In profondità marina, a circa 80 metri, è stata fatto un ritrovamento sensazionale: il rostro di una nave romana risalente alle battaglie Egadi collocato in una fascia temporale del III secolo dopo Cristo.
Ci troviamo a Trapani, precisamente alle Isole Egadi, dove alla profondità di 80 metri nel fondale marino di Levanzo è stato ritrovato il rostro in bronzo di una nave romana risalente ad un’epoca molto passata.
Per realizzare questa operazione importante vi è stata una collaborazione tra il nucleo carabinieri Tutela patrimonio culturale di Palermo, la Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana e l’organizzazione “Rpm Nautical Foundation”.
Sono stati impiegati diversi mezzi di trasporto per poter effettuare il recupero. Difatti a queste operazioni hanno preso parte diverse imbarcazioni il cui aiuto è stato necessario per riportare alla luce un pezzo di storia italiana.
La prima nave impiegata è stata la nave oceanografica Hercules, a seguire sono stati utilizzati la Motovedetta CC 811 “Pignatelli” insieme al Battello Pneumatico CC405 del distaccamento navale di Favignana.
Il reperto ritrovato risale addirittura alla battaglia delle Egadi, del III secolo dopo Cristo. Dopo il recupero è stato consegnato direttamente ai funzionari della Soprintendenza del Mare.
In passato, dalle stesse acque, sono stati rinvenuti già 23 rostri risalente allo stesso periodo, ovvero quello della battaglia delle Egadi in cui i Romani si scontrarono contro i Cartaginesi.
Si continua con il progetto creato anni fa dalla regione Siciliana, precisamente da Sebastiano Tusa. Un progetto che si era ritrovato ad attraversare un periodo di stop ma che oggi ha trovato nuovamente uno slancio con il ritrovamento recente.
In merito a questa nuova scoperta, rilasciato delle dichiarazioni l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, il quale ha voluto sottolineare l’importanza del recupero del rostro.
Egli si dice più che entusiasta della bellissima scoperta appena fatta e del fatto che il mare, di tanto in tanto, continua a restituire pezzi di “testimonianze del passato” necessari per mettere al loro posto tutti i tasselli e ricostruire quanto più fedelmente possibile, tutti quegli avvenimenti che hanno fatto la storia.
Con il recupero di questo rostro, si è potuto scoprire qualcosa in più sulla battaglia del 10 marzo del 241 a.C. in cui si sono scontrate la flotta romana contro quella cartaginese.
Questa scoperta è la stretta dimostrazione del fatto che la Soprintendenza del Mare va avanti incessantemente con l’analisi dei fondali marini e con il ritrovamento di oggetti importanti.
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