Pochi minuti dalla liberazione di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, tornate in Italia dopo la loro prigionia in Siria, ed è subito polemica. Ad alimentarla è Matteo Salvini, leader della Lega Nord che da Twitter ha lanciato un messaggio chiaro. “Se davvero è stato pagato il riscatto per liberarle è uno schifo”, twitta il segretario leghista. Il riferimento è al presunto pagamento di un riscatto, diffuso da un account Twitter vicino ai ribelli anti-Assad, che parla di 12 milioni di euro. L’intelligence smentisce la notizia e lo stesso ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, nell’informativa alla Camera, parla di “illazioni” e chiarisce che l’Italia “agisce secondo la linea dei governi precedenti e delle leggi internazionali: noi siamo contrari al pagamento del riscatto”.
“È inaccettabile dire che se lo sono cercate”, prosegue il titolare della Farnesina. Le dichiarazioni sono la risposta alle parole di Salvini che hanno scatenato anche la reazione sul web. Il segretario leghista ha insistito nel ribadire la sua posizione: “Paghino Renzi, la Boldrini e ‘i buoni’ a spese degli altri”.
Non solo. “La liberazione delle due ragazze mi riempie di gioia ma l’eventuale pagamento di un riscatto che permetterebbe ai terroristi islamici di uccidere ancora sarebbe una vergogna per l’Italia. Presenteremo oggi stesso un’interrogazione al ministro degli Esteri per appurare se sia stato pagato un solo euro per la liberazione delle due signorine”, dichiara ai media.
Salvini però non è il solo. Galeazzo Bignami, capogruppo di Forza Italia alla Regione Emilia-Romagna, da Facebook propone che “le due tipe lavorino gratis”, per ripagare quella che definisce una “lauta ricompensa ai ribelli siriani. Ora che sono libere penso si possa dire con chiarezza che di chiaro in questa storia non c’è nulla. A partire dal fatto che questo sequestro pare proprio un gran favore fatto dalle loro amiche ai ribelli”. Il loro caso viene così legato a quello dei due marò. “Per inciso si liberano queste qui mentre chi porta la divisa e rappresenta lo stato è ancora in arresto in india. Bello schifo”.
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“Signorine”, “tipe”, “queste qui”, “è uno schifo”, “amiche dei siriani”. Come se Vanessa e Greta non fossero cittadine italiane. Se questo sono le parole che due rappresentanti della politica nazionale e locale usano per due giovani cooperanti appena liberate dopo un incubo durato mesi, povera Italia.
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