Angelo Reina aveva noleggiato un’auto, all’interno della quale sono stati ritrovati diversi proiettili della stessa arma utilizzata per uccidere la sua ex, Marisa Leo.
Lo scorso luglio l’imprenditore 42enne ha ingaggiato un investigatore privato per capire se nella vita della sua ex ci fosse un’altra persona. È stato lo stesso investigatore a raccontare tutto agli agenti, presentandosi volontariamente in Questura lo scorso giovedì pomeriggio, dopo aver appreso dell’omicidio-suicidio dagli organi di stampa. L’uomo ha riferito che, qualche settimana dopo l’ingaggio, ha riferito al suo cliente che nella vita di Marisa non c’era nessun altro uomo. Reina però era come ossessionato dalla sua ex e negli ultimi giorni qualcuno aveva notato un atteggiamento diverso dal solito, più nervoso e amareggiato, ma nessuno avrebbe potuto immaginare il drammatico epilogo toccato alla 39enne.
Un delitto premeditato, nessun gesto d’impeto. È di questo che sono convinti gli inquirenti che indagano sui drammatici fatti di Marsala del 6 settembre scorso, quando Angelo Reina – imprenditore 42enne – ha ucciso la sua ex compagna, nonché madre di sua figlia, Marisa Leo, a fucilate e poi – con quella stessa arma – ha fatto fuoco contro di sé.
Stando a quanto riferisce La Repubblica, qualche settimana prima del delitto, Reina aveva noleggiato un’auto, all’interno della quale sono stati trovati diversi proiettili compatibili con l’arma utilizzata per uccidere Marisa Leo.
Quando lo scorso mercoledì pomeriggio ha chiamato la sua ex per dirle di andare a riprendere la bambina nelle campagne di contrada Ferla, nell’azienda dove lui lavorava, la 39enne ne è stata felice. Dopo la separazione aveva sempre timore di lasciargli la piccola, come racconta chi la conosceva. Quel pomeriggio Marisa ha comprato una bustina di caramelle per la bambina e alle 17:30 si è presentata puntuale all’appuntamento. Quando però è arrivata nell’azienda del suo ex, Reina non le ha lasciato neppure il tempo di capire. Le ha sparato tre colpi di fucile e l’ha lasciata sulle scale. Dopodiché, è sfrecciato in auto sul cavalcavia che conduce a Castellammare del Golfo e ha deciso di mettere fine anche alla sua vita.
Reina non aveva mai accettato la fine della relazione con Marisa e lo scorso luglio ha ingaggiato un investigatore privato per capire se nella vita della sua ex ci fosse un altro uomo. Ipotesi che però lo stesso professionista, dopo settimane di pedinamenti, ha scartato, confermato che la 39enne era completamente dedita al lavoro e alla sua bimba.
«Era una gran brava donna, una lavoratrice dedita alla sua azienda e un’eccellente madre» ha raccontato l’investigatore agli agenti quando – autonomamente – si è presentato in Questura per riferire del lavoro svolto per Reina.
Quella di Marisa e Angelo era una storia tormentata, alle spalle c’era una denuncia per stalking, poi ritirata. Più volte aveva provato a ricucire il loro rapporto, per il bene della bambina, ma lo scorso luglio la 39enne aveva deciso di troncare definitivamente la loro storia. A quel punto l’imprenditore si è rivolto all’investigatore privato e quanto successo dopo è ormai tristemente noto.
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