Il ministro della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, ha parlato di una vera e propria rivoluzione nel campo della Pubblica Amministrazione, con una riforma che dovrebbe portare a toccare un principio di fondo: la possibilità di licenziare un dirigente inadeguato. Il ministro ha detto che l’attuale Governo si prende la responsabilità politica dell’attuazione di questa riforma, che tiene in considerazione l’autonomia dei dirigenti dalla politica, ma allo stesso tempo l’opportunità di inserirli all’interno di un meccanismo di merito, che dovrebbe fare la differenza.
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Marianna Madia ha detto che cambierà la figura del dirigente pubblico, anche attraverso la messa in atto di un sistema di valutazione molto preciso, che comporterà delle conseguenze nei confronti di chi non sarà confermato.
La riforma Madia
Secondo ciò che ha riferito il ministro Madia, il dirigente pubblico, per diventare tale, dovrà superare un concorso per abilitazione. E’ prevista l’istituzione di una commissione composta da tecnici, che deciderà quali sono i dirigenti adatti per un determinato incarico. La carriera dei dirigenti dipenderà dalle valutazioni della commissione.
Si prevede un rapporto di continuo cambiamento fra i vari ruoli, perché l’incarico sarà affidato per 3 anni e sarà rinnovabile soltanto una volta. Il ministro Madia ha detto chiaramente che gli statali potranno essere licenziati e saranno applicate delle norme più precise per contrastare le assenze di massa e già oggi, fa notare il ministro, c’è la messa in mobilità, che può portare al licenziamento.
La situazione in Italia per i dipendenti pubblici
Nel 2001 è stato approvato il decreto legislativo numero 165, che stabilisce che i contratti di lavoro degli statali devono essere regolati da accordi collettivi con i sindacati. Le controversie sui licenziamenti, secondo questa legge, spetterebbero al giudice ordinario. Il Governo Berlusconi poi è intervenuto, introducendo una nuova legge, voluta da Renato Brunetta, il decreto legislativo 150 del 2009, specificando meglio i casi in cui un dipendente pubblico può essere licenziato per un valido motivo. Si può trattare di una falsa malattia, del rifiuto di un trasferimento, del comportamento aggressivo, della condanna in sede penale, dello scarso rendimento o dell’inabilità a svolgere le mansioni affidate.