A fare il punto sulle terapie per curare la leucemia acuta sono stati tanti esperti riuniti a Bologna per il ‘Post San Diego 2018’. A due mesi dalla conclusione dell’Ash (l’annuale congresso mondiale dell’American Society of Hematology) dedicato all’ematologia oncologica e non, il meeting è stato occasione per presentare in Italia tutte le novità e i progressi a livello biologico e terapeutico.
Tipi di leucemie e cure
La leucemia acuta è una neoplasia che colpisce le cellule contenute nel midollo osseo, che invece di trasformarsi in cellule del sangue occupano progressivamente il midollo osseo bloccandone la funzionalità.
La leucemia linfoblastica acuta è il tumore più frequente nell’età pediatrica e colpisce in Italia circa 600 persone all’anno, mentre i casi di leucemia mieloide sono più di 4.500 ogni anno.
La leucemia linfatica cronica (Llc) è un tumore a lenta crescita del quale non si conoscono ancora le cause. Colpisce ogni anno una persona su centomila, in particolare sopra i 65 anni. Oggi le terapie sono in grado di prolungare il periodo libero di malattia e la sopravvivenza.
“Negli ultimi 5 anni la terapia è andata incontro a una vera e propria rivoluzione grazie all’introduzione di farmaci biologici mirati a bloccare i meccanismi molecolari di crescita dei linfociti B”, osserva Umberto Vitolo, direttore Ematologia del dipartimento di Oncologia ed Ematologia Città della Salute e della Scienza di Torino.
“L’efficacia e la bassa tossicità di queste terapie in pazienti già trattati ha portato a studi con questi farmaci in prima linea per delineare un trattamento con una durata fissa nel tempo – prosegue Vitolo – che punti ad ottenere una remissione più profonda con un miglioramento della qualità di vita del paziente”. All’Ash sono stati presentati numerosi studi sulla Llc volti “a valutare differenti combinazioni di nuovi farmaci sia in prima linea sia nei pazienti con ricadute. L’obiettivo è migliorare l’efficacia del trattamento e possibilmente sospenderlo”, conclude Vitolo.
Leucemia acuta, speranze da Car-T e farmaci biologici
Le novità dell’Ash riguardano i farmaci a bersaglio molecolare intracellulare per la leucemia mieloide. “Le leucemie acute costituiscono l’ultimo gruppo di patologie neoplastiche del sangue che hanno iniziato a beneficiare dell’introduzione nella terapia dei farmaci biologici”, afferma Fabrizio Pane, ordinario di Ematologia Università Federico II di Napoli e direttore Uo Ematologia e trapianti di midollo Azienda ospedaliero Universitaria Federico II di Napoli.
Per la leucemia linfoide invece la fanno da padrone le immunoterapie. “Sono terapie basate su anticorpi monoclonali recentemente modificati rispetto a quelli già utilizzati in passato, in modo da aumentarne l’efficienza. Numerosi studi – prosegue Pane – sono stati inoltre presentati sulle tecniche di immunoterapia attiva che utilizza linfociti del paziente modificati nella loro specificità antigenica e in grado di riconoscere antigeni espressi sulle cellule leucemiche (Car-T). Hanno un’efficacia molto elevata anche in malati plurirefrattari a tutte le altre terapie. L’aspettativa di sopravvivenza con terapia intensiva e anticorpi monoclonali è superiore al 50%”.
In collaborazione con AdnKronos