Il governo punta a incassare l’ok dal Parlamento per il disegno di legge delega fiscale: le proposte varate dalla maggioranza e le richieste dei partiti.
Meno tasse per gli straordinari e la tredicesima, verosimile l’inserimento anche della rateizzazione mensile delle tasse anche se ancora il governo non indica i termini. La flat tax per tutti i dipendenti rimane in fase di stallo, continua invece l’esperimento per le partite Iva. Compito del governo adesso sfoltire il grande numero di richieste arrivate dai partiti e non intasare il Parlamento, per arrivare a poter arrivare al via libera della delega alla riforma fiscale prima della pausa estiva.
Secondo il relatore della delega fiscale Alberto Gusmeroli, il fisco dovrà andare avanti e diventare concorrenziale all’evasione. Una crescita che mira alla semplicità e al rendere la materia più snella, in modo tale da favorire il regolare corso delle tassazioni e delle imposte. Il leghista, presidente della Commissione Attività produttive, ha fatto luce sulla quesitone evasione affermando che il cittadino non deve essere prontato a pensare che sia più conveniente.
Ma andiamo a vedere nel dettaglio quali sono i piani dell’Esecutivo per tramutare tutto ciò in legge. La delega fiscale, approvata in consiglio dei ministri lo scorso 16 marzo, punta le sue basi sulla flat tax e le agevolazioni per i cosiddetti premi di produttività lavorativa, ossia gli straordinari e le tredicesime. Anche se la tassa piatta per tutti gli aumenti di stipendio dei dipendenti rimane in fase di valutazione, sono queste le modifiche della delega sulla riforma fiscale che propone il governo al suo stesso testo.
Si punta da parte del governo a sfoltire anche le richieste arrivate, a centinaia, dai partiti tra la stessa maggioranza e l’opposizione. Ma si lascerà ai decreti il compito di definire i dettagli. Ciò che importa alla delega sarebbero circa 20 tematiche, con il Mef che si è messo al lavoro sugli emendamenti proprio all’inizio delle votazioni in Commissione Finanze.
Tornando agli straordinari e alle tredicesime, il governo tra le deleghe inserisce la possibilità di introdurre un tipo di imposta che sostituisca l’Irpef, agevolando la produttività – oltre determinate soglie – e tredicesima. La flat tax per tutti i lavoratori rimane al momento in secondo piano, anche se l’esecutivo ha fatto sapere che questa rimane una priorità. Rimane in piedi solo la sperimentazione con le Partite Iva, partita a inizio anno.
Un’altro punto chiave del governo è quello relativo alla rateizzazione delle imposte. E in effetti tra tutti i temi che durante le osservazioni parlamentari avrebbero più possibilità di entrare in delega della riforma fiscale c’è proprio quello della rateizzazione mensile. Lega e Fratelli d’Italia puntano ad arrivare addirittura alle 6 mensilità, delle imposte di novembre tra cui ancora Irpef e tasse per autonomi e liberi professionisti. L’esecutivo ha aperto un proprio emendamento ma non ha ancora definito i dettagli.
Sfoltire dunque, per portare il cittadino – come sottolineato dal relatore leghista – a non pensare più all’evasione come presa di vantaggio. Ma oltre a sfoltire le imposte il governo dovrà stare attento anche gli emendamenti, e sfrangiare anche quelli. Si tratta di 656 depositati entro il 26 maggio, anche se la maggioranza ne ha individuati appena 110, al massimo 120. Un numero comunque altissimo, con il tempo che diventa nemico dell’esecutivo. Si, perché la delega dovrà incassare l’ok dal Parlamento entro la pausa estiva per rimanere nei tempi. Lo ha fatto sapere Maurizio Leo, viceministro al Mef, che ha posto l’accento sul rischio ingorgo di Camera e Senato.
Ci sono cinque decreti da convertire in questo momento, quello relativo all’alluvione, la pubblica amministrazione, gli enti pubblici e il lavoro così come il rigassificatore. Poi anche le infrazioni europee e il decreto Pa bis sono dietro l’angolo, in attesa.
Le camere dovranno approvare questi decreti nel giro di poche settimane, per non farli decadere, ed ecco che la delega fiscale potrebbe arrivare al massimo alla Camera dei Deputati, per poi essere presentata al Senato in autunno. In quel caso dal 2024 si rivedranno le riduzioni delle aliquote, a 3, e gli interventi sull’Irpef. Tutto in linea, ci ha tenuto a sottolineare il viceministro Leo, con le risorse.
Si arriva dunque alle proposte, presentate alla commissione Finanze. Ci sono le cancellazioni dei micro tributi come il superbollo o i pagamenti per gli esami di laurea, per i diplomi, da parte della maggioranza. E ancora, la Lega preme forte per l’estensione della tassa piatta al 15% (fino a 85 mila euro annui), alle società con lavoratori under 35; così come lo stop al modello F24, ai bollettini postali.
Dalle opposizioni invece rischia di incassare un rifiuto importante il Pd che aveva puntato all’eliminazione degli articoli come quello sull’estensione del concordato preventivo biennale (uno dei cavalli di battaglia della riforma) che congela le tasse per due anni senza effettuare ulteriori controlli. Si attendono porte in faccia anche per la questione relativa al catasto, con i democratici che vogliono cambiare il riferimento dei valori di mercato degli immobili. La maggioranza terrà duro anche su questo punto, verosimilmente, mentre dal Movimento Cinque Stelle arriva la richiesta del 6×1000 Irpef da destinare poi nella dichiarazione ai Corpi civili di Pace della Protezione Civile, e quella di Italia Viva-Azione, che punta all’Iva agevolata per la messa in sicurezza del territorio.
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