Da diversi decenni, svariati accordi internazionali hanno legalizzato l’uso della droga a scopo terapeutico, mentre l’utilizzo ricreativo è rimasto interdetto. Proprio per questo l’argomento, ‘legalizzazione della marijuana in Italia, pro e contro’ è sempre di grande attualità. Oggi la droga è consumata dal 5% della popolazione mondiale, percentuale nettamente inferiore rispetto a quella dei consumatori di tabacco (30%) e alcol (25%). Il numero di decessi per droga si aggira intorno ai 500mila l’anno, un’inezia se paragonata ai 6 milioni di morti per patologie causate dal consumo di tabacco, o anche ai 3 milioni legati all’abuso di alcool. Aver reso illegale il consumo di droga ha dato vita a un potentissimo narco-traffico, responsabile di un giro d’affari annuo di 300 miliardi di dollari. La politica sta tentando di arginare i danni, tuttavia, ad oggi, in Italia, non è ancora stata identificata una corretta strategia d’azione.
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Quali sarebbero dunque i pro e i contro di una eventuale legalizzazione della cannabis in Italia? Al momento gli effetti benefici e quelli negativi sembrano giocarsi una partita al pareggio e ciò non aiuta di certo il mondo della politica nel prendere decisioni a riguardo. Il dibattito è tuttavia molto acceso: da un lato i proibizionisti sono convinti che la legalizzazione porterebbe un aumento dei consumi e della criminalità; dall’altro i sostenitori della legalizzazione ritengono che liberalizzando si escluderebbero di fatto le organizzazioni criminali, inoltre si potrebbe avere un maggior controllo e tutela dei minori e delle categorie di persone più esposte.
LEGALIZZAZIONE DELLA MARIJUANA IN ITALIA: I PRO
Il traffico di stupefacenti influenza potenzialmente in maniera importante il Pil del nostro Paese. Secondo uno studio condotto nel 2009, da Marco Rossi, per l’università La Sapienza di Roma, i vantaggi per lo Stato sarebbero quantificabili in 10 miliardi di euro all’anno. Somma proveniente in parte dal gettito fiscale e in parte dal risparmio generato dall’utilizzo di minori risorse per la prevenzione e la persecuzione dei reati collegati alla vendita e al consumo di cannabis e dei suoi derivati. Pertanto è evidente che se la produzione e la distribuzione fossero gestite dallo Stato, potrebbero rappresentare un’importante fonte di guadagno.
La vendita delle droghe leggere rappresenta la metà del traffico complessivo degli stupefacenti. Secondo la Direzione nazionale antimafia, per ridurre la liquidità alla criminalità organizzata e ostacolare la vendita delle droghe pesanti, è fondamentale rendere legale la vendita di quelle leggere.
Legalizzare la marijuana consentirebbe alle autorità competenti, di avere un maggiore controllo sulla sua distribuzione. Con una legge ad hoc si potrebbero stabilire dei limiti per il possesso e anche delle pene severe per chi supera tali quantitativi o attraverso il consumo mette a rischio la vita degli altri, come accade ad esempio mettendosi alla guida di un veicolo.
La legalizzazione della cannabis consentirebbe di tutelare maggiormente la salute dei consumatori. Non bisogna dimenticare che molti effetti negativi della marijuana sono legati agli additivi nocivi utilizzati nella produzione. Con la legalizzazione, si avrebbe un maggior controllo della filiera e di conseguenza una produzione di cannabis più pulita. Si potrebbe ad esempio evitare il diffondersi di prodotti come l’Amnèsia, ottenuta aggiungendo alla marijuana metadone, eroina o altre sostanze chimiche, che spingono verso il consumo di droghe più pesanti. Inoltre, le etichette sulle confezioni dovrebbero riportare con precisione il quantitativo di principio attivo presente, così il consumatore sarebbe più consapevole di ciò che consuma e in quali quantità.
La legalizzazione della marijuana offre un altro importante vantaggio, ovvero l’utilizzo della sostanza a scopi terapeutici. In molti Stati, infatti, la cannabis viene utilizzata per alleviare il dolore dei malati terminali di tumore o come ausilio nel corso di cure particolarmente dolorose.
LEGALIZZAZIONE DELLA MARIJUANA IN ITALIA: I CONTRO
Nel 2011, il Dipartimento per le Politiche antidroga ha smentito l’ipotesi di vantaggio economico teorizzata da Rossi: creare un apposito comparto statale in grado di gestire la produzione e il commercio di cannabis avrebbe un costo così elevato da azzerare qualsiasi possibile vantaggio teorico.
Con la legalizzazione della cannabis, esiste concretamente il rischio di un aumento dei consumatori: a confermarlo è l’economista Liana Jacobi, la quale ipotizza che possa essere necessario aumentare il costo della cannabis, per disincentivarne l’uso, in particolar modo tra i giovanissimi.
Se molti studi confermano che l’utilizzo della cannabis possa essere utile ai fini terapeutici, ve ne sono altrettanti che sostengono la non dimostrabilità, ad oggi, di reali benefici connessi all’utilizzo di questa droga leggera per finalità mediche. Addirittura alcuni esperti sostengono che il consumo prolungato di cannabis porti allo sviluppo di diverse patologie, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio, come la bronchite cronica. Non è tuttavia, ancora del tutto chiaro se l’uso prolungato di cannabis sia associabile a malattie come asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva. Diversi studi confermano invece che l’uso di cannabis aumenti il rischio di sviluppare schizofrenia, disturbi psicotici e ansia; in minima parte anche depressione.
Infine, diversi studi hanno dimostrato che nei paesi in cui la cannabis terapeutica è legalizzata si registra un aumento del rischio di overdose non intenzionale in pazienti pediatrici, ‘che possono ingerire involontariamente la sostanza se la reperiscono nella propria abitazione’.
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