Oggi è la trentesima Giornata mondiale dedicata alla libertà di stampa. Dall’Onu arriva l’allarme sull’attacco al “fondamento di democrazia e giustizia”.
Nell’indice che misura il livello di libertà di stampa in ogni Paese, l’Italia è al 41esimo posto. Solo un anno fa era al 58esimo. In testa la Norvegia, ultima la Cina. Male Russia, India e Turchia.
“Tutte le nostre libertà dipendono dalla libertà di stampa” che è “il fondamento di democrazia e giustizia” e “linfa vitale dei diritti umani”. A dirlo è stato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, in occasione della 30esima Giornata mondiale della libertà di stampa che cade oggi, il 3 maggio. Nel videomessaggio, tuttavia, Guterres ha sottolineato come “in ogni angolo del mondo la libertà di stampa sia sotto attacco”.
Quello lanciato dall’Onu è stato un vero e proprio allarme. In diverse parti del mondo la libertà di stampa è messa a dura prova e in alcuni casi addirittura soppressa. Non a caso quest’anno il premio per la libertà di stampa nel mondo l’Unesco lo ha voluto assegnare a tre donne iraniane imprigionate per essere giornaliste e la terza per essere un’attivista per i diritti umani. Si tratta di Elaheh Mohammadi e Niloufar Hamedi che hanno fatto conoscere al mondo la morte di Mahsa Amini e di Narges Mohammadi. Il riconoscimento è un messaggio chiaro dell’Onu che contribuisce a non far spegnere i riflettori sui soprusi subiti dalla categoria in troppe parti del mondo.
Un altro episodio è quello del reporter statunitense Evan Gershkovich del Wall Street Journal, che si trova in carcere in Russia con l’accusa di spionaggio, addebito respinto con forza dal diretto interessato. Sul caso, che ha assunto dei contorni estremamente politici visto il contesto storico attuale, si è espresso anche il presidente Usa Joe Biden che ha definito “totalmente illegale” la detenzione del giornalista.
Secondo Giornalisti senza frontiere (RSF) solo nel 2022 ben 55 reporter e 4 operatori media sono stati uccisi mentre esercitavano il loro mestiere. “La verità è minacciata dalla disinformazione e dai discordi d’odio che cercano di offuscare il confine tra realtà e finzione, tra scienza e cospirazione“, ha detto Guterres. I giornalisti sono “costantemente molestati, intimiditi, detenuti e incarcerati”, l’amara costatazione del segretario Onu.
Secondo il World Press Freedom Index, l’indice che misura il grado di libertà di stampa negli Stati, ben 31 Paesi si trovano in una situazione considerata “molto grave”. Si tratta infatti della classificazione più bassa della scala relativa alla libertà di stampa. Basti pensare che solo due anni fa i Paesi fanalino di coda erano 21. Quindi c’è stato un netto peggioramento in ulteriori dieci Stati in soli 24 mesi. Il quadro si è aggravato a causa delle politiche di governi autoritari basate su disinformazione, propaganda e censura. Anche l’intelligenza artificiale con immagini e testi manipolati ha contribuito al peggioramento.
Tra i 180 Paesi monitorati, ce ne sono alcuni che hanno perso molte posizioni, tra cui Russia, India e Turchia. In particolare in India la redazione della BBC è stata perquisita dopo la diffusione di un documentario critico sul presidente Modi. Il gesto è stato condannato e bollato come intimidatorio. La Turchia ha aumentato la stretta sui giornalisti in vista delle elezioni del 14 maggio che potrebbero confermare o mandare a casa il longevo presidente turco Erdogan. Questo Paese ha incarcerato più giornalisti di qualsiasi altro Stato democratico. Nel resto del mondo non bene Senegal, Tunisia, Myanmar e Afghanistan.
L’Italia si trova al 41esimo posto, dietro a Costa Rica, Montenegro e Taiwan ma davanti agli Stati Uniti. C’è stato un miglioramento in quanto nel 2022 era al 58esimo. Al primo posto per la settima volta la Norvegia mentre all’ultima si trova la Cina, peggio anche della Siria.
In generale l’Europa è considerata molto più sicura di altri Continenti. Tuttavia non sono mancanti episodi gravissimi come l’assassinio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia e del reporter slovacco Jan Kuciak. Entrambi uccisi a causa delle loro inchieste.
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