L’indice dell’inflazione registra un aumento significativo, con un’accelerazione all’8,3% nel mese di aprile.
A marzo si registrava un tasso di inflazione del 7,6%. Nel mese successivo, i prezzi hanno registrato un aumento del 0,5%. Anche nell’Eurozona si è verificato un aumento, raggiungendo il 7% ad aprile.
L’analisi della Coldiretti sull’inflazione di aprile, basata sui dati dell’Istat, indica che i prezzi degli alimentari stanno crescendo a un tasso inferiore rispetto al passato, con una media del 12,3%. In particolare, i listini dei vegetali freschi sono scesi per la prima volta al +7,9%. Secondo la Coldiretti, l’immobilità dei consumi sta provocando una riduzione delle quantità acquistate, il che sta causando difficoltà in tutta la filiera, soprattutto nei campi dove i ricavi non coprono i costi di produzione. La Coldiretti ha dichiarato che i prezzi al dettaglio per quanto riguarda gli alimentari lavorati sono diminuiti dal +15,3% di marzo al +14,7% di aprile, mentre per quanto riguarda quelli non lavorati sono passati dal +9,1% all’8,4%.
Secondo un’analisi Coldiretti/Censis, l’81% degli italiani ha adottato l’abitudine di stilare una lista ponderata dei propri acquisti per tenere sotto controllo quelle che possono essere ‘spese d’impulso’, come difesa dagli aumenti. Ma non solo: il 72% della popolazione italiana si reca nei discount per fare acquisti low cost, mentre l’83% cerca prodotti in offerta e/o in promozione. Le famiglie, in particolare, si muovono alla ricerca dei prezzi più convenienti, spostandosi tra diversi punti vendita e supermercati, alla caccia di promozioni su ogni prodotto.
Coldiretti ha evidenziato anche che durante l’anno di guerra, le difficoltà si sono estese dalle tavole dei vari consumatori fino alle imprese. Gli aumenti dei costi sono stati rilevati in diverse aree, tra cui il vetro, le etichette, il cartone e i barattoli (banda stagnata), i mangimi e il gasolio. Inoltre, le condizioni climatiche avverse, come la siccità e il maltempo, hanno causato ulteriori problemi nelle campagne, influenzando la qualità e la quantità dei raccolti. Secondo il presidente della Confimprese, Mario Resca, i dati dell’Istat indicano un costante incremento dei prezzi dei beni di consumo a causa dell’aumento dei costi energetici e alimentari. Nonostante l’Italia sia la locomotiva dell’Europa in termini di Pil, ci sono ancora notevoli incertezze riguardo alla crescita nel breve termine.
“Tuttavia, guardiamo con cauto ottimismo – rileva Resca – al decreto Lavoro varato ieri dal Governo, che introduce provvedimenti importanti a sostegno delle famiglie con un intervento sul cuneo contributivo”
L’inflazione torna a salire: l’Istat ha reso noto che ad aprile l’indice nazionale di tutti i prezzi al consumo per quanto riguarda l’intera collettività (Nic), al netto dei tabacchi, ha registrato un incremento dello 0,5% rispetto al mese precedente e dell’8,3% su una base annua, superando il +7,6% di marzo. La crescita del tasso di inflazione è principalmente causata dall’incremento dei costi dei vari beni energetici che non sono regolamentati, che sono passati dal +18,9% al +26,7%. Tuttavia, escludendo gli alimentari freschi e gli energetici, l’inflazione di fondo rimane stabile al +6,3%, mentre escludendo solo i beni energetici, si attesta al +6,4%.
Nonostante l’aumento dell’inflazione registrato ad aprile, sembra che il carrello della spesa abbia subito un rallentamento. Secondo l’Istat, il costo dei vari beni alimentari, della cura della casa e della persona hanno mostrato un rallentamento nuovo tendenziale, mentre per quanto riguarda i prodotti ad alta frequenza d’acquisto hanno accelerato la crescita. L’indice Nic ha registrato un aumento dei prezzi dello 0,5% rispetto al mese di marzo e dell’8,3% rispetto al mese di aprile 2022. L’inflazione acquisita nel 2023 è pari al +5,4% per l’indice generale e al +4,6% per la componente di fondo.
Secondo la prima stima flash di Eurostat, a partire da aprile l’inflazione nell’Eurozona è salita leggermente, raggiungendo il 7% rispetto al 6,9% di marzo. Questo rappresenta il primo incremento dell’inflazione dopo la diminuzione iniziata a novembre dello scorso anno dai livelli record raggiunti nel 2022.
Secondo quanto riportato dall’Ufficio di Statistica Europeo, nel mese di aprile la principale causa dell’inflazione è stata rappresentata da alimentari, tabacchi e alcolici, ma il tasso di aumento dei prezzi in questo settore è diminuito al 13,6% rispetto al 15,5% del mese di marzo. Al secondo posto si sono collocati i beni industriali non energetici con un tasso del 6,2%, in calo rispetto al 6,6% del mese precedente, seguiti dai servizi con un aumento del 5,2% rispetto al 5,1% di marzo. Un’importante inversione di tendenza si è verificata invece nel settore energetico, che ad aprile ha registrato un aumento del 2,5% rispetto al -0,9% del mese precedente.
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