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L’infermiera che si prese cura della madre biologica senza rivelarle di essere sua figlia

Questa è una storia rimasta privata per 25 anni, parla della vita di Phyllis Whitsell, un’infermiera inglese di 59 anni che ha avuto un destino curioso e commovente. Dopo essere stata abbandonata in orfanotrofio quando aveva solo otto mesi, e in seguito adottata, la donna è cresciuta a a Birmingham insieme a due fratelli e a una sorella. Dopo il diploma di infermiera ha cominciato a lavorare trovando anche l’amore e formando una famiglia. Appena trovata una qualche stabilità si è messa alla ricerca della sua madre biologica, nonostante i genitori le avessero raccontato che era morta, e le avessero fatto giurare di non parlare mai dell’adozione. Sapeva che un giorno avrebbe ritrovato la sua vera madre, e finalmente avrebbe capito molte cose.

Alla ricerca d sua madre, Phyllis Whitsell si rivolse dapprima a un operatore sociale, per poi andare al Somerset House, l’orfanotrofio in cui è vissuta fino all’adozione avvenuta quando lei aveva quattro anni, qui l’incontro con una dipendente si rivela fondamentale, lei si ricorda, anche se non è facile convincerla a dire la verità sulla madre biologica: ”Era riluttante a darmi molte informazioni su mia madre, era chiaro che disapprovava”. Ma proseguendo la ricerca, finalmente Phyllis riesce a sapere chi è la madre. La felicità di quel ritrovamento però ha anche un’altra faccia: ”Non era la figura da fiaba che avevo immaginato, ma era sempre mia madre”.

Sua madre, la donna che rispondeva al nome di Bridget Ryan era un’alcolizzata cronica con problemi di instabilità mentale, che aveva condotto un’esistenza sregolata e per questo era stata soprannominata Tipperary Mary (nome che compare nel libro di confessioni di Phyllis). ”Non potevo voltarle le spalle; il mio cuore fosse quasi scoppiato davanti a quella donna ferita, mia mamma, ma sapevo che non le avrei mai potuto permettere di minare la serenità della mia famiglia”. Ma voleva prendersi cura di lei, anche se come figlia non poteva farlo, così lo ha fatto come infermiera di quartiere. Ha aggiunto il nome di sua madre alla lista dei pazienti abituali e ha cominciato ad andare da lei ogni giorno. Si è presa cura della madre senza mai dirle di essere sua figlia, dal 1981 fino al 1990, quando Bridget è morta, all’età di 74 anni.

Un giorno l’anziana madre le raccontò dei cinque figli che aveva avuto e abbandonato. Quando arrivò alla piccola Phyllis ne parlò con tenerezza, e per l’infermiera fu davvero difficile nascondere l’emozione: ”È stato il giorno più bello e insieme più tragico di tutta la mia vita”, ha confessato. Per venticinque anni Phyllis non ha mai reso pubblica questa vicenda. L’insistenza di un’amica giornalista, Barbara Fisher, l’ha però convinta a scrivere un libro, Finding Tipperary Mary, che uscirà nel Regno Unito il 28 novembre.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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