Sono state accolte a Civitavecchia le 156 persone a bordo di Life Support di Emergency, che ha attaccato nel pomeriggio di oggi.
Erano state tratte in salvo nella notte tra il 15 e il 16 febbraio le 156 persone fatte sbarcare, nella giornata di oggi, al porto di Civitavecchia. I migranti sono stati accolti dalla Croce Rossa italiana dopo aver viaggiato a bordo della Life Supporting, della Ong Emergency: via ai controlli medici e all’accoglienza.
Sono 28 i minori presenti tra i 156 sbarcati a Civitavecchia nella giornata di oggi, domenica 19 febbraio. Tra loro anche tre bambini tra i 7 e i 10 anni. Tutti i minori non sono accompagnati, riferisce Emergency. I migranti a bordo della Life Support erano stati portati in salvo dalla nave Ong in due diverse operazioni di salvataggio, appunto, tra il 15 e il 16 febbraio scorso.
In 46 erano stati fatti salire a bordo dopo essere stati trovati su una barchetta di legno, lunga appena 7 metri, tutti uomini e provenienti dal Pakistan, dal Bangladesh, dal Sudan, dall’Eritrea e dall’Egitto. Mentre gli altri 110 portati a terra oggi erano stati fatti salire sulla Ong poche ore dopo il primo salvataggio. Anche loro viaggiavano su una barca dalle dimensioni ristrette, un gommone grigio, 10 metri di lunghezza circa, talmente carico di persone che alcuni avevano le gambe in acqua raccontano i volontari della Ong. Nel secondo gruppo tanti provenienti dall’Africa, tra Costa d’Avorio, Gambia, Senegal, Camerun, Gambia, Mali, Guinea, Gineria e Ciad.
Il governo ha deciso di assegnare come porto sicuro ancora Civitavecchia, dopo che venerdì 17 febbraio un’altra imbarcazione umanitaria aveva ricevuto il via libera dal Viminale. Si tratta della Aita Mari, ong spagnola Salvamento Marítimo Humanitario.
Una volta arrivati al porto, prima dello sbarco, i sanitari hanno proceduto con i controlli a bordo. A procedere gli ispettori dell’Usmaf, mentre ad accogliere a terra i 156 migranti gli uomini della Croce Rossa italiana, con anche il sindaco di Civitavecchia e il vescovo. Un gruppo di studenti ha inoltre esposto uno striscione con la scritta “Welcome” nel dare il benvenuto ai profughi; al porto anche alcuni esponenti di Europa Verde e dei Verdi.
Alcuni migranti hanno raccontato appena arrivati a terra le loro disavventure, tra chi come Iusef era stato costretto in prigionia in Libia, recluso arbitrariamente, subendo violenze. “Oggi è il primo giorno della mia vita” racconta uno dei profughi, che porta ancora addosso i segni degli abusi subiti in Libia per tre anni.
L’uomo racconta della fuga dal suo paese, della separazione dal fratello partito insieme a lui con lo stesso obiettivo, adesso probabilmente ancora in un carcere in Libia: “Non volevo fare il soldato e la guerra, volevo finire la scuola superiore. Adesso non ho idea di dove sia mio fratello”.
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