Il 22 agosto 2022 Linda Cerruti pubblicava, sul suo profilo Instagram, una foto. Il suo era un semplice scatto che la ritraeva in una posa tipica del suo sport, il nuovo sincronizzato, mentre era in bikini. Del resto, l’atleta era appena tornata a casa dopo gli Europei di Roma, stava cercando di godersi quel che restava dell’estate, era in vacanza finalmente, dopo tante gare, tanti sacrifici e tanta fatica. E invece ha dovuto trascorrere quel che restava della sua estate tra Polizia Postale, denunce, post di riscatto su Instagram: una massa di individui, infatti, aveva pensato bene di iniziare a pubblicare sotto la sua foto commenti sessisti, misogini, volgari. Quando potremo scrivere la parola fine a questo (tristissimo) capitolo che puntualmente qualcuno scrive sui social?
Quello che è accaduto a Linda Cerruti è successo prima di lei a tantissime altre atlete (purtroppo): la sincronette, tornata a casa dagli Europei di Roma, ha pubblicato uno scatto in bikini, mentre era intenta a riproporre una posa tipica della sua disciplina, e ha ricevuto una valanga di commenti sessisti. A distanza di quasi sei mesi ha deciso di parlare e di raccontare in prima persona il suo punto di vista sull’accaduto.
Estate 2022. Finiscono gli Europei di Roma di nuoto sincronizzato. Linda Cerruti, classe ’93, è l’italiana più premiata in assoluto: otto medaglie in tutto, di cui sei argenti e due bronzi, segnano quella partecipazione. Otto medaglie che la rendono fiera, orgogliosa di quello che è riuscita a fare. Del resto, sono ormai 22 anni che si allena e questo è il frutto del suo impegno, della sua costanza, della sua determinazione.
Così Linda, tornata a casa, pronta a godersi quel che resta dell’estate (era già il 22 agosto), decide di postare uno scatto su Instagram, condito da una didascalia in cui esprime la sua gratitudine verso il mondo dello sport a cui ha dato tanto fin da quando era bambina – aveva solo 7 anni quando vi era entrata – ma da cui ha ricevuto altrettanto.
Da qui, il putiferio. Ma no, non sono di certo le sue parole a scatenarlo, ma la sua immagine. Linda ha appena pubblicato una sua foto mentre era intenta a riproporre semplicemente una posa tipica della sua disciplina (trattasi, in pratica, di una spaccata a testa in giù, in gergo “popolare”), in bikini. La stessa posa l’aveva riproposta nel 2018, esattamente quattro anni prima, tornata dagli Europei di Glasgow con ben sette medaglie, di cui cinque bronzi e due argenti, ed era la stessa del suo primo singolo in assoluto in nazionale nel 2010, ecco perché era così importante per lei. All’epoca, però, non era successo nulla. Questa volta, però, c’è qualcosa di diverso.
L’atleta è finalmente in vacanza, è intenta a godersi ogni singolo momento della sua estate, che ormai sta per volgere al termine quasi per tutti, ma per lei è appena iniziata. Non ha alcuna intenzione di trascorrere quei giorni davanti al telefono, rincorrendo i social e tutto quello che è virtuale. La sua quotidianità dovrà essere segnata solo da svago, divertimento, mare.
Eppure ci pensa nell’arco di un paio di giorni una sua amica a riportarla alla realtà: quest’ultima, infatti, le invia uno screen arrivato dal post riproposto da diverse testate giornalistiche su Facebook in cui vi sono “centinaia, probabilmente migliaia, di commenti fuori luogo, sessisti e volgari”. Linda resta così “letteralmente basita nonché schifata” e decide di non restare a guardare.
A quel punto ha davanti a lei due strade: denunciare alla polizia postale e basta oppure farlo e farlo anche sui social, gli stessi in cui si erano fatti largo quegli individui che avevano pensato bene di lasciarle quei commenti? La Cerruti opta per la soluzione forse più complessa, ma anche la più giusta per lei in quel momento: sceglie di percorrere entrambe le vie, contemporaneamente. Del resto, le sue pagine erano – e sono – seguite da tantissime bambine e ragazzine, perché far credere loro che la vita è questa, che basta pubblicare una foto in costume per ricevere commenti sessisti, che ci sono persone che anziché giudicare il talento, giudicano solo ed esclusivamente il corpo delle atlete?
Così si reca alla polizia postale, per cercare di risalire all’identità di quelle persone che si erano trincerate dietro uno schermo per nascondersi e, nel frattempo, pubblica un altro post, sempre su Instagram, in cui compare lo screen ripreso dalle testate con annessi commenti sessisti.
Linda scrive: “Due giorni fa ho condiviso una foto fatta nella spiaggia in cui vado da sempre, in cui ho coltivato i primi sogni e che per me ha anche un forte valore simbolico. La foto mi ritrae in una posa artistica, tipica del mio sport, a testa in giù e in spaccata, insieme alle otto medaglie vinte in quello che è il miglior campionato europeo della mia carriera. (…) Dopo più di 20 anni di allenamenti e sacrifici, trovo a dir poco vergognoso e mi fa davvero male al cuore leggere quest’orda di persone fare battute che sessualizzano il mio corpo. Un sedere e due gambe sono davvero quello che resta, l’argomento principale di cui parlare? Il minimo, nonché l’unica cosa che posso fare, è denunciare l’inopportunità di quei commenti, specchio di una società ancora troppo maschilista e molto diversa rispetto a quella in cui un domani vorrei far nascere e crescere i mie figli”.
Un post, il suo, lunghissimo, esaustivo, esplicito, che aveva il chiaro intento di spiegare, con parole semplici ma incisive, il suo stato d’animo. Ma cos’è accaduto esattamente in quei giorni? Lo ha spiegato la stessa atleta in una recente intervista rilasciata a Vanity Fair.
Cos’è successo davvero in quei turbolenti giorni di fine agosto, in cui Linda Cerruti era furiosa contro quelli che non possiamo definire haters (non ne hanno affatto le caratteristiche), ma che probabilmente neanche hanno un’altra definizione se non “la parte marcia del web”? Di tutto. Ma non solo nella vita dell’atleta, anche nella sua testa. Sì, perché trovarsi ad avere meno di 30 anni, ma già 22 di sport alle spalle, sapere di avere tantissime ragazzine giovanissime tra i propri followers, essere consapevoli di essere un punto di riferimento per moltissime bambine, significa anche sapersi assumere la responsabilità di parlare e di farlo non solo per sé, ma anche per arginare il problema e per far sì che nessuno dopo debba provare le stesse sensazioni.
In effetti una donna come Linda, formata, plasmata e plagiata (in senso positivo, si intende) dallo sport, dalla fatica quotidiana, quella vera, dalla forza mentale e fisica che solo gli atleti hanno, non poteva restare in silenzio. Doveva fare qualcosa. E infatti mai ha pensato semplicemente di togliere la foto, per eliminare così tutti i commenti sessisti annessi e connessi. No, quella sarebbe stata una mossa sbagliata, avrebbe legittimato in un certo senso quei comportamenti errati, perché avrebbe semplicemente insabbiato il problema, lo avrebbe messo all’angolo, ma non lo aveva risolto. Gli ostacoli – e gli sportivi lo sanno benissimo – non vanno aggirati, vanno superati. Punto.
La Cerruti inoltre era forte della consapevolezza che la sua era semplicemente una posa sportiva e che verosimilmente “chi ha fatto quei commenti nemmeno sapeva che cosa fosse il nuoto artistico”. Per lei, insomma, quella era “la dimostrazione della celebrazione” della sua fatica e delle sue vittorie, di certo non erano solo “un sedere e due gambe”, come invece avrà pensato magari per chi si è limitato a “scrollare” il feed di Instagram e ha visto solo un corpo scoperto e basta.
In più a questo dobbiamo aggiungere che Linda mai e poi mai avrebbe rinunciato a denunciare, a prescindere dalla sua volontà di farlo “a mezzo social”, perché lo ha fatto in primis per sé stessa, perché per lei “lo sport è sinonimo di valori e principi sani e deve essere lontano da quei commenti” e “avere questi commenti non deve essere il prezzo da pagare per stare sui social”. E sia chiaro, a darle la forza di agire così è stato sicuramente anche lo sport: del resto, “lo sport forgia, fortifica e aiuta a essere caparbi e testardi”.
La cosa positiva è che a darle sostegno e a mostrarle vicinanza e solidarietà sono state tantissime persone: nel mare magnum di gente che ha sposato la sua causa, infatti, sono emerse personalità appartenenti al mondo dello spettacolo, allo sport, ma anche persone comuni ovviamente. Quella negativa, però, è che nel momento in cui Linda ha parlato, ha saputo che in realtà nella sua stessa situazione si trovano tantissime altre donne, soprattutto molte atlete come lei, il cui corpo è spesso esposto.
Oggi Linda è testimonial di #cuoriconnessi, una piattaforma di riferimento nazionale – nata in collaborazione con la Polizia di Stato – piena di contenuti informativi ed educativi, tra cui un canale YouTube, un sito web, una serie di docufilm e una collana di libri, tutti incentrati sul fare luce sul delicato tema dei pericoli e delle opportunità dell’universo online.
Probabilmente anche grazie a questa piattaforma il fenomeno verrà arginato, ma quando finirà del tutto? I social, il web in generale stanno dando la possibilità a tantissime persone di connettersi tra loro, certo, ma anche di poter esprimere pareri non richiesti sui temi più disparati. Lo vediamo ogni giorno con i cosiddetti haters, che riversano appunto, per definizione, il loro odio su internet, ma anche con le persone che pensano che, nascondendosi dietro una tastiera, possano fare, come in questo caso, qualsiasi tipo di commento sessista e volgare e restare impuniti grazie all’anonimato. La vicenda di Linda Cerruti ci insegna che no, non sempre è possibile restarvi (e infatti in questo caso ben 12 persone sono state rinvenute e la loro identità è saltata fuori). E menomale che è così.
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