L’allarme dell’ISTAT è abbastanza chiaro, a causa della crisi energetica e dell’inflazione, il sistema produttivo italiano è stato colpito abbastanza duramente.
Questo è ciò che si è scoperto dopo che è stato reso pubblico il rapporto sulla competitività 2003 fatto dal Politecnico di Milano.
Il sistema produttivo italiano è stato colpito in modo trasversale dalla crisi energetica e dall’inflazione. In ogni caso però non manca una eterogeneità tra i vari comparti. Questo è ciò che si scopre dopo l’ultima analisi Istat del 2023 del rapporto sulla competitività appartenente ai settori produttivi che è stato reso pubblico proprio durante la giornata di oggi 4 aprile dall’istituto di statistica che si trova all’interno del Politecnico di Milano.
In base a ciò che scrive il rapporto, il commercio con l’estero dei vari settori produttivi è stato in grado di evidenziare delle dinamiche poco brillanti se si fa il confronto con quello del valore. Dei dati inerenti sia alle esportazioni che alle importazioni anche se non mancano alcune eccezioni riguardo a determinate sezione del made in Italy. In quest’ultimo caso si parla del campo dell’abbigliamento per l’export mentre di quello del tessile e degli alimentari anche per l’import.
Le crisi che si sono registrate dal 2019- 2022 non sono stati in grado di modificare sostanzialmente quelli che sono i partner principali commerciali dell’Italia, ossia Germania, Stati Uniti, Spagna, Francia, Cina, Russia e Regno Unito. Inoltre, soltanto in due settori su 23 si è registrato un cambiamento su quello che è il principale mercato di sbocco.
In ogni caso, in base a ciò che spiega il rapporto dell’ISTAT, è possibile notare anche alcune tracce di ricomposizione. Infatti, gli Stati Uniti sono riusciti a guadagnare di rilevanza in ogni settore appartenente alle manifattura anche se fa eccezione il settore delle bevande insieme a quelli dei mezzi di trasporto e a quello della farmaceutica.
Inoltre, in Francia e in Germania, si è registrata una perdita di esportazioni rispettivamente in 13 e 12 settori sempre però tenendone in considerazione 23. Per quanto riguarda l’importazione, è in Cina che si è registrata una crescita importante nell’import comprendendo 19 comparti manifatturieri e dando un rilievo particolare ai mezzi di trasporto insieme a quello della chimica oppure a quello dei macchinari e dell’elettronica.
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