In occasione del centenario dalla morte di Matteotti, la senatrice Liliana Segre ha presentato un disegno di legge per commemorare il deputato socialista ucciso nel 1924.
“È doveroso ricordare il deputato rapito e assassinato dai fascisti per aver denunciato le illegalità e le violenze messe in atto dalla dittatura di Mussolini”.
La senatrice a vita Liliana Segre ha presentato oggi un disegno di legge per ricordare Giacomo Matteotti, barbaramente ucciso dai fascisti per la sua attività di denuncia delle irregolarità nei voti e delle violenze messe in atto durante il ventennio.
Segre, in occasione del centenario dalla morte del deputato socialista, che cadrà il prossimo anno, ha speso parole importanti, dichiarando che le sue azioni devono essere monito per difendere la libertà e la democrazia di tutti noi.
“è un dovere per me un grande onore ripresentare il disegno di legge per celebrare i 100 anni dalla morte di matteotti. il suo operato deve ricordarci sempre che è importante difendere la nostra libertà e la democrazia”.
così ha dichiarato la senatrice a vita, ricordando che questo ddl era già stato presentato dal senatore Riccardo Nencini e approvato dal Senato, però rimase pendente alla Camera dei deputati a causa della conclusione in anticipo dell’ultima legislatura.
Matteotti non è stato l’unico ad essere assassinato per aver difeso gli ultimi, come lui c’è stato Giuseppe Di Vagno e successivamente Giovanni Amendola. Eppure, risale alla sua morte la trasformazione del regime di Mussolini in autentica dittatura.
Giacomo Matteotti ha interpretato i sentimenti più alti degli italiani che non volevano piegarsi al fascismo dittatoriale e ricordarlo è molto importante e come la senatrice ha detto, un grande omaggio per lei.
Il disegno di legge ha lo scopo di promuovere e valorizzare la conoscenza e lo studio di Matteotti in ambito nazionale e internazionale, tramite convegni e iniziative che promuovono la sua figura. È prevista anche la raccolta e il restauro dei documenti che riportano il suo lavoro, nonché la pubblicazione di materiali inediti.
L’intenzione è anche quella di creare borse di studio da attribuire a studi che hanno come oggetto tutto ciò che riguarda Giacomo Matteotti, specialmente in riferimento alla sua attività in ambito sindacale e con focus al periodo compreso fra la Prima Guerra Mondiale e il suo assassinio.
Questa grande opera di coinvolgimento renderà partecipe anche Palazzo Chigi, che provvederà a emettere un bando di selezione dei progetti per la realizzazione delle iniziative.
Insomma un’attività a 360 gradi per ricordare il grande politico e giornalista che pagò con la sua vita la battaglia per denunciare le azioni illecite del regime fascista. Sul versante dei finanziamenti, verranno donati 400mila euro ogni anno fino al 2025, alla Casa Museo in Fratta Polesine, luogo di origine di Matteotti, al fine di sostenere la manutenzione del museo in modo che sia accessibile ai visitatori.
Nato a Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, nel 1885, Giacomo Matteotti è stato un politico antifascista italiano e anche un giornalista. Era segretario del Partito Socialista Unitario, nato nel 1922 a Roma.
In questa città venne brutalmente assassinato da una squadra fascista perché aveva denunciato brogli elettorali effettuati dalla dittatura di Mussolini durante le elezioni del 6 aprile 1924, ma anche un grande clima di violenza.
Alcuni storici sostengono che il delitto di Giacomo Matteotti fu anche la conseguenza della sua attività di indagine sulla corruzione del governo, infatti proprio nel giorno in cui venne ucciso doveva parlare alla Camera dei Deputati per rivelare alcune scoperte che riguardavano le tangenti della concessione petrolifera alla Sinclair Oil, in cui era coinvolto anche il fratello di Duce, Arnaldo.
Il corpo del politico venne ritrovato due mesi dopo la morte dal brigadiere Ovidio Caratelli e l’anno seguente Mussolini si assunse la responsabilità del clima nel quale l’omicidio si era verificato.
L’assenza di Matteotti non venne notata subito e nonostante le lunghe ricerche il corpo fu trovato solo per caso ad agosto del 1924, dal cane del brigadiere dei Carabinieri, Ovidio Caratelli, in un bosco del comune di Riano.
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