La Camera ha approvato la legge sull’omofobia. Con 265 sì, 193 e 1 astenuto, passa allo step successivo la Legge Zan, dal nome del suo relatore Alessandro Zan, deputato PD. La votazione è avvenuta con scrutinio segreto come chiesto da Fratelli d’Italia.
La legge è volta contrastare qualsiasi atto di discriminazione legato a sesso, genere, orientamento e identità sessuale, ma anche alla disabilità. Quest’ultimo aspetto è stato aggiunto in un secondo momento.
Zan ha twittato: “La Camera ha approvato la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Un grande passo avanti contro discriminazioni, odio e violenze“. Si tratta della prima legge in tal senso: una fondamentale tutela dei diritti civili di tutti. Modificherà gli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, quelli relativi ai delitti contro l’uguaglianza: oltre ai moventi già esistenti dettati da discriminazione etnica o religiosa, si aggiungono quelli su sesso, genere, orientamento, identità sessuale e disabilità.
Se la maggioranza ha lungamente applaudito il risultato, l’opposizione si è fatta sentire protestando, urlando e indossando un bavaglio. Infatti, la legge è accusata di essere contraria alla libertà e imporre il pensiero unico. Si sono però schierati con l’opposizione alcuni membri della minoranza; Giusi Bartolozzi, Renata Polverini, Stefania Prestigiacomo, Elio Vito e Matteo Perego.
Particolarmente contestata la decisione di rendere il 17 maggio la Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, giornata già istituita a livello internazionale dal 2004. A questo ne conseguirebbero appuntamenti ed iniziative anti-discriminatorie a livello generale anche nelle scuole, di ogni grado: il centro-destra chiede che siano coinvolte solo le superiori per paura di una potenziale “propaganda gender sui più piccoli“.
Questa legge, se dovesse essere approvata a tutti gli effetti, porterebbe a un importante cambiamento culturale: le discriminazioni diventerebbero reato.
Inoltre, l’Istat dovrà monitorare la situazione nelle scuole, in accordo con l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori: le indagini sulle discriminazioni andranno svolte ogni tre anni. Sarà poi istituita una rete di supporto a livello nazionale per le vittime di omofobia e discriminazioni in generale e al Fondo per le politiche sui diritti e le pari opportunità andranno 4 milioni di euro.
Prima ovviamente deve passare dal Senato e si prospetto una battaglia piuttosto agguerrita: a questa legge sono fortemente contrarie molte forze politiche.
La legge Zan innanzi tutto spiega la differenza tra “sesso”, “genere” e “identità sessuale”, chiarendo definitivamente un campo finora nebuloso a livello legale. In tutto si compone di 8 punti che vanno di fatto a rendere punibili tutti gli atti volti a discriminare le persone in quanto tali.
“Con 265 voti favorevoli abbiamo approvato alla Camera la legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo. Quello che esce dalla Camera per approdare al Senato è un testo ampio, avanzato ed efficace contro le discriminazioni e le violenze, di cui siamo davvero orgogliosi. Questo risultato è frutto di un lungo lavoro di confronto con le associazioni lgbt+ e femministe, che voglio ringraziare per i preziosi input che hanno saputo dare dal loro ruolo di terzietà rispetto alla politica. Inoltre sono stati davvero preziosi i contributi arrivati dalle colleghe e dai colleghi – non solo di maggioranza – che hanno arricchito il testo di legge. Il nostro obiettivo è combattere fenomeni violenti e discriminatori, colmando un ritardo che si protrae da decenni: questa legge lo centra. Ora inizieremo l’iter al Senato, dove continueremo questa battaglia di civiltà fino all’approvazione finale in tempi rapidi. Dedico questa prima vittoria a tutte quelle persone che quotidianamente subiscono violenze e discriminazioni per chi sono e per chi amano.” Così Alessandro Zan, deputato PD e relatore del provvedimento.
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