Libano: si espande l’epidemia di colera che sta attraversando il paese. Si registrano 10 morti e 239 persone contagiate.
In un primo momento, il ministro della Salute uscente ha tenuto una conferenza stampa in cui ha confermato che in Libano sono stati diagnosticati 169 casi di colera: un numero salito negli ultimi giorni, fino ad arrivare a 239. Si contano, inoltre, 10 morti. Le località colpite da tale flagello sono Zgharta, Zahlé, Hawsh al-Omara, Qab Elias, Tamneen al-Tahta, Bishra e Qleiaat.
Libano, si espande l’epidemia di colera: 10 morti
Secondo quanto comunicato, sono morte 10 persone a causa dell’epidemia di colera che ha colpito il Libano, anche a causa dei ritardi che ci sono stati per quel che concerne il trattamento dei contagiati.
I nuovi contagiati sono distribuiti in diversi punti del paese, ossia a Halba, Tripoli e Minieh. In totale, al momento, si contano 10 morti e 239 contagiati, divisi fra i diversi ospedali libanesi.
Maggiormente colpiti i profughi siriani, anche se si contano anche diversi cittadini libanesi. I test effettuati rilevano la contaminazione dell’acqua, in particolare quella di Rihaniya ed Ein Faour.
Secondo il ministro della salute, Firas Abiad, anche l’uso di ortaggi contaminati contribuisce alla diffusione dell’epidemia.
“È stato dimostrato dal Ministero della salute pubblica che esiste acqua contaminata utilizzata per irrigare gli ortaggi e che ci sono molteplici fonti a cui si attinge, incluso il fiume Benin, ad Akkar. Inoltre, il contatto porta a un’ulteriore diffusione dell’infezione“, ha affermato il ministro.
Acqua contaminata e verdura non mangiabile
La contaminazione influenzerebbe anche l’acqua di irrigazione delle colture, sottolinea Firas Abiad. Di fronte a questa diffusione, il ministro chiede un accesso sicuro all’acqua potabile.
Il Ministro sottolinea che, in collaborazione con il Ministero dell’Energia e dell’Acqua ma anche con l’UNICEF, sono stati forniti 100mila litri di olio combustibile ai generatori delle stazioni di pompaggio dell’acqua nelle regioni del Nord, nella Valle della Beqa’.
Il ministro rileva, inoltre, che è essenziale di fornire olio combustibile alle unità di trattamento delle acque reflue, deplorando le interruzioni di corrente delle varie centrali, “esponendole all’inquinamento, che può contribuire alla diffusione di malattie”.
Inoltre, in collaborazione con l’UNICEF, è stato fornito cloro alle stazioni di pompaggio. Tuttavia, la mancanza di energia elettrica continua a colpire le stesse stazioni.
A breve dovrebbe essere realizzata una campagna di sensibilizzazione che chiede “la sterilizzazione dell’acqua depositando due gocce di cloro per litro d’acqua”, aggiungendo che “quattro milioni ottocentomila confezioni saranno distribuite gratuitamente nelle zone dove si sta diffondendo l’epidemia, in pochi giorni“.
È consigliato, inoltre, di cuocere le verdure e non solo di lavarle. Dovrebbe essere, inoltre, realizzato un ospedale da campo ad Aarsal utilizzando, nel contempo, altre otto strutture ospedaliere. Inoltre, saranno inviati vaccini e forniture mediche attraverso l’OMS, l’UNICEF e altri partner.