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Categories: Cultura

Libri da leggere a ottobre 2016: i 4 migliori delle case editrici indipendenti

Di libri ne escono tanti, mai troppi, ogni giorno. Qualcuno merita davvero di essere letto. Qualcun altro un po’ meno. Solitamente i più letti sono quelli delle grandi case editrici, che hanno maggiora forza di distribuzione e di promozione. Ma sono davvero sempre i più interessanti da leggere? Forse, alcuni, sì. Di sicuro, però, anche le case editrici meno note pubblicano libri che, per un motivo o per un altro, meritano di essere letti.
Di seguito troverete quattro brevi recensioni di altrettanti libri da leggere nel mese di ottobre, rigorosamente di case editrici indipendenti!

“Queste tenebre assolate” di Sandro Lombardi (Lindau edizioni)

C’è una delicatezza che punteggia le pagine di “Queste tenebre assolate” (Lindau edizioni), scritto dall’attore Sandro Lombardi, che già in passato per la scrittura si è aggiudicato il Bagutta. La storia è molto personale e racconta del rapporto tra l’artista e il poeta fiorentino Mario Luzi, che prima Lombardi lo conosce sulla carta e poi dal vivo. C’è un passo che prende il lettore e lo porta dentro questo rapporto così intimo da trasfigurarsi in qualcosa di altro e a diventare una specie di rovescio della poesia, parole che sono lai: in queste pagine ci sono la vita di Lombardi, il teatro, la sua omosessualità, la sua bellezza, la sua malattia la sua cultura e la sua poesia. Un libro di una delicatezza rara.

“Il cencio nero” di Claudio Bocchi (Pendagron editore)

Una storia di amore ma anche una lezione sull’anarchia. Un romanzo corale ma anche un ritratto storico degli anni buio del Fascismo. “Il cencio nero” (Pendagron editore) è un romanzo scritto da Claudio Bocchi che è veramente notevole. Una storia che si dipana tra il dialetto carrarino e un modo di portare avanti la pagina tipico dei grandi narratori del Novecento. La storia ruota attorno alla memoria, qualcosa che si coltiva di nascosto perché le cose preziose – in terra anarchica – si imparano velocemente a proteggere. La vicenda prende spunto da un giornalista de La Nazione che nel 1957 da Livorno va a Carrara per cercare informazioni su Toni, uno tutto cuore e silenzio siciliano che da Palermo è finito – su consiglio di qualche amico – a Carrara per sfuggire a certe vendette di mafia e fascismo. Ne esce fuori uno spaccato umano che porta avanti l’amore in punta di piedi nel momento in cui la delicatezza era ritenuta debolezza o modo sbagliato di agire. Un romanzo scritto con una padronanza linguistica che esce dall’alveo della narrativa per farsi poesia.

“Space Invaders” di Nona Fernández (Edicola Ediciones)

Nona Fernández, autrice e attrice cilena, è una voce che qualsiasi lettore dovrebbe conoscere. Lei racconta in “Space Invaders” (Edicola Ediciones, traduzione di Rocco D’Alessandro) le voci di un gruppo di bambini. La struttura narrativa di questo romanzo piuttosto snello ma non per questo meno denso o meno complesso ha una data storica ben precisa: la scrittrice sceglie di far partire il tutto dall’11 settembre del 1973, data del golpe cileno. La Fernández racconta la storia di un gruppo di bambini, che sono costretti a diventare adulti molto velocemente, nel momento in cui trovano a gestire quello che resta un evento storico così pesante e osceno come quello della dittatura. La forza narrativa è qualcosa di vincente perché lei decide di procedere a quadri, incastonando ogni scena come se fosse un montaggio cinematografico. La Fernández decide di descrivere la violenza come un’ombra, mai di fronte: come la caverna dei miti greci, l’orrore è qualcosa che diventa passaparola, un mostro che sta nei racconti dei grandi.

“Dal mare verrà ogni bene” di Christos Ikonomou (Elliot)

Christos Ikonomou, classe 1970, in libreria con i racconti “Dal mare verrà ogni bene” (Elliot) è uno scrittore che lascia di stucco. I suoi racconti – che arribvano dopo quelli contenuti nel capolavoro intitolato Qualcosa capiterà, vedrai (Elliot) – sono spaccati narrativi che ti prendono allo stomaco, che se uno apre la prima pagina deve per forza arrivare all’ultima. I racconti, questa volta, sono ambientati nelle isole della Grecia, e Dio solo sa quali isole siano e come mai l’autore abbia scelto proprio questa soluzione. Ma è una soluzione che serve a mettere i personaggi in condizioni temporali che non sono temporali: chi vive in un‘isola vive un tempo altro, un tempo che non è èpiù eterno perché l’umanità di Christos Ikonomou è un’umanità piegata dal denaro che manca, da un denaro che è cattivo e che ha ridotto la Grecia al lumicino. C’è una critica sociale fortissima nei suoi racconti che però sono così esistenzialisti, così vicini alla vita di tutti i giorni, da trasfigurarla alla perfezione. Un libro che lascia interdetti e che mozza il fiato.

Simone Innocenti

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