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La legge di stabilità 2016 prevede una serie di agevolazioni per le famiglie e per aiutare chi ha figli. In particolare, il governo ha puntato su misure volte alla maternità, in modo da dare un contributo economico alle famiglie e alle madri e incentivare così la natalità che registra cali continui negli ultimi anni. Le misure si rivolgono in special modo a quelle lavoratrici che prima erano escluse da alcuni bonus perché autonome e non dipendenti: si cerca così di ovviare a una situazione che vede i contratti atipici o le libere professioniste prive di quelle tutele che invece le lavoratrici dipendenti hanno già avuto in manovre passate.
Sono quattro le misure previste nella legge di bilancio 2016 entrate in vigore per il 2017. Tutte le misure sono state pensate per dare un contributo economico alle famiglie, spesso in difficoltà con l’arrivo di un figlio, o per le famiglie più numerose, che si trovano a far fronte a molte spese. In particolare, il tema della natalità entra nella tabella economico-politica con incentivi che sperano di invertire la rotta del calo delle nascite in Italia.
Fondo di sostegno alla maternità
In primo luogo abbiamo il fondo di sostegno alla natalità che è diretto ad agevolare l’accesso al credito delle famiglie che abbiano uno o più figli, sia naturali che adottati. Il meccanismo è semplice e avviene tramite garanzie bancarie, quindi tipicamente fideiussorie. Mediante questo fondo, lo Stato garantisce le banche che erogano dei mutui e dei finanziamenti alle famiglie, a supporto della natalità.
Premio alla nascita
Abbiamo poi il cosiddetto premio alla nascita che è semplicemente un bonus una tantum di 800 euro che spetta in caso di maternità o adozione.
Bonus asili e voucher baby sitting
Abbiamo infine una duplice misura, il bonus asili nidi e voucher baby sitting. Il bonus asili nidi viene istituito a partire dal 2017 come un bonus una tantum di mille euro, a fronte dell’iscrizione ad asili nidi, pubblici o privati, e riguarda i bambini nati dal 2016 in poi.
Il voucher baby sitting era già presente in passate manovre finanziarie e viene rifinanziato e ampliato alle madri lavoratrici non solo dipendenti ma anche lavoratrici autonome e imprenditrici. In questo caso, le madri possono chiedere il bonus al termine della maternità o in alternativa al congedo parentale.
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