivamente 80 crediti per SM e 120 crediti per BP. Le quattro aree individuate per l’assegnazione del punteggio avranno di conseguenza un peso diverso e un valore massimo indicato in termini percentuali rispetto al totale dei crediti: il settore ‘Economico – Finanziario, Societario e di Governance’ peserà quindi per il 30% del totale dei crediti conseguiti; l’ ‘Infrastrutturale’ per il 20%; le due aree ‘Politiche del settore giovanile’ e ‘Relazione con il territorio e aspetti sociali’ incideranno ognuno per la quota del 25%.
“Possiamo considerarla una vera e propria rivoluzione” – annuncia Gravina – che sarà sottoposta al vaglio del Consiglio Federale per una valutazione “politica” di competenza. Il sistema di Rating punta a premiare i club più virtuosi e non deve essere considerato uno strumento punitivo, bensì uno stimolo al cambiamento e al miglioramento. “La Lega Pro, e il calcio professionistico, hanno bisogno di uno strumento che possa stimolare iniziative tese a superare le criticità generate dall’attuale sistema. Da tempo sentivamo la necessità di una novità forte e innovativa. Riteniamo di averla trovata con il sistema di Rating e offriremo la massima collaborazione a tutti coloro che vorranno condividerla e applicarla, nel calcio come in altri sport”, conclude Gravina.
E se è vero che negli ultimi anni il calcio ha perso credibilità verso il pubblico, il mondo finanziario e gli sponsor, la riforma annunciata dalla Lega Pro mira a migliorare proprio questo stato di salute precario. Va ricordato che come indirizzo generale è prevista la non ammissione al campionato per chi non raggiungerà lo standard minimo, ma è altrettanto vero che la Lega Pro concederà almeno tre anni di tempo per adeguarsi alle indicazioni previste e durante questo periodo aiuterà i club a raggiungere il traguardo.
In collaborazione con AdnKronos