Il governo ha posto la fiducia sulla legge di Bilancio e l’ha ottenuta. Con 173 favorevoli e 108 contrari il Senato ha espresso il suo consenso sancendo il via libera alla manovra con 166 sì, 70 no e un astenuto. Ora Renzi potrà ‘scongelare’ le sue dimissioni e Mattarella potrà dare inizio al giro di consultazioni. In aula al Senato, a rappresentare l’esecutivo c’era la ministra Maria Elena Boschi, che ha pronunciato la formula di rito “A nome del governo, e autorizzata dal consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull’approvazione senza emendamenti articolo 1” sul provvedimento “nel testo identico a quello approvato dalla Camera”. Si è aperta poi la discussione generale. Che una volta terminata ha lasciato spazio alla discussione generale sul ddl di bilancio nell’aula del Senato. Poi le votazioni, con il sì alla fiducia e l’approvazione della Legge di Bilancio.
Il Senato ha approvato il ddl n. 2611 Legge di Bilancio 2017 senza apportare modifiche al testo. Con 166 voti favorevoli, 70 contrari e un astenuto, il Senato ha dunque approvato in via definitiva la legge di “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019”.
La commissione Bilancio del Senato nella serata del sei dicembre aveva concluso i lavori intorno alle ore 23 senza dare mandato al relatore. Nella riunione infatti erano stati avanzati numerosi ordini del giorno e circa mille emendamenti, da parte soprattutto dell’opposizione. La commissione ha deciso di accogliere gli ordini del giorno come raccomandazione al futuro governo, e di concludere senza il mandato al relatore per l’impossibilità di votare gli emendamenti, considerata la volontà di dimettersi dell’attuale esecutivo.
Subito dopo la questione di fiducia posta dal governo, nel pomeriggio andrà in scena anche la resa dei conti al Nazareno, dove si attende il discorso di Matteo Renzi alla direzione Pd. Nel frattempo il presidente della Repubblica Mattarella sta cominciando a pensare al giro di consultazioni che cominceranno tra poco ore.
Le dichiarazioni di voto da ricordarePer quanto riguarda la giornata trascorsa in aula al Senato, vale la pena ricordare alcuni momenti delle dichiarazioni di voto sulla legge di Bilancio 2017.
Il presidente della commissione Bilancio del Senato, Giorgio Tonini del Pd, parlando in aula ha evidenziato il “sentimento di rammarico che ha unito tutti i gruppi e anche il governo per non aver potuto effettuare una lettura compiuta del ddl bilancio”. Nel corso dei lavori di ieri sera, conclusi intorno alle 23, si è preso atto “della presentazione di mille emendamenti circa da parte dei gruppi, in particolare dell’opposizione, e un certo numero di ordini del giorno”. Per quanto riguarda questi ultimi è stato convenuto di accoglierli “come raccomandazione da trasmettere al governo che ci sarà quando le camere daranno la fiducia ad un nuovo esecutivo” mentre per gli emendamenti si è preso atto “dell’impossibilità di procedere a votazione di tutti gli emendamenti e si è convenuto che era impossibile concludere il lavoro”.
Il NO di Gal alla fiduciaIl primo a prendere la parola è stato Giovanni Mauro del gruppo Grandi autonomie e Libertà che annunciava il voto contrario alla fiducia posta dal governo sull’articolo 1 della legge di Bilancio. “Chi uccide la speranza, chi non riesce a dare il segno concreto della costruzione del futuro uccide non solo la speranza per i nostri giovani ma anche per il futuro del Paese. Per questo votiamo No alla fiducia a questo governo”. Così Giovanni Mauro di Gal Mauro, nel suo intervento, si è soffermato sul voto del referendum e ha spiegato che “siamo decisamente contrari a questa riforma nella quale non abbiamo potuto inserire i correttivi necessari”. “Questa legge di stabilità – ha spiegato – nel solco delle politiche degli ultimi tre anni non affronta nessuna delle problematiche del Paese. Ma nessuna forza politica dopo domenica potrà far finta di non comprendere il malessere del Paese e del mezzogiorno d’Italia. Avete perso domenica – ha detto rivolto al Pd – e come voi perderanno tutti quelli che fanno finta di non vedere la sofferenza del popolo italiano”.
Il NO della LegaGian Marco Centinaio della Lega durante le dichiarazioni di voto in aula al Senato sulla legge di Bilancio ha chiarito: “Il nostro è un No nel merito e nel metodo. Bisognava aspettare con calma la settimana prossima per dare una risposta agli italiani che si aspettavano delle cose da questa legge di Bilancio. Avete fatto tante promesse in campagna elettorale, una su tutte il ponte sulle stretto di Messina, e quindi mettendo la fiducia avete disatteso le aspettative degli italiani perché bisognava passare dall’aula del Senato”. “Hanno messo la fiducia perché non vogliono cambiare niente di questo provvedimento. Noi diciamo no a questa ennesima fiducia, alle marchette, al signor De Luca e ai suoi amici contenuti in questa legge. Noi abbiamo proposto di togliere le marchette e mettere quelle risorse alle aree terremotate. Con la vostra fiducia avete detto no alle aree terremotate. Se lo ricorderanno, se lo ricorderanno anche gli amici di Taranto per quei 50 milioni che gli avete fottuto perché il presidente della Regione si è schierato con il No” al referendum. Centinaio ha attaccato Renzi che “non ha avuto il coraggio di venire in Senato” e ha assicurato “che ricorderemo agli italiani di questi mille giorni di niente. Ci aveva presi in giro”.
”Un aiuto a Mattarella”Il senatore Lucio Barani, annunciando il nuovo nome del gruppo Ala che diventa Ala – Scelta Civica, ha dichiarato che seppur non convincente, voteranno sì alla manovra. “Questa legge di Bilancio non ci convince fino in fondo, anche perché la dovevamo migliorare”, è la valutazione del capogruppo Ala-Scelta Civica. “Voteremo la fiducia solo per la complessa situazione che si va delineando, in coerenza con quello che hanno fatto i nostri colleghi alla Camera, nella speranza di essere d’aiuto al presidente Mattarella nel difficile ruolo che gli spetta”.
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