A cento anni, il noto analista e diplomatico Henry Kissinger ha deciso di intraprendere una visita in Cina, che è stata vista come la sua “Ultima Missione”, a coronamento di una carriera diplomatica straordinaria, seppur controversa. Nonostante problemi di salute, ha affrontato 15 ore di volo, segno dell’importanza attribuita all’incontro. Nonostante le autorità statunitensi abbiano comunicato che non si è trattato di un viaggio ufficiale ma di un viaggio privato dell’ex Segretario di Stato Usa, la sua posizione è ancora molto di rilievo nonostante le numerose nuove leve che ricoprono ora cariche diplomatiche.
Kissinger ha affermato di recente che l’umanità si trova attualmente di fronte a rischi enormi, dall’intelligenza artificiale a una possibile escalation fra USA e Cina. La missione che si è imposto questa volta era quella di far un tentativo per riaprire il dialogo tra Pechino e Washington, interrotto nonostante i recenti tentativi americani.
Ma l’anziano diplomatico e statista crede ancora nella diplomazia, forte della sua esperienza e visione storica. È consapevole, come più volte affermato, che le incomprensioni possono provocare catastrofi, come nel 1914.
Rilanciare il dialogo fra le superpotenze, per Kissinger, è l’unica strada per garantire la pace. Una sfida difficile per un diplomatico che ha dedicato la vita a evitare lo scontro atomico.
Le recenti missioni diplomatiche degli Stati Uniti a Pechino, tra cui i tentativi del Segretario di Stato Antony Blinken, della Segretaria al Tesoro Janet Yellen e dell’inviato per il clima John Kerry, non hanno portato a risultati concreti.
Anche se si tratta di alti funzionari statunitensi, Kissinger rappresenta sostanzialmente un livello di credibilità e prestigio differente rispetto a questi funzionari.
Kissinger è considerato un esperto di geopolitica di fama mondiale e ha mantenuto la sua autorevolezza come analista, nonostante abbia accettato diversi incarichi come consulente privato di vari governi del mondo.
I vertici del partito comunista cinese riconoscono in Kissinger un vero e proprio amico e perfino un benefattore. Il suo ruolo come artefice del dialogo Nixon–Mao nel 1971–72, quando era a capo del National Security Council e poi segretario di Stato, lo ha reso uno dei leader occidentali più stimati e riveriti dai cinesi, incluso Xi Jinping. La sua capacità di guadagnarsi la fiducia dei leader cinesi lo rende un interlocutore potenzialmente importante per gli Stati Uniti.
Ovviamente sono sorte ipotesi che vedono questa visita come una mossa che potrebbe far emergere ostacoli al suo ruolo come consigliere per l’amministrazione Biden.
Il presidente Usa è un esperto di politica estera e di geopolitica a sua volta, e potrebbe non apprezzare la supponenza con cui Kissinger può calare dall’alto i suoi consigli.
Esistono differenze di veduta sostanziali tra Kissinger e Biden, essendo il primo repubblicano e il secondo democratico.
Kissinger rappresenta un livello di autorevolezza e rispetto unico in Cina e potrebbe essere un interlocutore importante per gli Stati Uniti. I tentativi effettuati dagli altri non hanno apportato il beneficio sperato se non forse durante gli incontri avuti dal funzionario per il clima Kerry.
Kissinger non condivide la visione di una politica estera “etica” fondata sulla difesa di alcuni modelli di valori, come sostenuto dall’ala sinistra del Partito Democratico. Ma ha guadagnato il rispetto dell’amministrazione Biden per la sua duttilità e la sua capacità di adattare la sua analisi sulla questione ucraina.
Inizialmente, Kissinger aveva sostenuto la neutralità dell’Ucraina come prezzo da pagare per rassicurare la Russia. Successivamente ha modificato la sua analisi e si è schierato a favore di uno stretto rapporto tra la NATO e l’Ucraina, nell’interesse della pace in Europa.
La sua capacità di analizzare la questione ucraina, lo rende un interlocutore importante per Washington nella gestione delle relazioni internazionali.
Le aspettative nei confronti di Kissinger, però, potrebbero essere eccessive. Nonostante la sua autorevolezza e la sua credibilità, non è in grado da solo di risolvere la complessa situazione tra gli Stati Uniti e la Cina o di agevolare una pacificazione del clima tra i due paesi.
L’analisi e il bilancio della sua visita avranno puntate successive, ma è importante sottolineare che la risoluzione dei conflitti internazionali richiede un impegno costante e coordinato da parte di tutte le parti interessate.
È possibile che Kissinger, oltre ai contenuti top secret riservati a Xi Jinping e a Joe Biden, un giorno racconti la sua versione ad uso e consumo dell’opinione pubblica mondiale.
È importante sottolineare che Kissinger ha sempre avuto una visione molto riservata del suo ruolo nella politica internazionale e ha sempre cercato di mantenere la sua influenza lontana dai riflettori della stampa.
Per quanto riguarda il messaggio consegnato pubblicamente a Kissinger dall’alto responsabile cinese per la politica estera, Wang Yi, è interessante notare le “due impossibilità” menzionate ovvero l’impossibilità di cercare di trasformare la Cina e l’impossibilità di cercare di contenere la Cina.
Queste affermazioni riflettono le paure della nomenclatura comunista cinese, che teme sia il “regime change” che il contenimento della Cina da parte degli Stati Uniti.
Kissinger dovrebbe riuscire a rassicurare Xi sul fatto che il “regime change” non è più un obiettivo degli Stati Uniti per la Cina e spiegare la quota di responsabilità cinese nella situazione attuale. Ma spiegare ai paesi vicini della Cina la quota di responsabilità cinese nella situazione attuale potrebbe essere più difficile del previsto.
La risoluzione dei conflitti internazionali, come quello che stanno vivendo Washington e Pechino, richiede impegno e volontà di ristabilire un equilibrio che riesca a sciogliere la disputa diplomatica è in atto.
Come Precisato poc’anzi esistono due paure fondamentali all’interno della nomenclatura comunista cinese ovvero il regime change e il contenimento dello sviluppo cinese da parte di Washington.
Per quanto riguarda il primo timore, è vero che i regimi autoritari hanno sempre paura di crollare, ma è anche vero che il “regime change” è un obiettivo molto difficile da raggiungere per gli Stati Uniti.
La politica estera statunitense nei confronti di Pechino è ora focalizzata alla cooperazione collaborazione per cercare una linea di coesistenza pacifica, che non può che apportare beneficia ad entrambi i paesi.
Per quanto riguarda il secondo timore, il contenimento, gli Stati Uniti stanno cercando di irrobustire il loro cordone strategico attorno alla Cina, sia sul piano economico e tecnologico che sul piano diplomatico e militare. Washington non è orientato al momento verso un contenimento militare della Cina, ma piuttosto verso una concorrenza pacifica e una gestione cooperativa delle relazioni bilaterali.
La tensione tra Pechino e Washington è aumentata a causa di quella che Xi Jinping ritiene una questione privata ovvero Taiwan. Ma nelle ultime settimane anche la questione tecnologica e dei chip ha generato nervosismo e sono state avanzate, da entrambe le parti limitazioni al commercio e alla produzione dei semiconduttori, essenziali nella produzione di auto elettriche e in ambito militare.
Il presidente cinese Xi Jinping ha accolto kissinger affermando: “Non dimenticheremo mai i nostri vecchi amici e non dimenticheremo mai il vostro contributo storico allo sviluppo delle relazioni Cina-USA e al rafforzamento dell’amicizia tra i due popoli”.
Precisando anche che: “Cina e Stati Uniti sono ancora una volta al bivio di dove andare, e le due parti devono fare di nuovo una scelta”.
Ha poi esortato i cittadini statunitensi che hanno la stessa linea di pensiero a “continuare a svolgere un ruolo costruttivo nel riportare le relazioni Cina-USA sulla retta via”.
Kissinger ha replicato al leader di Pechino che è un “grande onore” tornare la Cina e ha ringraziato Xi per aver deciso di vederlo nello stesso edificio in cui ha incontrato per la prima volta i leader cinesi.
Kissinger ha promesso di attuare altri sforzi per ammorbidire la tensione e ha precisato che: “La relazione USA-Cina è di vitale importanza per la pace e la prosperità di entrambi i paesi e del mondo”.
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