Per la sua morte è stato condannato all’ergastolo il fidanzato, Pietro Morreale. Secondo l’accusa sarebbe stato lui a colpirla, prima di darle fuoco e poi lasciarla bruciare, in un’agonia durata dai due a i cinque minuti.
Per la difesa, la 17enne di Caccamo si sarebbe tolta la vita, dandosi fuoco. Nelle scorse ore sono state rese note le motivazioni per cui la seconda sezione della Corte d’Assise ha condannato Morreale all’ergastolo. Dalle 150 pagine emerge la profonda gelosia dell’imputato nei confronti della vittima, che proprio 4 giorni prima di essere uccisa scriveva a un amico: “È un bastardo, ho paura, non lo lascerò mai, mi ammazzerà…”
L’omicidio di Roberta Siragusa
Un delitto efferato, ripercorso minuto per minuto dai giudici della Corte d’Assise di Palermo. Era la notte tra il 23 e il 24 gennaio del 2021, quando Roberta Siragusa, – 17enne di Caccamo, Palermo – venne uccisa e poi gettata in un dirupo. Per quel brutale omicidio l’unico indagato è sempre stato Pietro Morreale, fidanzato di Roberta, 2 anni più grande. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, quella sera i due avrebbero avuto una violenta lite perché Roberta aveva rifiutato un rapporto sessuale con Morreale. Al culmine della discussione il 19enne l’avrebbe prima picchiata, per poi darla alle fiamme.
Quella sera i due erano stati a una festa insieme, poi si erano allontanati a bordo dell’auto di Morreale verso un campo abbandonato. Lì il 19enne avrebbe tentato un approccio sessuale con la vittima, che Roberta avrebbe rifiutato, scatenando l’ira del giovane. Sembra però che quella non fosse la prima volta in cui Pietro Morreale si accanisse sulla fidanzata. Proprio 4 giorni prima di essere uccisa, la ragazza aveva inviato un messaggio a un amico, confessandogli tutta la sua paura.
“È un bastardo, ho paura, non lo lascerò mai, mi ammazzerà…”
La mattina successiva al delitto, Morreale, che ha sempre negato ogni coinvolgimento nell’omicidio, fece ritrovare il corpo di Roberta, occultato in un dirupo.
Il giovane raccontò che la ragazza si era data fuoco e poi si era gettata nel dirupo. Una versione smentita però dalle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti sul luogo del delitto, che immortalarono l’agonia vissuta dalla ragazza prima di esalare l’ultimo respiro.
Le motivazioni della sentenza
In realtà, come riferisce Today, Morreale – condannato all’ergastolo dai giudici della Corte d’Assise di Palermo, “avrebbe compiuto il delitto con crudeltà optando per la modalità più atroce, provocando ‘profonda angoscia ed intensissimo dolore nella vittima.” Un’agonia, quella di Roberta Siragusa, durata quasi 5 minuti, mentre il fidanzato “assistiva impassibile all’abbruciamento, con assoluta mancanza di qualsivoglia sentimento di umanità”.
Nei filmati catturati dalle telecamere di sorveglianza presenti in zona si vede il corpo di Roberta Siragusa in fiamme che si alza, percorre quasi una trentina di metri e dopo 27 secondi cade a terra, per poi continuare a bruciare altri sei minuti. Per l’accusa ad appiccare il fuoco sarebbe stato Morreale, anche se non si vede il momento esatto, perché il giovane è nascosto da un muretto.
Quella sera, a scatenare la furia omicida del presunto killer sarebbe stata la gelosia ossessiva nei confronti della vittima, di cui – in più occasioni – Morreale aveva dato prova.