La preoccupazione del coordinatore del campo di Leopoli Padre Andrjy. Conteiner che ospitano le famiglie ricoperti dalla neve.
Il campo profughi di Sykhiv, quartiere di Leopoli, è quello che ha ospitato il maggior numero di persone in fuga dalla guerra dall’inizio del conflitto. Adesso sale la preoccupazione per la gente che si trova nei rifugi, viste le condizioni climatiche rigidissime. Aumenta il rischio per le famiglie già provate, secondo il coordinatore.
Campo profughi Leopoli: le parole di Padre Andrjy
Secondo il coordinatore del campo profughi la situazione sarebbe diventata ormai insostenibile dallo scorso giovedì. Si, perché Padre Andrjy è recentemente intervenuto sulle condizioni del campo, che non sarebbe pronto per il rigidissimo inverno di Leopoli. La città, che ospita il maggior numero di profughi in fuga dalla guerra nel quartiere di Sykhiv, adesso conta meno dei 300 cittadini arrivati a inizio del conflitto.
Molti, secondo Andrjy che sta continuando insieme ai volontari a portare beni di prima necessità forniti da Saving Humans, sono andati via o tornati a casa o in altre città.
Le temperature sono già sotto lo zero e le famiglie accolte nei container rimasti completamente ricoperti di neve non rappresentano la migliore soluzione a questo punto. Il campo è circondato dalla nebbia e per usare i bagni bisogna percorrere lunghe distanze nel gelo più totale.
E tutto questo, secondo chi gestisce e ha allestito il campo, provoca ulteriori pericoli per le persone che già vivono una situazione di disagio causata dalla guerra: “Aumenta il rischio per la salute. Sono persone già provate”.
Ancora bombardamenti nei pressi del campo
Una situazione surreale racconta ancora Don Andryj, con i bombardamenti che continuano a far tremare la terra nel campo, con le ultime bombe cadute a soli 6 km di distanza. Si vedeva chiaramente il fumo, racconta il coordinatore, e la gente ha cominciato a correre e ad urlare.
In cucina poi le donne stanno facendo fatica a lavorare, visto che si gela anche in quella zona del campo. “La neve cade dentro i piatti” dice Andrjy che nel suo intervento all’AGI si auspica l’arrivo della pace il prima possibile.
La soluzione sarebbe quella di mettere dunque in piedi un nuovo campo, più attrezzato per l’inverno e che potrebbe essere pronto a pochi metri di distanza già nel mese di dicembre, con bagni in camera e impianti idrici isolati.