Nel profluvio di dichiarazioni ed interviste rilasciate dai vari leader a suggellare l’inizio della campagna elettorale, vi è anche il segretario del Partito Democratico Enrico Letta, che attacca le scelte dell’M5S difendendo la linea PD.
Nel corso di vari interventi mediatici il leader di centro-sinistra parla dell’esperienza appena conclusasi col governo Draghi, del Movimento 5 Stelle, delle alleanze e della campagna elettorale; tutto da affrontare, a suo dire, con “gli occhi della tigre”.
Per Enrico Letta ciò che è avvenuto la scorsa settimana in Parlamento, la caduta del governo presieduto da Mario Draghi, è un evento che non può lasciare impuniti i suoi colpevoli. Tra questi figura senza ombra di dubbio il partito guidato da Giuseppe Conte.
Il Movimento 5 Stelle è sicuramente uno degli imputati, anzi è stato il progenitore formale della crisi, sebbene questa fosse ormai evincibile da alcune settimane e l’effettivo termine dell’esperienza legislativa sia più riferibile alle destre di governo (Lega e Forza Italia) che all’impacciata indecisione 5S.
Ciò che resta di indiscutibile per il segretario Dem è il suicidio collettivo compiuto dalla politica parlamentare, visto il periodo di forti tensioni e problemi nazionali ed internazionali che richiedono un governo pienamente funzionante, a maggior ragione se alla sua testa vi è una figura di rilievo come quella dell’ex direttore della BCE Mario Draghi.
Non a caso Letta lascia filtrare l’idea che l’esito avuto mercoledì in Senato abbia fatto brindare la nomenklatura russa, che proprio nell’esecutivo di Draghi aveva uno dei massimi oppositori e condottieri a lei avversi del campo europeo ed occidentale.
Ergo niente più campo largo: impossibile, almeno in queste elezioni, allearsi con una forza politica che ha attivamente remato contro la stabilità del Paese per fini elettorali.
Tuttavia sembrerebbe che la porta al gruppo di Conte non sia totalmente chiusa, almeno per il futuro. Per il capo del Nazareno quanto fatto con l’M5S dal 2019 al 2022 è stato positivo e assolutamente da non rinnegare, specie per l’evoluzione attuata dai grillini.
Secondo Letta vi è molto del rapporto con il PD e della sua responsabilità nel governare alla base della trasformazione dei 5S: la formazione pentastellata avrebbe intrapreso un percorso che da una politica fatta di annunci propagandistici poco sostenibili si direziona verso atteggiamenti di dialogo e costruzione condivisa di sviluppi progressisti a vantaggio della nazione. Ora non è più così, nondimeno se il senso di marcia dovesse invertirsi di nuovo, Letta sembra cautamente possibilista.
A questo punto non resta, per la formazione di centro-sinistra secondo partito nei sondaggi, che guardare alla variegata galassia di partitini che occupano le ali alla sinistra ed al centro dello stesso gruppo Democratico.
È proprio con questi ultimi che Letta vorrebbe avviare un costruttivo dialogo, al fine di creare un fronte grande e coeso che possa strappare all’irresponsabilità e alla propaganda delle destre la futura guida del Paese.
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