Dopo una riunione del Consiglio dei ministri durata fino a tarda notte, il governo di Giorgia Meloni ha licenziato la legge di bilancio. Un successo, ha detto in conferenza stampa la presidentessa del Consiglio, considerato soprattutto che ci sono riusciti in un mese. Sono stati stanziati 35 miliardi e avrà come obiettivi principali la crescita e la giustizia sociale.
Attenzione per chi “si rimbocca le maniche” e per le famiglie meno abbienti, ha spiegato ancora Meloni durante la presentazione a Palazzo Chigi della manovra. Un occhio importante è stato messo soprattutto nelle bollette e nella crisi energetica, in cui sono state stanziate più della metà delle delle risorse disponibili.
Meloni: “Sono molto soddisfatta della legge di bilancio, c’è visione politica”
È stato desecretato il disegno di legge di bilancio per il 2023. Ed è la presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, a spiegare le misure nella Sala funzionale della presidenza del Consiglio, accompagnata da Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, il sottosegretario Maurizio Leo, e Marina Calderone, ministra del Lavoro.
In diretta la conferenza stampa del Presidente @GiorgiaMeloni in merito al disegno di #leggedibilancio 2023 e agli ulteriori provvedimenti approvati dal Consiglio dei Ministri n.5https://t.co/e8tEnAI1hg
— Palazzo_Chigi (@Palazzo_Chigi) November 22, 2022
“Sono molto soddisfatta del lavoro fatto, per due ragioni fondamentali: primo, abbiamo scritto una legge di bilancio che non si limita a un lavoro ragionieristico ma fa scelte politiche, in appena un mese abbiamo scritto una legge finanziaria che ricalca e racconta una visione politica“, ha iniziato la premier in conferenza stampa. Le risorse, da 35 miliardi di euro, si sono concentrate sulle priorità, per questo Meloni considera la manovra “coraggiosa, coerente con gli impegni presi con il popolo italiano. Coraggiosa nella misura in cui scommette sul futuro“.
Tra le priorità la crescita, che vuol dire “mettere in sicurezza il tessuto produttivo, premiare chi si rimbocca le maniche“, e la giustizia sociale, in cui c’è stata particolare attenzione per le famiglie, per i redditi più bassi e per le categorie più fragili.
La felicità della presidentessa del Consiglio è data anche dal fatto che per approvare la legge di bilancio è stata utilizzare un “approccio da bilancio familiare“, per cui “quando ti occupi del tuo bilancio e le risorse mancano non stai a preoccuparti del consenso ma di cosa sia giusto fare per far crescere la famiglia nel migliore dei modi, si fanno delle scelte e ci si assume delle responsabilità“.
Gran parte dei fondi, 21 miliardi nello specifico, sono stati destinati ai provvedimenti destinati al caro energia. “Confermiamo e aumentiamo i crediti di imposta, che passano dal 40% al 45% per le aziende energivore e dal 30% al 35% per le aziende non energivore“, ha proseguito la premier che poi ha spiegato che lo Stato è intervenuto anche per calmierare le bollette per le famiglie: sarà di 15mila euro l’Isee di chi potrà accedere alla misura.
Poi, nella manovra “c’è il taglio de cuneo fiscale, confermiamo il taglio del 2pc per i redditi fino a 35mila euro, prorogato, ma aggiungiamo un 1pc di taglio del cuneo, che arriva al 3pc per i redditi fino a 20mila euro“. La misura, ha spiegato, “aiuta i redditi più bassi. Questa misura, al netto dell’intervento sull’energia, è la più costosa, oltre 4 miliardi al netto. L’altra grande priorità la abbiamo data al taglio del costo del lavoro“.
E a proposito del mondo del lavoro, è stata introdotto l’azzeramento della contribuzione per le assunzioni, ovvero “più assumi meno paghi. Ma l’incentivo all’assunzione” vale “per chi assume giovani under 35, donne, precettori del reddito di cittadinanza” e “vale per i nuovi contratti, vuol dire che non vale per chi licenzia qualcuno e assume qualcun altro“, e si adotta inoltre per chi decide di “stabilizzare lavoratori con contratti a tempio indeterminato“.
Sul capitolo pensioni, si è deciso di aiutare le minime, che “saranno rivalutate del 120%, l’aumento maggiore in rapporto all’inflazione lo avranno le pensioni più basse. Tutte le pensioni fino a 2mila euro saranno rivalutate del 100%“. “Per le pensioni superiori a 5mila euro fermiamo l’indicizzazione al 35%“, ha poi sottolineato la premier Meloni. Ma non solo, perché verranno rivalutate tutte le pensioni “secondo l’indicizzazione ma con una percentuale diversa“, una scelta di cui si assumano la responsabilità.
Qualche parola, la premier, l’ha spesa anche sul congedo parentale: “Io ho sempre pensato che molte madri non se lo potessero permettere con il 30% della retribuzione. Noi abbiamo aggiunto un mese di congedo facoltativo retribuito all’80% e utilizzabile fino al sesto anno di vita. Una sorta di salvadanaio del tempo senza ritrovarsi in condizione economiche difficili“, ha detto.
Importante il capitolo sul reddito di cittadinanza, per cui si è mantenuto un impegno. Il governo, quindi le varie forze politiche, hanno sempre detto che era una misura sbagliata, “che mette sullo stesso piano chi può lavorare e chi noi“, ed è questa la filosofia che li ha mossi per cambiare le cose, certo ci sarebbe voluto più tempo per cambiarla ancora, perché in un mese non si poteva fare tutto.
Si continuerà a tutelare “chi non può lavorare, disabili, anziani, famiglie senza redditi con minori, donne in gravidanza, ma per gli altri il reddito di cittadinanza viene abolito nel 2023“. Già a partire dall’anno prossimo, però, non potrà essere percepito per più di otto mesi complessivi e decade al rifiuto della prima offerta di lavoro. La scelta è dovuta al fatto che non è stato “messo in campo tutti gli strumenti ci siamo dati un periodo transitorio“, ma “una scelta c’è già, il contributo per chi assume percettori di Reddito di cittadinanza va in questo senso. Ma anche il fondo sociale europeo può intervenire per formare le persone“.
Sul reddito di cittadinanza, ha detto, “vedo forze politiche che chiamano la piazza, bene. Ma chi lo ha pensato, lo ha immaginato come uno strumento con cui lo Stato deve occuparsi delle persone da 18 a 60anni? Evidentemente non ha funzionato come doveva. O alcuni pensavamo che ci sono persone di cui lo Stato si occupa all’infinito? Lo Stato aiuta trovando un posto di lavoro e migliorando la condizione di queste persone“, ha chiesto provocatoriamente Meloni.
Poi Meloni ha parlato dello “stanziamento di 500 milioni contro il caro carrello“. Il governo ha deciso di non dare il via libera all’azzeramento dell’Iva su pane e latte “perché non potendo distinguere il reddito, la misura si sarebbe spalmata anche su chi non aveva bisogno”, per cui si è deciso di “selezionare con decreto alcuni alimenti e utilizzare questi 500 milioni per abbassare il prezzo di quei beni per gli incapienti attraverso la rete dei Comuni“.
Verrà lanciato, quindi, un appello “ai produttori e ai distributori per aiutarci: diremo, in base a chi aderirà calmierando a sua volta il prezzo, quali sono i produttori e i distributori che hanno aderito” alla nostra iniziativa, ha proseguito la presidentessa del Consiglio.
Nella manovra è stato “confermato il tetto al contante a 5.000 euro” uscito dal decreto legge Aiuti quater, ribadendo la scelta di far salire il tetto da 1000 a 5mila ma tenendolo comunque “al di sotto della media europea“.
È stata poi inserita una misura “contro la pratica sleale degli esercizi apri e chiudi, cioè di quegli esercizi che aprono, non versano nulla nelle casse dello Stato, spariscono e poi ricominciano daccapo“. Sarà l’Agenzia delle Entrate a verificare convocando il titolare e cancellando la partita Iva, che si potrà riaprire solo con fideiussione sul pagamento delle tasse dovute. “Noi crediamo infatti che gli imprenditori e i commercianti vadano difesi dalla concorrenza sleale e dall’abusivismo“, ha spiegato.
La premier ha poi ringraziato per “la grande responsabilità” tutto il Consiglio dei ministri. “Il clima che si respirava ieri, durante l’approvazione della manovra, era un clima che non si respira solitamente quando si approva” la legge di bilancio. Questa “è una manovra che dà una visione, io non ho visto egoismi. Di questo va ringraziato tutto il Cdm, a partire dai leader delle forze politiche“.
Meloni ha anche sottolineato, in chiusura del suo intervento, che “non ci sono bonus né micro questioni, non c’è spazio per piccoli interessi ma per scelte politiche di cui assumiamo la piena responsabilità“. “Su tutte queste misure noi stiamo iniziando un lavoro. Abbiamo assunti impegni di legislatura, ma quel che importa è aver aperto un varco in appena un mese su tutte le misure che dovevano caratterizzare il lavoro di questo governo“, ha detto ancora. Certo, ci sarà comunque spazio affinché le scelte fatte possano essere migliorate dal Parlamento, per cui spera che ci sarà “un atteggiamento serio e responsabile delle opposizioni come quello dimostrato da noi“.
In conclusione, la premier ha voluto ricordare Roberto Maroni, l’ex segretario federale della Lega che è morto in mattinata: “È una delle persone più capaci incontrate in vita mia. Era un amico, come sapete era malato, vogliamo ricordarlo e esprimere solidarietà alla sua famiglia“.
Salvini: “La manovra porta più soldi nelle case degli italiani”
La parola poi è passata a Salvini, che ha iniziato ricordando il suo predecessore alla guida del Carroccio, i cui funerali verranno celebrati venerdì mattina a Varese. Solo uno spot, però, perché già in mattinata il segretario leghista e ministro delle Infrastrutture aveva parlato di Maroni.
Così come è stato per il ministro dell’Economia, Giorgetti, che prima ha fatto un lapsus. “Per quanto riguarda tutti gli altri interventi abbiamo fatto, come ha detto il presidente Maroni, una scelta politica“, ha detto, poi ha ricordato Bobo, “perché entra questa norma sua“. “Qualche giornalista, quando è uscita, l’ha attribuita a me“, ha chiarito, cosa che non è, e infatti gli aveva mandato un messaggio, una settimana fa, con scritto: “È una cosa tua, made in Maroni, purtroppo non mi aveva risposto e il motivo lo abbiamo capito oggi“.
Tornando a Salvini, subito dopo è entrato nel merito della manovra, dicendo che quella che è stata approvata “porta soldi in più in milioni di case degli italiani, abbiamo rinnovato il Bonus Maroni, con la possibilità per chi vuole di continuare a lavorare, con un premio del 10% sullo stipendio, e abbiamo anche fermato la legge Fornero che era un nostro impegno morale“.
Questo, però, non è un primo passo di un percorso che durerà per cinque anni. Un ottimo inizio, ha detto ancora, “politicamente parlando“, e ciò perché il governo sta là da trenta giorni e “sembra che gli italiani stiano cogliendo il cambio di marcia“. Ovvio che questa non si può considerare come la legge di bilancio che risolverà i problemi dell’Italia in un colpo solo, però.
Per quanto riguarda il suo ambito di competenza nel governo, il Capitano ha parlato della riattivazione della società Stretto di Messina, per cui chiederà a Bruxelles “che il corridoio strategico” che include il Ponte sullo Stretto “abbia un cofinanziamento europeo“. A lui, ha raccontato, “fanno piacere gli attestati di gioia arrivati questa mattina per il riavvio di un percorso che comincia 54 anni fa e già costato centinaia di milioni senza aver posato una pietra“. “Questo – ha concluso sull’argomento – è il governo che ha l’intenzione di posare la prima pietra” del Ponte.
E a proposito di grandi opere, Salvini ha voluto precisare l’importante funzione del Mose a Venezia, che proprio in questo momento “sta fronteggiando la marea più alta da 50 anni a questa parte, si raggiungono i due metri e senza quelle barriere Venezia sarebbe sommersa in materia catastrofica“. Questo per sottolineare come sia un’opera di ingegneria straordinaria “che sta salvando un patrimonio dell’umanità, senza quell’opera di ingegneria incredibile Venezia sarebbe sotto acqua“. “Pensare in grande e valorizzare ingegneri e il genio italiani oltre che sperare che vengano in Italia a investire geni stranieri come Elon Musk credo sia fondamentale“, ha concluso.