I protagonisti di questa storia clandestina sarebbero un sacerdote veneto di 53 anni e una impiegata di Messina di 47 anni. Il caso è riportato da ‘Il Notiziario delle Eolie’, sito in cui compare una lunga intervista con la donna che ha denunciato quanto accaduto. Il prete, nativo di Venezia, e in missione apostolica a Messina, dopo il presunto scandalo a luci rosse sarebbe stato trasferito a Malfa, piccolo Comune sull’Isola Salina (Eolie).
Il sacerdote 53enne avrebbe quindi avuto una storia con una 47enne messinese non sposata. Secondo il racconto della donna, lei, alla ricerca di conforto spirituale avrebbe trovato la disponibilità del parroco in questione, nella chiesa di San Pietro apostolo, nella frazione di Milì San Pietro di Messina. Il prelato però avrebbe approfittato di questo.
”La mia non è una vendetta, ma voglio evitare che questo uomo possa fare del male ad altre donne fragili, cosi’ come è accaduto a me”, sono state le parole della donna. Che ha proseguito: ”Ho denunciato il comportamento di quest’uomo, che non può fare il sacerdote. Io ho sbagliato, ma ho creduto nei suoi sentimenti, mentre ho poi scoperto di avere davanti solo uno che si avvicina a chi vive momenti di debolezza, per poi riuscire a soddisfare i suoi istinti sessuali”.
La donna poi, secondo il racconto del sacerdote, avrebbe danneggiato a sassate la sua auto, costringendolo a denunciarla ai carabinieri. Da parte sua, la 47enne, tramite il suo avvocato, ha presentato esposti al Vaticano, all’arcivescovo di Messina, al vicario di Salina, suffragati anche dalle e-mail ”compromettenti” con il sacerdote, e da due registrazioni audio che testimonierebbero i rapporti tra lei e il parroco, che la definiva ”pecorella smarrita”.