Dal 1° gennaio 2016, è stato alzato considerevolmente il limite dei contanti: 3000 euro (per la precisione 2.999,00 euro), fatta eccezione per il money transfer che rimarrà fermo al limite dei 1.000 euro. Con la legge di stabilità 2016 è stato stato approvato tale aumento, principalmente per le seguenti ragioni: la necessità di uniformare la soglia agli altri Paesi; incrementare i consumi; dare impulso al turismo. Ma in termini di evasione fiscale, l’innalzamento del limite dei contanti cosa comporterà? La lotta all’evasione fiscale è sempre stato una delle priorità di tutti i Governi, che si sono succeduti a partire dalla nascita della Repubblica italiana. Con questo nuovo limite dei contanti è auspicabile un peggioramento dell’evasione fiscale? Proviamo a fare chiarezza, analizzando i pro e i contro del limite dei contanti a 3000 euro.
La Legge di Stabilità 2016 ha innalzato il limite dei contanti da 1.000 e 3.000 euro. Se da un lato il Governo ha giustificato il provvedimento sostenendo che ciò avrebbe favorito l’aumento dei consumi, nonostante nessuno studio abbia mai confermato che l’utilizzo indiscriminato del denaro contante porti a un sicuro aumento degli acquisti; dall’altro, è invece provato che abbassando il limite di utilizzo dei contanti, il conseguente incremento delle transazioni elettroniche, consente di avere molte più armi a disposizione per contrastare le operazioni illecite. Peraltro, non bisogna dimenticare che l’Italia è al secondo posto in Europa, per il valore dell’economia sommersa e si trova in vetta alla classifica per l’evasione fiscale. Ma vediamo nel dettaglio i pro e i contro di questo rialzo del limite dei contanti.
Limite contanti a 3000 euro: i contro
Partiamo dai contro, che sono senza dubbio più abbondanti. Innanzitutto, come accennato in apertura, limitando il contante a 1000 euro, si incrementa l’utilizzo delle carte di credito: ciò consente di eliminare la possibilità di creare ‘nero’ e rimetterlo in circolazione. Nel 2011 infatti, il tetto era stato fissato a 1000 euro, per arginare l’utilizzo di denaro sporco. Alzare nuovamente il limite del pagamento in contanti a 3000 euro, vorrebbe dire annullare quanto fatto sinora.
A riguardo invece della necessità del Governo di uniformare la soglia italiana del contante a quella degli altri Paesi Europei, è importante sottolineare che bisogna tenere in considerazione il tasso di evasione di questi altri Paesi. L’Italia viaggia al 21%, mentre la Francia si attesta al 10,8%, l’Inghilterra al 9,6%, e la Germania al 13,3%. I paesi che invece si avvicinano al tasso di evasione del Bel Paese sono la Grecia, la Romania, la Bulgaria, e la Croazia. Alzare quindi il limite del pagamento in contanti potrebbe portarci verso direzioni ancora più pericolose.
Anche parlando di turismo, è difficile credere che questo sia limitato in Italia per il fatto che i turisti non possono fare acquisti in contanti per più di mille euro. Il problema evidenziato dal Presidente della Confesercenti faceva riferimento al fatto che i clienti spesso pagherebbero gli extra (come i prodotti del minibar) in contanti. Niente a che vedere con le tariffe delle stanze degli alberghi o degli appartamenti in affitto. Di fatto quindi, anche in questo caso, alzare il limite del pagamento in contanti a 3000 euro non porterebbe alcun vantaggio.
I commercianti inoltre avrebbero certamente più libertà d’azione, ovvero potrebbero più agilmente ridurre il numero degli scontrini o, nel caso di medici o fisioterapisti (altro settore fortemente colpito dai pagamenti in nero), il numero o il valore delle fatture.
Limite contanti a 3000 euro: i pro
Non esistono veri pro riguardo al fatto che per il pagamento in contanti, il limite ora è fissato a 3000 euro. Di fatto, l’unica motivazione parzialmente accettabile è che è vero che una soglia bassa per i contanti non è l’unico metodo che consente di controllare i movimenti di denaro. Oggi infatti, grazie al controllo incrociato delle banche dati è possibile verificare praticamente ogni cosa. Ma c’è chi sostiene che questo strumento sia decisamente più efficace e attendibile, quanto più bassa è la soglia del contante che circola liberamente. In conclusione è difficile credere che un provvedimento che incrementa l’economia sommersa possa favorire una sana crescita economica di un Paese.
Inoltre, sempre a livello teorico, l’innalzamento del limite dei contanti a 3.000 euro, dovrebbe favorire gli anziani, notoriamente restii all’utilizzo di carte di credito e moneta elettronica in generale. Difficile crederlo però, considerato che la gran parte dei pensionati percepisce un contributo mensile spesso inferiore ai 1000 euro…
In definitiva, imporre per il pagamento in contanti, un limite di 3000 euro, ovvero tre volte superiore a quello in vigore sino a un anno e mezzo fa, non sembra essere una soluzione supportata da solide ragioni, né tanto meno da ricerche economiche.
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