Liliana Segre, classe 1930, ha deciso qualche mese fa di ritirarsi a vita privata dopo tanti anni spesi tra politica e attivismo. Oggi però, tramite le pagine del quotidiano La Stampa, ha deciso di diffondere un appello in favore del vaccino per il Covid.
Segre ha voluto rivolgersi soprattutto a coloro che sono scettici e che vorrebbero non sottoporsi alla campagna vaccinale, partita in Europa tre giorni fa.
“Si legge da un po’ di tempo come diverse persone abbiano espresso la volontà di non vaccinarsi dal Covid 19. I motivi possono essere tra i più disparati e non sarò certo io a voler sindacare le ragioni intime e profonde di ciascuna persona. Sarebbe assurdo far diventare una questione ideologica, dopo tanti lutti e dolori, anche una scelta che è innanzitutto di tipo sanitario“.
Segre: ognuno deve combattere il nemico con le armi che ha a disposizione
In passato, anche la senatrice è stata oggetto di minacce e insulti, perciò ha espresso sincera vicinanza alla prima vaccinata d’Italia, l’infermiera dell’ospedale Spallanzani Claudia Alivernini, oggetto di una campagna d’odio sui social.
Nella lunga lettera, Segre ha dunque rimarcato che il vaccino non è una questione politica né simbolo di una presa di posizione, bensì un atto necessario per combattere un nemico diffuso e pericoloso. In situazione così gravi, bisogna utilizzare tutte le armi che si hanno a disposizione e il vaccino è l’unico modo che abbiamo per porre fine a questa battaglia.
Ognuno dunque deve avere a che fare con la propria coscienza e agire di conseguenza, come farà lei: “Appena sarà possibile mi vaccinerò. E dico di più: è una scelta che avrei fatto in qualunque momento della mia lunga vita. Ho sempre fatto vaccini, quelli ritenuti utili e indispensabili e adesso penso che vaccinarsi contro il Covid 19 sia una scelta che dovrebbe essere spontanea e naturale, per il proprio bene. E soprattutto per il bene degli altri, dell’intera umanità” concludendo con un messaggio “Quindi ne sono convinta, l’anno che ci aspetta sarà di grande speranza“.