Cala l’inflazione, ma la benzina torna a sfiorare i 2 euro al litro. L’esodo estivo e la controtendenza dei prezzi dell’energia.
Si prospetta un esodo estivo di fuoco per migliaia di italiani, nonostante il costo dell’energia tenda a frenare così sta frenando adesso l’inflazione, oltre che dal punto di vista climatico anche da quello del prezzo del carburante. Il caro benzina infatti non si placa, proprio a ridosso del periodo dell’anno in cui – soprattutto lungo le strade statali e autostrade – il traffico si intensifica a dismisura. Come per il caro biglietti dei voli, scendono i prezzi di produzione ma con un’offerta maggiore aumenta il prezzo per i consumatori. Lo scorso marzo erano state tante le contestazioni in tutta Italia per la benzina arrivata fino ai 2 euro al litro. Ma anche Confesercenti ha richiamato all’attenzione, denunciando le effettive dinamiche contrastanti tra calo dell’inflazione ed aumento dei prezzi. Dietro si potrebbero nascondere benissimo astuzie e speculazioni, visto soprattutto l’andamento dei carburanti in controtendenza con l’indice dei beni energetici.
L’inflazione è in calo, da giugno, la benzina torna a salire. Come già nelle scorse settimane migliaia e migliaia di automobilisti avevano potuto notare, la benzina dei distributori lungo le rotte statali e autostradali ha subito già la prima impennata – rispetto alle pompe cittadine. I prezzi sono tornati a sfiorare i 2 euro al litro. Eppure l’Istat tramite recenti dati forniti aveva affermato che grazie al calo dei prezzi del settore energetico l’inflazione lo scorso mese aveva avuto una importante decelerazione, passando al 6,4%. Un dato incoraggiante anche secondo il ministro del Made in Italy, convinto che il Paese stesse andando nella “strada giusta” e di non mollare la presa.
Ma letteralmente sulla strada potrebbero essere gli italiani in viaggio a mollare la presa, visto che i prezzi del carburante invece continuano a salire, diesel compreso. La controtendenza è evidente, visto che lo scorso mese la variazione è passata dall’11,5% a 2,1%. Un crollo incredibile, che non ha però evitato il ritorno del rialzo della benzina.
Per chi si appresta dunque a viaggiare in macchina per le vacanze estive, scegliendo la strada all’areo, il bollino sarà rosso sia dal punto di vista climatico che da quello dei prezzi. Brutte notizie per gli automobilisti, in un periodo però segnato dal raffreddamento del caro vita.
E’ stata l’elaborazione di Quotidiano Energia sui dati forniti dalll’Osservaprezzi del ministero de Made in Italy aggiornati alla scorsa settimana, 8-16 luglio. Per chi si rifornisce al servito, non fai da te dunque il prezzo medio è tornato ai 2 euro a litro, contro l’1,996 degli scorsi giorni. Ma sale anche il prezzo del diesel, che nella prima settimana di luglio si era tenuto su livelli bassissimi – i più bassi dall’inizio della crisi energetica – mentre adesso è risalito a 1,852.
Su questi aumenti e sulla gestione del governo iniziano a mostrare la loro insofferenza anche le opposizioni, con la pagina twitter del Movimento Cinque Stelle che ha puntato il dito direttamente verso Giorgia Meloni.
La premier è accusata di aver mosso battaglia contro il governo allora giallo-verde quando nel 2019 chiedeva il taglio delle accise, ma che stia facendo ben poco per contrastare il momento di crisi che il Paese sta attraversando in questi mesi, parlando di “Immobilismo su tutti i fronti”.
Il governo dunque a breve si appresterà ad incontrare gli operatori di tutti i settore interessati, compresi quelli dei carburanti, con l’allerta per il caro voli che cresce ancora. Soprattutto per regioni come la Sicilia e la Sardegna, le quali Regioni hanno già nelle scorse settimane pressato su Roma. Il presidente Schifani lo scorso 10 luglio aveva parlato di “Ricatti delle lobby” per il caro biglietti, affermando che l’allarme è esteso a tutto il Paese.
Il governo dovrà monitorare l’aumento dei prezzi, mentre l’inflazione rallenta su energia ed alimenti freschi passando dal +6% al +5,6%.
Il caro vita si era già raffreddato a giugno, con il prezzo dei beni alimentari che nonostante il calo continua a preoccupare. I prodotti per la cura della casa e della persona a giugno si sono attestati sul 10,5%, ma quelli del comprato rimangono sopra il 10,7. Certo, lo scorso mese le quotazioni dei beni alimentari era arrivata a 11,4, per l’effetto di rallentamento dei prezzi del prodotto lavorativo che ha preso due punti dal 13,2 di maggio. Ma il calo è compensato in parte dall’aumento degli alimentari non lavorati, che da 8,8% invece è salito a 9,4%.
In questo contesto il Codacons ha ricordato che nei settori alimentari e dei trasporti in generale nonostante il raffreddamento dell’inflazione i livelli rimangono molto alti, Anche l’Unione Nazionale Consumatori ha sottolineato che ad esempio per una coppia di genitori con due figli l’inflazione ha portato in media su base annua un aumento di 1834 euro. Di questi più di 800 euro sono andati solo ai rincari di cibo e bevande. Una situazione ormai insostenibile per molti italiani, con il rischio, secondo le associazioni, di speculazioni per i ricavi elevatissimi: “Il rischio concreto è che nel comparto degli alimentari possano celarsi speculazioni tese a mantenere elevati i listini al dettaglio” dice Assoutenti, come riportato oggi dall’Ansa.
Ma anche Confesercenti ha condiviso questa posizione, denunciando le effettive dinamiche contrastanti tra calo dell’inflazione ed aumento dei prezzi. Dietro si potrebbero nascondere benissimo astuzie e speculazioni, visto soprattutto l’andamento dei carburanti in controtendenza con l’indice dei beni energetici. La variazione su base annua infatti ha subito un crollo spaventoso da 11,5% a 2,1%, ma questo non si è ancora tramutato in un vantaggio con i cittadini. I consumatori infatti, sono ancora spalle al muro nonostante il calo del prezzo del carrello della spesa, e adesso sono messi in ginocchio dall’ennesimo rincaro del prezzo del carburante, proprio in concomitanza con l’inizio del periodo dell’anno più trafficato.
Un prezzo di benzina e diesel che ormai da anni, come i prezzi per le camere degli hotel, scende ed aumenta in base all’affluenza e al periodo, e in questo senso il governo deve ancora prendere seri provvedimenti. Dal primo agosto potrebbe scattare l’obbligo per gli impianti di esporre il prezzo medio regionale insieme a quello del distributore, aggiornato 24 ore su 24 ogni giorno.
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