In Libano la situazione, già rovente, sta diventando via via sempre più pericolosa e la popolazione è allo stremo. Oggi sono state assaltate altre tre banche da parte di gruppi di risparmiatori esasperati.
La crisi che ha colpito il Libano è profonda e i cittadini sono oramai allo stremo. Dopo il divieto di accesso ai conti corrente, imposto dal governo, la situazione già complicata dalla pandemia, dall’esplosione del porto e default dello stato, si è trasformata dapprima in miseria ma ora ha preso risvolti più violenti.
Il Libano vive ormai da un paio di anni una situazione surreale e che ha devastato una nazione e per chi la vive non è più tollerabile.
I cittadini che hanno risparmiato una vita si vedono privati dei sacrifici fatti e non possono accedervi nemmeno per sottoporsi a cure mediche o per situazioni di necessità impellente.
La realtà nella quale sono stati catapultati i libanesi è qualcosa di davvero critico che ha portato a un deterioramento della società. Il popolo è costretto a sopravvivere e si vede privato del proprio denaro ma soprattutto non vede collaborazione da parte delle autorità.
Le manifestazioni dopo il rifiuto di dare denaro anche davanti alle cure per tumore sono cominciate a essere più concrete grazie alle associazioni dei correntisti, ovvero gruppi di persone che fanno sentire la propria voce e non hanno intenzione di morire di fame per colpa del sistema politico.
Le associazioni si sono organizzate per il sostegno ai cittadini ma siccome le buone maniere non hanno avuto effetti positivi, il popolo, davvero stremato, ha cominciato a prendere di mira le banche.
Le prime a essere assaltate hanno gettato luce internazionale sulla questione in Libano anche grazie ai media. I correntisti stanchi si sono armati e prima un donna poi un uomo hanno preso ostaggi per avere indietro almeno una parte dei propri risparmi.
Ma la presa di posizione sembra aver dato il coraggio di partecipare anche a chi fino a ora non aveva preso parte ai dissensi. Gli assalti avvengono anche in maniera simultanea e organizzata colpendo diverse zone del Libano.
Oggi i cittadini hanno preso di mira una banca a Shtura, nella valle orientale della Bekaa, una a Tripoli nel nord del paese, e una a Tiro nel sud del Libano. La povertà che si è creata spinge a azioni drastiche e contro la legge un popolo che è sempre più spesso costretto a fuggire.
Le operazioni dei correntisti tentano di colpire, di far comprendere che non è possibile portare e tenere allo stremo una popolazione che di colpe non ne ha.
L’Unicef ha rivelato che la situazione è tragica e le persone in condizioni davvero precarie. Molti sono costretti a imbarcarsi per raggiungere una vita migliore e soprattutto continuare a sperare in qualcosa.
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