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Legislatura finita, il bilancio del governo Gentiloni: ‘Italia fuori dalla più grave crisi del dopo Guerra’

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La 17esima legislatura è finita ma l’Italia è “fuori dalla più grave crisi del dopo Guerra”, come ha dichiarato il premier Paolo Gentiloni nella consueta conferenza stampa di fine anno che nel 2017 coincide anche con quella di fine legislatura. Il governo si affida al Capo dello Stato per i tempi che ci porteranno al voto nel 2018, con la data su quando si vota ormai quasi certa per il 4 marzo 2018. A iniziare l’iter verso le urne è stato proprio l’intervento del capo del governo in cui Gentiloni ha rivendicato le scelte e le decisioni del suo esecutivo come di quelli che lo hanno preceduto, ha sottolineato l’esistenza di una “sinistra di governo”, ha ricordato i temi che dovrà affrontare il prossimo esecutivo e ha messo in guardia su una campagna elettorale che si preannuncia durissima. “L’Italia che va verso il voto è piena di tensioni ma merita fiducia”, ha scandito Gentiloni, chiarendo che il Paese “non si mette in pausa”, affidandosi al Presidente della Repubblica “che detterà i tempi e i modi dei passaggi istituzionali verso il voto. Il governo non tirerà i remi in barca: nei limiti della legge, il governo governerà”.

Il primo obiettivo del governo Gentiloni in vista del voto è stato compiuto, dice alla platea di giornalisti, ed era quello di una “conclusione ordinata della legislatura” in un momento delicato per il Paese che sta vedendo la luce in fondo al tunnel della crisi. Tanti i tempi affrontati dal presidente del Consiglio che chiede alla politica in vista della campagna elettorale “di evitare paure, illusioni e dilettantismo”.

Il bilancio finale del governo Gentiloni

A tracciare il bilancio del governo Gentiloni è lo stesso premier che definisce “fruttuosa” l’intera legislatura, iniziata nel 2013 nonostante i tanti travagli interni alla maggioranza targata PD con ben tre premier (Letta, Renzi e Gentiloni). La prima rivendicazione riguarda la ripresa. “L’Italia si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del dopo Guerra per merito degli italiani”, scandisce Gentiloni che chiede al prossimo governo di “non dilapidare questi sforzi”.

Alla prossima legislatura rimane dunque “l’impegno di portare avanti la crescita, ricucire gli strappi sociali”, perché “siamo all’inizio di un lungo percorso”.

“POCHI ANNUNCI E TANTI FATTI”
La rivendicazione di Gentiloni per il suo esecutivo, “nato in un momento difficile”, dopo la sconfitta del referendum del 4 dicembre 2016 che ha portato alle dimissioni di Matteo Renzi è forte e sentita. “Non abbiamo tirato a campare. Il mio governo ha fatto pochi annunci ma ha preso non poche decisioni“, dice Gentiloni che, nel ringraziare la maggioranza, rivolge un pensiero “a ministre e ministri di grandi qualità, a conferma che c’è una sinistra di governo a disposizione del Paese”.

GLI IMPEGNI INTERNAZIONALI
Il premier passa in rassegna gli impegni internazionali portati a termine dal suo esecutivo nell’ambio del dopo Brexit, “la crisi più grave dell’Unione Europea” tra il vertice di Roma e il G7 a Taormina, “la prima uscita internazionale del presidente USA e di quello francese”, con temi chiave affrontati come “la prima dichiarazione del web contro il terrorismo” e “l’accento sull’Africa”.

“Il 2017 è stato l’anno della sconfitta militare di Daesh in Siria e Iraq, a cui anche il nostro Paese ha dato contributo rilevante”, ha ricordato il premier che ha ringraziato esercito e forze armate.

LA RIPRESA ECONOMICA
Il tema centrale del discorso di fine legislatura di Paolo Gentiloni è la ripresa economica, avvenuta “nel rispetto delle regole senza aumentare le tasse”. Il premier sottolinea che “la crescita ha preso un buon ritmo”, con dati superiori alle aspettative. “Non siamo più noi il fanalino di coda in Europa. Siamo indietro non c’è dubbio, ma la distanza tra la media UE e il tasso di crescita italiano si è dimezzato”.

C’è però poco da rallegrarsi, ricorda il premier elencando problemi atavici dell’Italia come “l’occupazione di giovani, al Sud e delle donne”, ma alcuni dati, come il record per l’export a + 50 miliardi, devono essere da traino.

SALVABANCHE
Altro tema delicato è quello relativo al decreto salvabanche. L’argomento è caldissimo ed è tornato alla ribalta in campagna elettorale con le forze di opposizione che fanno leva sul caso Banca Etruria-Maria Elena Boschi, ma Gentiloni vuole spegnere le polemiche.

“Siamo intervenuti con decisione sulle crisi delle banche italiane”, rivendica sottolineando come i soldi pubblici siano serviti per “per salvare il risparmio, l’economia di interi territori ed evitare conseguenze di sistema”. “Altro che regalare soldi ai mariuoli“, dice Gentiloni che conferma l’azione positiva del governo, in grado di usare “una frazione di quando speso da Germania, Olanda e Spagna per salvare le loro banche, in condizioni molto diverse purtroppo. Abbiamo lavorato con le regole che c’erano. Cerchiamo di non crearci da soli problemi sulle banche: il sistema italiano ha risolto le proprie crisi, lasciatelo lavorare. Noi vigileremo”, promette.

INDUSTRIA 4.0

Oltre alla “legge concorrenza, per il Sud, il rinnovo dei contratti della PA“, altro punto centrale è il “gigantesco piano Industria 4.0, concentrato su innovazione d’impresa”. Una sfida “enorme ma alla nostra portata”, che Gentiloni definisce “una delle cose più importanti che il governo ha fatto”.

REDDITO D’INCLUSIONE
Sul piano sociale, il governo Gentiloni rivendica il reddito di inclusione, approvato in via definitiva con tutte le specifiche su cos’è e a chi spetta. Nel mezzo del “proliferare di promesse piuttosto fantasiose”, con un riferimento non troppo velato al reddito di cittadinanza del M5S o al nuovo “reddito di dignità”, lanciato da Silvio Berlusconi, il REI “è misura concreta”, come “la spinta all’assunzione di giovani nel Sud nella manovra economica, il rammendo delle periferie, come la definisce Renzo Piano e l’ obbligatorietà dei vaccini.

IMMIGRAZIONE E LOTTA AI TRAFFICANTI DI ESSERI UMANI
Il premier sottolinea anche la “svolta sui temi migratori e sul contrasto al traffico di esseri umani”. Il binario su cui ha lavorato è doppio. “Sono orgoglioso dell’accoglienza e contemporaneamente di aver dimostrato che è possibile infliggere colpi durissimi ai trafficanti”, dice Gentiloni. “L’Italia dimostra che si può fare. Fa piacere l’apprezzamento dell’UE, anche se da spettatori”, sottolinea. “Sarà un processo epocale quello dalla migrazione incontrollata a quella controllata, legale e sicura” e “Chi dice il contrario non conosce l’Africa e i processi in corso. L’Italia dimostra che si può fare con il 70% in meno di arrivi da luglio, la riduzione drastica dei morti in mare e il primo corridoio umanitario dalla Libia.

DIRITTI INCOMPIUTI
Nel bilancio del governo rientra anche la riforma del processo penale, la “nuova strategia energetica” che dovrebbe portare l’Italia fuori dal carbone nel 2025, “la legge sul caporalato e gli alti numeri dei musei”. Nervo scoperto rimane però il capitolo dei diritti, incompiuti per la mancata approvazione dello ius soli, ma comunque “storico”, con le “unioni civili, il reato tortura, la legge sui minori non accompagnati, le nuove misure sulla violenza contro le donne e il biotestamento“.

TERREMOTO E RICOSTRUZIONE

Infine, un pensiero per le zone colpite dal terremoto, per cui Gentiloni chiede di “non spegnere l’attenzione mediatica” e di “mettere in luce i segnali di ripresa di vita”. “Siamo di fronte a un evento senza precedenti per quanto avvenuto e per le risorse messe in campo”, conclude, dicendosi però non tranquillo “per i tempi, i ritardi e le strozzature burocratiche”.

Lorena Cacace

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