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NanoPress intervista Ligabue in occasione della presentazione di Liga Rock Park, l’evento che si terrà il 24 settembre 2016 alla Villa Reale di Monza. Lunedì 10 maggio, poi, uscirà Scusate il disordine, il suo nuovo libro edito da Einaudi. Due progetti, il concerto e il libro, che vedono la luce a distanza di poco tempo l’uno dall’altro, prova della instancabile creatività del rocker: ‘Lavorare con la mia creatività mi fa stare bene’, dice. Nel video in apertura e di seguito le dichiarazioni di Ligabue.
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Ligabue non è ‘solo’ cantante, anzi il cantante che ha accompagnato intere generazioni (da Bambolina e Barracuda a Piccola stella senza cielo, da Non è tempo per noi a Urlando contro il cielo, da Ho messo via a I duri hanno due cuori e, ancora, Certe Notti, passando per Leggero e Ho perso le parole), ma un artista a 360 gradi.
Il 10 maggio, infatti, uscirà il suo quinto libro, Scusate il disordine, edito da Einaudi. ‘Tante volte mi sorprendo per come le cose mi vengono in mente. Poi le seguo, faccio così da sempre, e questa cosa fa mucchio, è come se seguissi la mia natura’, dice. Probabilmente Ligabue segue semplicemente le sfaccettature della sua anima: la scrittura – sia essa in musica o in prosa – è il mezzo per esprimersi e arrivare ai fan e ai lettori, con una predilezione per la seconda. ‘I racconti sono fortunatamente molto lontani dall’idea di canzone, cioè tanto la canzone deve avere una struttura decisa e tradizionale – strofa, ritornello, strofa, ritornello, divagazione e ritornello finale – quanto fortunatamente i racconti più che i romanzi, le sceneggiature e qualsiasi altra forma di scrittura, sono liberi da qualsiasi forma di struttura’. Scusate il disordine racconta ‘quanto la vita sia disordine: dobbiamo ammettere l’impotenza rispetto ai lutti, alle nascite e ammettere che non possiamo esercitare controllo’.
Il 24 settembre torni con un grande evento, Liga Rock Park, alla Villa Reale di Monza. Dopo Campovolo si inaugura una nuova fase?
Campovolo resta immancabilmente e inesorabilmente l’appuntamento con cui immagino di celebrare quello che ci sarà da celebrare nel tempo, cioè quando voglio fare una festa per qualche ricorrenza a casa mia. Però avevo voglia anche di provare a vedere come l’impostazione dell’organizzazione logistica dello spettacolo di Campovolo fosse riproducibile in un posto che potesse promuovere e garantire la bellezza. Questo è un posto pieno di bellezza. Sono convinto che quando i concerti riescono al meglio producono la bellezza dell’emozione e volevo che questa cosa in qualche modo si combinasse. L’Italia è un Paese pieno di bellezza e mi viene da pensare che i concerti non debbano per forza essere confinati sempre a degli spazi predeterminati quali i palazzetti e gli stadi; per carità, ci sono sempre volentieri, però mi piaceva provare anche a vedere cosa succedeva in uno spazio del genere, quindi immaginare una sorta di happening in cui per due giorni la gente si può incontrare nel mezzo del verde, in un parco bellissimo, all’interno di una Reggia, conoscersi e prepararsi alla serata del 24 settembre.
Il 10 maggio esce il tuo nuovo libro, Scusate il disordine. Uno dei protagonisti, Anchise dice: ‘La musica va, non diventa mai tua. Puoi solo allinearti a lei’. E’ così anche per te?
Sì, è così anche per me. Io sono da sempre determinato a cantare le canzoni che scrivo. Le canzoni che ho pubblicato nei miei album sono sempre state canzoni di cui ho scritto testo e musica e, nonostante le senta mie, penso che la musica non la prendi mai, ha una sua inafferrabilità che è anche il suo bello. Non fai altro che continuare andarle dietro, provare ancora una volta ad afferrarla e a scrivere quello che puoi. Quando sei fortunato sei un tramite fra lei e qualcuno che canta la tua canzone.