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Preparare piatti da chef, ristrutturare casa, organizzare vacanze da sogno, truccarsi e vestirsi come dive e poi ancora educare i figli, addestrare gli amici a quattro zampe, ridare slancio ad un rapporto di coppia che scricchiola… questo e molto altro è la lifestyle tv: termine che racchiude tutti quei programmi che offrono consigli e spunti per affrontare piccole o grandi sfide della vita quotidiana, migliorando così il nostro stile di vita.
È la nuova tendenza televisiva internazionale, che in Italia, sebbene anticipata da alcuni programmi sulla pay tv e in piccola parte su La7, è esplosa pienamente con l’avvento del digitale terrestre. Già perché, nel nostro Paese, il lifestyle ha dapprima trovato il più ampio spazio soprattutto su canali come Real Time, La5, La7d, Rai5, Cielo per poi espandersi nella tv generalista (pensiamo a programmi come Detto Fatto e Teen Manager trasmessi da Raidue o Extreme Makeover Home Edition in onda su Canale5) fino all’arrivo di un nuovo canale dedicato al genere: Fine Living, in onda sul canale 49 del DTT da marzo 2014. Se però ci voltiamo indietro a guardare la storia del piccolo schermo, scopriamo che il fenomeno lifestyle fonda le sue radici nella tv anglosassone del secondo dopoguerra, quando, in un’ottica di servizio pubblico secondo cui il must era innanzitutto educare lo spettatore, si affermarono i filoni del Cooking, del Gardening e del Do it Yourself: il fai da te.
Che c’è dunque di nuovo? Direi soprattutto l’approccio che i programmi di oggi adottano: gli esperti non si propongono come maestri che dispensano un sapere dall’alto, ma piuttosto come “facilitatori”, amici competenti che passo passo ci aiutano a risolvere sfide e dilemmi della quotidianità. In secondo luogo una contaminazione con lo stile reality: molti programmi di lifestyle ci conducono nelle vite e nelle vicende dei protagonisti (pensiamo, solo per fare qualche esempio, a prodotti come lo storico Sos Tata, Extreme Makeover, etc…) talvolta con quel pizzico di voyeurismo cui la reality tv ha abituato gli spettatori.
Ma perché il lifestyle sta riscuotendo tutto questo successo? Forse perché in una società sempre più frenetica, che offre mille stimoli e opportunità, ma in cui spesso scarseggiano riferimenti solidi (non a caso il sociologo Bauman definisce l’epoca contemporanea Mondernità liquida!) da un lato, magari inconsciamente, avvertiamo il bisogno di consiglieri che ci suggeriscano come orientarci nelle nostre scelte, dall’altro proviamo piacere nel riscoprire valori di un tempo, come il fare da sé, che ci ancorano alla dimensione più concreta della realtà. Tutto ciò fa gioco alle reti televisive che possono contare su programmi tendenzialmente low budget, spesso ready-made, cioè già pronti, importati dall’estero e semplicemente doppiati nella nostra lingua e con un buon potenziale di fidelizzazione. Così, se un tempo la tv insegnava agli italiani a leggere e scrivere, oggi si ripropone come possibile maestra, ma in un modo tutto nuovo.
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